Gli Artisti

  • AA.VV.

    Il libro è illustrato da 23 artisti diversi; in ordine d'illustrazione: Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Jiri Georg Dokoupil, Milan Kunc, Tommaso Lisanti, Alessandro Twombly, Felice Levini, Andreas Schulze, Salvo, Ubaldo Bartolini, Luigi Ontani, Ascanio Renda, Vettor Pisani, Alighiero Boetti, Fosco, Stephen Mc. Kenna, Pietro Fortuna, Bruno Ceccobelli, Sabina Mirri, Mario Schifano, Nunzio, Sandro Chia, Gian Marco Montesano.

  • Accardi Carla

    Nata a Trapani nel 1924, Carla Accardi nel 1946 si stabilisce a Roma dove inizia la sua attività promuovendo, insieme al gruppo astrattista Forma, un rinnovamento dell'arte italiana partecipando alla creazione di un nuovo linguaggio artistico che rifiuta l'immagine oggettiva ed è invece creazione libera del segno. Dopo i primi lavori, realizzati con impianto geometrico-costruttivo, dal 1953 la Accardi dipinge composizioni dominate da un segno lineare, il cui movimento sembra potersi allargare all'infinito. Dopo le composizioni in bianco e nero degli anni Cinquanta, nel decennio successivo il segno della Accardi diviene con decisione veicolo di colore che sensibilizza con il suo valore emotivo la superficie della tela. A partire dalla fine degli anni Sessanta, nell'opera della Accardi i fogli di sicofoil, materiale di lavoro preferito, e il colore fluorescente sostituiscono, rispettivamente, il supporto della tela e i colori più tradizionali, olio o tempera. Si tratta di elementi decisamente non organici e artificiali, tipici di una società in pieno sviluppo industriale com'è l'Italia degli anni Sessanta, epoca in cui le opere sono state realizzate. Il compito che la Accardi si è data, è precisamente quello di porre l'emotività nel cuore dell'artificio. La scelta del sicofoil, la plastica trasparente, è perfettamente conseguente alle premesse dell'artista. L'estrema libertà nella conformazione dei supporti, che è un tratto tipico del lavoro della Accardi di questo periodo, raggiunge un livello di radicalità negli elementi che compongono l'insieme dei Rotoli, vere pitture-sculture create da un foglio di plastica arrotolato su se stesso, sul quale l'artista ha tracciato segni monocromi. La volontà di uscire dai limiti codificati del quadro, aprendo l'opera allo spazio reale, porta la Accardi a costruire strutture ambientali, create con gli stessi materiali impiegati per i propri dipinti Triplice tenda è composta da tre strutture racchiuse l'una dentro l'altra, disegnate come tende di dimensioni decrescenti. Abitabile e percorribile, l'opera offre ai suoi visitatori una esperienza che da visiva diventa sensoriale e psicofisica. Gli strati di fogli trasparenti permettono, infatti, al colore e ai segni una continua interazione tra i vari strati delle tende, offrendo un ambiente dinamico, in continua mutazione. La ricerca della Accardi è proseguita nel corso dei decenni, distinguendo l'artista per creatività e coerenza. I quadri degli ultimi anni come Luce crescente o Fragore di lampo costituiscono una ennesima tappa creativa, dove la poesia del segno si mantiene in dialogo con la forza del colore. Le grandi dimensioni e le tonalità forti e decise testimoniano la costante forza della sua pittura.

  • Andreadis Ianna

    Nata ad Atene nel 1960, dove inizia a dipingere nell'atelier di Angélique Dagari.
    Dal 1978 al 1983 frequenta la scuola di Belle Arti di Parigi.
    La sua attività artistica è caratterizza dai viaggi intorno al mondo (soprattutto in Africa), nel corso dei quali abbina alla ricerca ed all'esplorazione, la realizzazione di litografie, pitture e reportage fotografici, crea inoltre copertine per conto di numerose case editrici.
    Dal1989 al 1990 studia Preistoria presso l'istituto d'arte e Archeologia di Parigi e partecipa ai lavori di ritrovamento di arte rupestre in Francia.
    Nel 2003 progetta i costumi per il "Titus Andronicus" messo in scena da Simon Abkarian.
    Nel 2004 realizza un progetto artistico nell'Ambito dei giochi olimpici d'Atene.
    Nel 2005 ha presentato a Rodi "Cosmopolis Ivry-sur Seine", progetto di geometria urbana costituito da ritratti fotografici di persone appartenenti a diverse etnie tutte residenti a Ivry-sur Seine.
    I suoi lavori sono stati oggetto di mostre personali e collettive in diversi Paesi.

  • Arienti Stefano

    Nasce ad Asola nel 1961, ma ben presto si trasferisce a Milano dove vive tuttora. Laureatosi alla facoltà di Agraria, intraprende la carriera artistica, che già aveva iniziato frequentando a Milano la Brown Boveri, una fabbrica in disuso diventata luogo d'incontro e sperimentazione libera per molti giovani artisti. Nel maggio del 1985 l'apertura al pubblico di questi spazi rappresenta il suo esordio nelle esposizioni.
    Fin dall'inizio la sua ricerca rivolge l'attenzione ai processi di analisi e manipolazione delle immagini e dei suoi possibili supporti ripresi dal mondo reale e quotidiano che, attraverso un processo del tutto personale e sempre nuovo, si trasformano completamente rendendo spesso irriconoscibile l'originale.
    Le strategie espressive di Arienti sono semplici operazioni manuali come piegare, tagliare, bucare, stropicciare, ricalcare, cancellare, utilizzando materiali apparentemente banali come carta, cartone, poster, manifesti, stoffa, pongo. La carta, nei suoi utilizzi sempre più articolati rimane comunque il leit motiv dei suoi lavori.
    La sua prima personale è del 1986 presso lo studio di Corrado Levi a Milano: una sperimentazione di materiali diversi, quali semplici sacchetti di plastica tagliati come "alghe", materiali cartacei per la costruzione di una serie di sculture dette "turbine"; partecipa quindi a diverse mostre collettive anche in Europa.
    Nel 1996 vince il primo premio alla XII Quadriennale di Roma. Nel 1997 è presente, oltre che alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e al Palazzo delle Esposizioni di Roma, anche a Milano, Torino e Prato e ancora all'estero, a Ginevra, a Kiev e Salisburgo ed alla IX Triennale in India.
    Fin dal '95 i suoi lavori sono caratterizzati da opere di grandi dimensioni e di interazione con lo spazio urbano, come "I murazzi dalla cima" e "Corte di Dei" a Torino, fino al "Tappeto" attualmente al Castello di Rivoli.
    Nel 1999 presenta le sue opere all'Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles e a Londra e partecipa alla XXIII Biennale di Arti Grafiche a Lubiana, spostando quindi il suo interesse verso il disegno.
    Nel 2000/2001 partecipa a "Migrazioni" al nuovo Centro per le Arti Contemporanee di Roma, nello stesso periodo viene allestita una sua mostra personale per i bambini presso il Castello di Rivoli a Torino e viene invitato alla Galleria Nature Morte di Nuova Delhi.

  • Armleder John

    Nasce a Ginevra nel 1948, disegnatore, progettista, pittore e scultore, si forma presso l'Ecole des Beaux-Arts di Ginevra.
    La sue prime esperienze artistiche risalgono agli anni Settanta, quando crea performances, installazioni e partecipa a numerose mostre collettive.
    Nel 1969, con Patrick Lucchini e Claude Rychner, fonda il Groupe Ecart a Ginevra, dal quale successivamente nascono la Galleria Ecart le performance di gruppo e le pubblicazioni ad essa associate. Lavora con materiali diversi che vanno dagli specchi ai neon, all'argento puro al vetro fuso.
    Artista di fama internazionale, ha tenuto mostre personali e collettive nelle più prestigiose istituzioni d'arte contemporanea europee e statunitensi.

  • Arnone Enzo

    Enzo Arnone è nato nel 1945 a Cortina d'Ampezzo.
    Da sempre si dedica alla fotografia come Freelance. Ha collaborato, tra gli altri, con gli editori Mondadori, Rizzoli, Emme, Feltrinelli, Garzanti, Zanichelli, Editoriale Domus.

  • Baj Enrico

    Nato a Milano nel 1924, dopo la seconda guerra mondiale frequenta contemporaneamente la Facoltà di Giurisprudenza (che completò diventando avvocato) e l'Accademia di Belle Arti di Brera.
    Pittore e scultore, protagonista delle avanguardie degli anni Cinquanta e Sessanta, è considerato uno dei più importanti artisti italiani contemporanei.
    Nel 1951 fonda a Milano, con Dangelo e Dova, il "Movimento Nucleare" e nel 1954, in opposizione alla sistematica ripetitività del formalismo stilistico, dà vita con Asgern Jorn al "Mouvement International pour une Bauhaus Imaginiste" contro la forzata razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte.
    I collage policromatici e polimaterici pervasi da una vena giocosa ed ironica, costituiscono l'icona della vena satirica dell'artista: lo smembramento delle forme per esprimere la deflagrazione della materia e dell'immagine.
    La sua opera si articola per periodi, tutti improntati all'ironia dissacratoria e al rinnovamento dell'espressività: dalle prime figurazioni del periodo nucleare (1951) manifesta un grosso impegno contro ogni tipo di aggressività che, attraverso i grotteschi collage "I Generali (1959) " e "Le parate militari", approda a tre grandi opere: "I funerali dell'anarchico Pinelli" (1972), "Nixon parade" (1974) e "L'Apocalisse" (1979). Con "Epater le robot" (1983) e "Manichini" (1984-87) Baj accentua la critica alla contemporaneità e all'uso indiscriminato delle tecnologie, mentre con "Metamorfosi e metafore" (1988), "Mitologia del Kitsch" (1989) e "Il giardino delle delizie" denuncia la corruzione del gusto generata dalla cultura del prodotto industriale.
    Nel 1993 inizia il ciclo delle Maschere tribali, dei "Feltri" e dei "Totem". Il 1999 è caratterizzato dai 164 ritratti dei Guermantes tratti dalla "Recherche" di Proust.
    L'accostamento di pittura e letteratura ha sempre costituito per Baj fonte di inesauribile ispirazione. I rapporti con poeti e letterati italiani e stranieri sono testimoniati da una serie di cinquanta libri d'artista, corredati da stampe e multipli, che vanno dalle opere di poeti dell'antichità classica come Lucrezio, Marziale, Tacito ed autori via via più vicini, tra i quali: Lewis Carrol, John Milton, André Breton, Edoardo Sanguineti, Roberto Sanesi, Umberto Eco, Alda Merini. Memorabili anche le sue incursioni nel mondo del teatro con le famose marionette realizzate per lo spettacolo "Ubu Roi" di Alfred Jarry del 1984.
    Artista-intellettuale inquieto, Baj ha costantemente intrecciato l'attività creativa con la riflessione sull'arte.
    Alla metà degli anni '50 collabora alle riviste "Il Gesto" e "Phases". Ha pubblicato numerosi libri tra i quali "Patafisica", "Automitobiografia", "Impariamo la pittura", "Fantasia e realtà" con Guttuso, "Ecologia dell'arte". Ha collaborato, soprattutto nel corso degli anni Ottanta, con importanti giornali e riviste, come "Il sole 24 ore" e il "Corriere della sera". Ha esposto nei maggiori musei e gallerie del mondo.
    Muore a Vergiate (Varese) nel 2003.

  • Banyai Istvan

    Nasce a Budapest nel 1949, dove nel 1972 si diploma come grafico ed illustratore all'Accademia di Arti Applicate. Dal 1972 al 1980 in Ungheria realizza poster, cartoni animati e copertine di dischi. Nel 1980 si trasferisce in Francia e, a Parigi, inizia a lavorare nel campo dell'animazione e collabora con numerose riviste e quotidiani. Nel 1981 si trasferisce negli gli Stati Uniti dove ha inizio la sua collaborazione con importanti quotidiani e riviste come Atlantic Monthly, Time, The New Yorker, Playboy, Rolling Stone, New York Times, e con prestigiose case discografiche come Verve, Sony e Capitol Records. Realizza inoltre un cortometraggio animato per la Nickelodeon e animazioni per MTV Europa ed il musicista Jean Michel Jarre.
    Nel 1995 è autore ed illustratore del libro per bambini Zoom, definito dal New York Times e da Publishers Weekly uno fra i migliori libri per l'infanzia dell'anno. A Zoom fanno seguito Re-Zoom, nel 1996, e R.E.M.: Rapid Eye Movement, nel 1997. Nel 1996 illustra il libro Flappers 2 Rappers: American Youth Slang e nel 1998 The Slang of Sin.
    Ha realizzato la grafica di importanti marchi quali Apple, Casio Watches, Texaco, Saatchi&Saatchi, NBC, Encyclopedia Britanica e molti altri.
    Attualmente vive e lavora a New York.

  • Bataille Marion

    Marion Bataille è nata nel 1963 a Parigi, dove ha frequentato l'école Supérieure d'Arts Graphiques. Ha lavorato come grafica per numerose testate e case editrici francesi, fra cui Le Monde, Télérama, Gallimard, Le Centre Pompidou.

  • Bianconi Fulvio

    Fulvio Bianconi nasce a Padova il 27 agosto 1915.
    Fin da giovane rivela una spiccata predisposizione al disegno; vince una borsa di studio ed entra nel convento dei Carmini, mostrando subito un innato talento. Tra i sedici ed i diciannove anni lavora anche come apprendista decoratore nelle fornaci di Murano, a fianco di Cappellin e di Michele Pinto, esperienza che in futuro si rivelerà preziosa.
    E' del 1933 l'incontro di Fulvio Bianconi con Dino Villani, che ne coglie immediatamente le potenzialità artistiche ed espressive introducendolo presso Mondadori, Motta, GI.VI.M. ed altre importanti aziende milanesi. Poliedrico, sempre alla ricerca di nuove forme di espressione artistica, approda al vetro e a Murano nel 1947, con l'incarico da parte della GI.VI.M. di disegnare flaconi per una serie di profumi, presso la fornace di Venini. Esplode in questo periodo la passione per il vetro, un "hobby", come lo definì lo stesso Fulvio Bianconi, che lo porterà a creare centinaia di esemplari unici in vetro, che costituiranno la base intrinseca della fama di Murano come luogo di produzione di vetri d'arte e lo renderà noto in tutto il mondo. Parallelamente prosegue con il suo lavoro di grafico presso diversi editori fino all'approdo definitivo a Garzanti, ove presterà la sua opera continuativamente fino al 1975, curando contemporaneamente anche campagne d'immagine per importanti aziende quali FIAT, Marzotto, Pirelli ecc. Successivamente continuerà a collaborare per le edizioni più importanti di Garzanti fino a oltre il 1990.
    Artista eclettico e dotato di grande talento poliedrico, in quasi sessant'anni di attività ha disegnato migliaia di copertine ed illustrato numerosissimi libri per ragazzi, creato esemplari unici in vetro e dipinto moltissimi quadri, utilizzando, a seconda dei gusti del momento, diverse materie e tecnologie, matita, tempera, olio, xilografia, zincografia, inchiostro, carta, legno, pennarelli, fotografia e qualsiasi altra materia gli poteva risultare congeniale per esprimersi.
    Fulvio Bianconi è morto a Milano nel 1996.

  • Blanpain Jean-Pierre

    Jean-Pierre Blanpain, francese, artista-artigiano autodidatta è attivo prevalentemente nella pittura ed nella scultura; i suoi quadri sono caratterizzati da una grande intensità cromatica e da una forte sensibilità espressiva, che molti definiscono primitivismo contemporaneo.
    Ha esposto con successo a Parigi, Lione e Nancy, in Provenza, in Belgio, in Germania e negli Stati Uniti.
    Saltuariamente si dedica all'illustrazione di libri per ragazzi.

  • Boetti Alighiero

    Alighiero Fabrizio Boetti nasce il 16 novembre del 1940 a Torino.
    Dopo aver trascorso qualche tempo in Provenza raggiunge Parigi, dove si esercita all'incisione. Tornato a Torino si dedica al lavoro di incisore e allo stesso tempo a grandi disegni a china nera su cartone. Due anni dopo passa all'oggetto tridimensionale con materiali non pittorici, e partecipa a tutte le collettive di arte povera.
    Nel 1968 Boetti realizza il fotomontaggio Gemelli, e da questa doppia immagine di se stesso, qualche anno più tardi, deriverà la nuova firma Alighiero e Boetti. L'anno successivo si dedica ai lavori seriali Viaggi postali e Il romanzo dei grandi fiumi, abbandona l'arte povera e in campo artistico fa un'inversione di marcia.
    Il viaggio in Afghanistan avviene nel 1971, e in seguito vi ritornerà molto spesso. A Kabul fa ricamare due pezze di stoffa con due date: quella presunta della propria morte e il centenario della propria nascita. E' l'inizio dei lavori a ricamo. Successivamente farà ricamare la mappa del mondo, colorata secondo le bandiere nazionali. In questo periodo Boetti affida ad altre persone non solo l'esecuzione dei suoi lavori, ma talvolta anche l'aspetto teorico per i "lavori aperti", vale a dire quelle sue opere che necessitano di un aggiornamento, quale ad esempio la mappa del mondo, in molte versioni secondo il cambiamento di confini e bandiere dei vari Stati.
    Negli anni settanta espone a New York, città in cui soggiornerà per un lungo periodo con la famiglia.
    Dal 1980 al 1981 Boetti collabora con il quotidiano Il Manifesto: ogni giorno un'immagine, segno o disegno in bianco e nero e trova nel giornale la propria naturale vocazione, creando così una fruizione seriale da non-opera.
    Negli anni Novanta, parallelamente ai lavori di piccolo formato realizzati strettamente in prima persona, dà vita a opere di dimensioni cospicue (invenzioni concettuali precedenti), che implicano altre mani, molto tempo e una organizzazione quasi manageriale. Nel 1993 nel museo olandese di Sonsbeek viene collocata la sua scultura - fontana, intitolata Autoritratto.
    Alighiero Boetti muore a Roma il 24 aprile 1994.

  • Bono Vox (Paul Hewson)

    Bono Vox, vero nome Paul Hewson, è nato il 10 Maggio 1960 a Dublino, in una famiglia irlandese inusuale: padre di fede cattolica e madre protestante.
    Fin da giovane si immerge nello studio della musica e, sull'onda dell'entusiasmo per le varie forme di rock, comincia a suonare la chitarra, diventando un discreto strumentista.
    Nel 1976 risponde all'annuncio di Larry Mullen, il quale cercava un chitarrista per un nuovo gruppo che era desideroso formare. Dopo una breve audizione viene selezionato Paul, in un secondo momento verranno reclutati anche Dave Evans e Adam Clayton. Nascono così gli U2, uno tra i più importanti gruppi rock degli ultimi 30 anni.
    Nel corso del tempo il cantante ha spesso cambiato immagine ed anche la sua voce è mutata, passando dall'interpretazione di canzoni rock a duetti con personaggi del calibro di Frank Sinatra, B.B. King e Luciano Pavarotti. Si è anche dedicato alla carriera cinematografica, tra i film da lui interpretati, Entropy e The million dollar hotel.
    Socialmente molto impegnato, ha sostenuto il programma Jubilee 2000 per l'azzeramento dei debiti dei Paesi del Terzo Mondo.

  • Borghi Enrica

    Enrica Borghi, nata nel 1966, vive e lavora a Novara. Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, inizia l'attività espositiva nel 1992, utilizzando come mezzo espressivo la fotografia o creando installazioni realizzate con materiali di recupero. Nel 1993 partecipa al progetto Borderline, curato da Andrea B. Del Guercio presso l'ex convento dei Serviti di Maria a Monteciccardo. Nel 1995 espone allo Studio 10 di Vercelli la grande installazione Le Larve, composta da vecchi mobili in legno smontati di una camera da letto sui quali compaiono larve bianche realizzate con sapone di Marsiglia e, lo stesso anno, partecipa a numerose rassegne tra cui Nuovi Arrivi alla Galleria San Filippo a Torino e Dis-Loc-Azione a Bologna.
    L'anno successivo tiene la personale Dulcis in fundo alla Galerie Angelo Falzone di Mannheim in Germania dove espone sottovesti composte con biscotti, e biancheria intima, realizzata con caramelle. Nello stesso anno alla Galleria Alberto Peola di Torino presenta abiti femminili, realizzati con materiali di recupero come sacchetti da supermercato, etichette, carta da confezioni e una serie di Veneri: busti e statue della tradizione classica ricoperti di unghie finte e piume, o ornate di bigodini e bottoni automatici. Sempre nel 1996 è invitata a rassegne tra cui Presentazioni, al Centro per l'Arte Contemporanea Viafarini a Milano, con una personale curata da Francesca Pasini, e Piazze d'artista, organizzata dall'Associazione Arte Giovane, al Salone del Libro di Torino. Nel 1997 prende parte alla mostra "Trash: Quando i rifiuti diventano arte", curata da Lea Vergine al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, a Trento, ed è invitata alla Biennale Internazionale Giovani di Torino. Sempre nello stesso anno realizza il video Rifiutata, regia di Willy Darko, testo di Massimo Melotti. Nel 1998 espone nella collettiva Pollution presso la Galleria Claudia Gian Ferrari Arte Contemporanea a Milano ed è invitata alla rassegna Luci d'artista a Torino.
    La ricerca artistica di Enrica Borghi si incentra sull'uso di materiali di recupero attinti da quello che convenzionalmente viene considerato universo femminile. Sacchetti di plastica, unghie laccate, ciglia finte, bigodini vengono utilizzati, attraverso il recupero di una certa manualità femminile, per la rivisitazione ironica dell'immagine stereotipata della donna.
    L'attenzione per i materiali di recupero, intesi come prodotti delle storture del consumismo, e per la componente onirica del mondo femminile e domestico sono le tematiche a cui fa riferimento anche la Regina, installazione per i bambini, il lavoro che l'artista ha espressamente realizzato per il Castello di Rivoli. Al terzo piano del museo, Enrica Borghi espone questa grande installazione, un abito di dimensioni gigantesche che evoca le regine delle fiabe, ma che svela ben presto al visitatore altri percorsi segreti. In occasione della mostra il dipartimento educazione propone una serie di laboratori e di attività didattiche.
    Enrica Borghi ha indirizzato sin dagli esordi la propria ricerca verso l'utilizzazione dei materiali di scarto, una tematica peculiare di questo fine millennio. L'artista pone l'accento su come l'esasperata produzione coinvolga e modifichi i rapporti sociali. I rifiuti o, da un'ottica opposta, i materiali di recupero sono riconosciuti, ormai a pieno titolo, quali emblemi distintivi della nostra società, segnata dal consumismo. L'artista se ne appropria tramutandoli da oggetti privi di valore, non solo economico, in materiali d'uso creativo, facendone scoprire un'insospettata qualità, oltre che concettuale, funzionale e didattica. Enrica Borghi ha espressamente ideato la Regina per il Castello di Rivoli, un lavoro realizzato utilizzando oltre cinquemila bottiglie di plastica scartate e un quantitativo non definibile di sacchetti di plastica.
    L'esito finale è un gigantesco abito-installazione (altezza quattro metri, diametro cinque metri, lunghezza otto metri), in cui gli scarti del consumismo divengono preziose stoffe, e che evoca, con la sua presenza misteriosa, il personaggio dell'iconografia fiabesca. In esso la texture sembra abbandonare la sua funzionalità per divenire superficie pittorica formando un linguaggio di segni astratti, primari e dinamici che mutano, percorsi dalla rifrazione della luce, di intensità e colore. L'abito, costruzione di materiali di scarto, si trasforma in luogo di incanto e seduzione. Si pone come tramite verso il mondo dell'onirico ed invita il pubblico, non esclusivamente più giovane, a scoprire fra le sue pieghe, itinerari segreti che dal mondo della fiaba possono portare ai territori dell'io inconscio.

  • Brizzolara Carlo

    Carlo Brizzolara nasce a Noceto (Parma) nel 1911. Laureato in Ingegneria all'Università di Bologna, frequenta a Parma Pietro Bianchi, Attilio Bertolucci, Leo Longanesi e Cesare Zavattini, collaborando con articoli, interviste e racconti a "Omnibus", "Successo", "Gazzetta di Parma", "Tuttosport". Come ingegnere lavora prima alla Fiat, poi, nel 1939, alla Olivetti, dove fonda e dirige "Il cembalo scrivano", rivista di cultura e informazione, riservata al personale della ditta, a cui collaborano tra gli altri Franco Fortini, Attilio Bertolucci, Pietro Bianchi. Nel 1935/1936 partecipa alla guerra di Abissinia e, tra il 1940 e il 1946, al secondo conflitto mondiale. Nella battaglia di El Alamein cade prigioniero degli inglesi e viene quindi internato per quattro anni nei campi egiziani. Qui organizza attività culturali per ufficiali e soldati e dà vita ad un teatrino di burattini di tradizione emiliana. E' autore ed illustratore di libri e racconti per adulti e per ragazzi, molti dei quali tradotti in diverse lingue, tra cui Il pennacchio (Vallecchi, 1965), Premio Rubino 1969 per la letteratura giovanile, Titina F5 (Einaudi, 1971), La vita è sport (Einaudi, 1971), Temporale Rosy (Einaudi, 1971), La minghina bastonata (Einaudi, 1975) Companìa zappatori (La Sesia edizioni, 1995) pubblicato postumo dal figlio Francesco.
    E' morto ad Ivrea nel 1986.

  • Burkhard Balthasar

    Balthasar Burkhard è nato a Berna nel 1944.
    Negli anni '60 si iscrive alla scuola d'arte di Berna dedicandosi da subito alla fotografia. Negli anni '70 compie regolari viaggi di studio negli Stati Uniti, dove tiene corsi di fotografia presso l'Università dell'Illinois e collabora anche alla realizzazione di numerosi progetti cinematografici. Le sue opere fotografiche sono caratterizzate da grande profondità poetica e dalla capacità di saper ritrarre in modo atipico soggetti apparentemente semplici.
    Le sue fotografie, generalmente di grandi dimensioni, rappresentano solitamente soggetti comuni (animali, paesaggi, persone) isolati dal loro contesto naturale, inondati di luci ed ombre e rigidamente in bianco/nero.
    Nelle sue opere appare evidente quanto la sua arte sia vicina ad altre forme d'arte quali la scultura, la pittura e l'architettura.
    Fotografo di fama internazionale, ha esposto in mostre personali e collettive di tutto il mondo.
    Balthasar Burkhard vive e lavora a Berna.

  • Buzzati Dino

    Nasce nel 1906 nella villa di famiglia a San Pellegrino, nei pressi di Belluno. I genitori, entrambi di origine veneta, fanno crescere i quattro figli in un clima di agiata borghesia residente a Milano. Dino ne percorre le tappe obbligate: liceo Parini quindi studio e laurea in Giurisprudenza. Le passioni che lo accompagneranno tutta la vita risalgono alle esperienze formative della sua prima infanzia: il disegno, la montagna, la poesia e la musica (studia violino e pianoforte). La precoce morte del padre, Dino ha 14 anni, segna profondamente la sua vita fino diventare quasi ossessione, pensando di essere destinato a morire della stessa malattia. La sua carriera di giornalista comincia nel 1928, ancora prima di laurearsi, quando entra come praticante al Corriere della Sera.
    Tre anni più tardi comincia a collaborare anche con Il Popolo di Lombardia con note teatrali, racconti ma soprattutto come illustratore e disegnatore. Nel 1933 esce il suo primo romanzo Barnabè delle montagne e, nel 1939, l'editore Leo Longanesi su suggerimento di Indro Montanelli, pubblica Il deserto dei Tartari, l'opera destinata a segnare definitivamente il successo letterario del suo autore. A partire dallo stesso anno, per conto del Corriere della Sera, comincia a seguire come cronista e fotoreporter alcuni episodi dal fronte della guerra in Etiopia, e poi presso le battaglie di Capo Teulada e di Capo Matapan e la seconda battaglia della Sirte, fino alla cronaca in diretta delle ore della Liberazione, apparse sulla prima pagina del Corriere della Sera il 25 aprile 1945.
    E' lo stesso anno della pubblicazione di La famosa invasione degli orsi in Sicilia, di cui è autore e illustratore, così come del Libro delle pipe in collaborazione con il cognato G. Ramazzotti. Per il Corriere , periodicamente, interviene anche come critico d'arte. Più avanti collabora anche con La Domenica del Corriere. L'impegno di Buzzati come pittore è da lui stesso considerato prima che un hobby come il proprio mestiere . Diverse sono le mostre personali, specie a partire dagli anni Sessanta. Nel 1971 Garzanti pubblica, aggiungendo le didascalie, i suoi ex voto, I miracoli di Val Morel.
    Isolato rispetto alle correnti della sua epoca, autore del Disimpegno, lontano da ideologie politiche, sensibile al mistero del surrealismo, il riconoscimento della complessa figura di Buzzati romanziere, autore di favole, di racconti, di opere teatrali e di libretti per musica, il poeta, e infine giornalista, autore di cronache, di elzeviri e di interventi sull'arte, è stato in Italia relativamente tardivo. La critica, specie a partire dagli anni Ottanta, ha messo in luce la stretta connessione tra i diversi ambiti di produzione espressiva di Buzzati, per arrivare a cogliere quell'intima relazione di cui lo stesso Buzzati poteva dire: "Dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa. Che dipinga o scriva, io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare delle storie".
    Buzzati è morto a Milano nel 1972.

  • Cage John

    Nato a Los Angeles nel 1912, studia composizione e pianoforte negli Stati Uniti e in Francia, avendo fra i suoi maestri Dillon, Levy, Weiss e Schònberg.
    Fra il 1936 e il 1960 insegna in diverse scuole statunitensi fra le quali il Chicago Institute of Design.
    Fin dall'inizio le sue composizioni hanno un carattere assolutamente sperimentale; più profondamente di altri compositori contemporanei, quali Boulez e Stockhausen, Cage elabora un linguaggio personalissimo che prevede la dissacrazione totale di tutte le regole musicali classiche e tradizionali.
    Musicalmente anticonformista, la sua ricerca musicale è volta al raggiungimento di tecniche sonore originali, sviluppate dalla sua attenzione per l'aspetto percussivo della musica, l'unico che gli permetta veramente di ottenere nuovi ritmi. Significative le sue composizioni per pianoforte preparato di cui è l'inventore.
    I suoi interventi in Europa negli anni '50 suscitano l'immediato interesse delle avanguardie musicali, che trovano in lui una fonte di ispirazione, di stimoli e riflessioni. La dimensione casuale, indeterminata, nella sua musica, il suo rifiuto di compiere vere e proprie scelte compositive, si manifestano in modi diversi: nei quattro libri di Music of Changes (1951), ad esempio, tutto ciò che è scritto è frutto del lancio delle monete dell'I Ching, mentre molti altri lavori si limitano a prescrivere all'esecutore diversi comportamenti, senza preoccuparsi del risultato.
    Conosciuto anche per i suoi saggi critici, le sue poesie e le numerose opere di arte grafica, studioso del pensiero orientale e cultore della filosofia Zen, Cage viene considerato uno dei compositori più interessanti ed inquietanti del nostro secolo.
    John Cage è scomparso nel 1992.

  • Cahun Claude (Schwob Lucy)

    Nasce a Nantes il 25 ottobre 1894. Claude Cahun è lo pseudonimo di genere neutro, sessualmente ambiguo (Claude è nome sia maschile che femminile), con cui Lucy Schwob si autobattezza nel 1917, in polemica aperta con la donna che il mondo circostante vorrebbe che lei fosse.
    Personaggio enigmatico e sfuggente il suo lavoro è stato riscoperto negli anni novanta, in occasione di una sua mostra tenutasi a Parigi e a New York.
    Scrittrice e fotografa, elemento caratterizzante della sua espressione artistica sono i suoi autoritratti, nei quali utilizza costumi e maschere come mezzo per esplorare la propria identità. Gli autoritratti di Cahun, sono una messa in scena sempre diversa di un volto e di un corpo capace di assumere tutte le forme e di cambiare genere tramite tecniche di anamorfosi, accumulazione, ripetizione, spostamento, che spezzano le polarizzazioni rigide su cui si costruiscono i ruoli codificati, sia maschili che femminili, e mostrano soprattutto la più intima estraneità a sé del soggetto.
    Solo nel 1930 la sua produzione esce dall'Atelier du Fond, a Montparnasse, e viene divulgata ufficialmente attraverso la pubblicazione di Aveux non Avenus, un'antologia di aforismi, riflessioni, confessioni, fotografie e collage foto-incisi, realizzata con la sorellastra Marcel Moore (nata Suzanne Malherbe), che le sarà compagna di vita ed arte sino alla morte. A partire dagli anni Venti Cahun produrrà decine di autoritratti: s'immortalerà come una coquette, nei panni di un clownesco body builder, in quelli di una skinhead ante litteram, di un'ammaliante vampira o una bambolina giapponese, facendo emergere nelle proprie trasfigurazioni tutte le esperienze letterarie, teatrali e politiche della Parigi surrealista. Di questa stagione culturale Cahun è animatrice al pari di altre note personalità dell'epoca, ed il suo impegno si protrarrà in patria sino alla fine della guerra, quando l'artista sarà liberata dalla condanna a morte comminatale per la sua propaganda antinazista.
    Claude Cahun è considerata come uno dei principali artisti del movimento surrealista a livello mondiale.
    La sua opera è stata in parte distrutta e in parte dispersa alla morte della sua compagna, Suzanne Malherbe, ma la stessa Chaun, in vita, si è sempre mostrata restia a considerarla arte e ha sempre rifuggito la notorietà e la pubblicità pur partecipando attivamente non solo al movimento surrealista, e in particolare al gruppo Contre-Attaque, ma anche ad esperienze teatrali, diventando, durante la guerra un'attivista politica a fianco della Resistenza.
    Il Jersey Heritage Trust raccoglie una delle più grandi collezioni del mondo del lavoro di Claude Cahun. La collezione comprende fotografie, manoscritti originali, prime edizioni, libri e effetti personali.
    Muore nel Jersey nel 1954.

  • Carmi Eugenio

    Eugenio Carmi nasce a Genova nel 1920. Dopo il diploma in Chimica conseguito all'Ecole Polytechnique Fédéral di Zurigo, nella seconda metà degli anni Quaranta Carmi frequenta lo studio dello scultore Guido Galletti e in seguito quello di Felice Casorati. Consulente artistico dell'Italsider dal 1958 al 1964, tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Numero di Firenze nel 1958. In questi anni lavora sugli smalti a fuoco su acciaio.
    Nel 1963 è fondatore del Gruppo Cooperativo di Boccadasse che dà vita alla Galleria Deposito, attorno alla quale si ritrovano artisti come Max Bill, Victor Vasarely, Konrad Wachsmann. In quegli anni escono i suoi primi libri, tra i quali i libri per ragazzi pubblicati da Bompiani. Nel 1966 è presente alla Biennale di Venezia con la sua prima opera elettronica, la SPCE; l'anno dopo è al Museo di Lund in Svezia con la seconda opera elettronica e sempre nel 1967 escono le sue prime opere di arte moltiplicata.
    Nel 1970 riceve il premio alla Biennale Internazionale di Cracovia; nel 1971 il Museo di Lodz gli dedica una personale, nel 1974 è premiato alla Triennale di Wroclaw. Nel 1973-4 realizza le prime sperimentazioni di trasmissioni televisive a colori per la RAI, con la quale collabora sino alla fine degli anni Settanta. Numerosissime le sue personali in Italia e all'estero. Attualmente vive e lavora a Milano.

  • Cavaliere Alik

    Nato a Roma nel 1926, frequenta il liceo classico laureandosi poi a Milano in Lettere all'Università Statale. Presso l'Accademia di Brera coltiva, contemporaneamente, la sua inclinazione per l'arte conseguendo il diploma nel 1947. Formatosi alla scuola di Giacomo Manzè e di Marino Marini, cui succede alla cattedra di scultura all'Accademia di Brera, ha avuto un ruolo di primo piano nella didattica, nel magistero e nella promozione culturale ed artistica milanese. Tiene la sua prima mostra personale nel 1951 alla Galleria Colonna di Milano e negli anni a seguire le sue numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia lo consacrano a livello internazionale. Numerose sono le mostre alle quali ha partecipato con opere di vario genere, mostrandosi artista eclettico capace di cimentarsi nel collage su carta, nell'acquerello, nei pastelli, nelle tecniche miste fino alla scultura in bronzo, sempre con risultati di successo. A partire dai primi calchi naturalistici reali o fittizi di elementi vegetali, elabora dapprima una serie di sculture-paesaggio, quindi, in scala ambientale, scenografie ipertrofiche di gusto barocco, dove la figura umana è chiamata a recitare la propria anonima vicenda quotidiana.
    Nelle sue opere si intravedono risonanze espressioniste o legate ad un certo surrealismo, che l'autore reinterpreta secondo le sue personali sensazioni; tramite la materia racconta storie intrise di sogno, sentimento magico. Le sue creazioni, specialmente le figure, sono spesso malinconiche e silenti, i personaggi barcollanti alla ricerca di qualcuno e di qualcosa, possibilmente collegato alla natura.
    Grande sperimentatore, oltre che a livello creativo, anche per l'uso di materiali più diversi e inusuali: attraverso la manipolazione di ferro, resina, bronzo, alluminio, vetro, cristallo, ceramica, fili metallici, stoffa ed altro ancora, ha sempre lavorato con impegno, anche sotto il profilo umano e sociale, per un'arte che possa divenire sinonimo di vita, e di conseguenza, un 'arte che si prenda carico di drammi, tensioni, desiderio di comunicare e condividere sentimenti.
    Alik Cavaliere muore a Milano il 5 Gennaio 1998.

  • Charlip Remy

    Remy Charlip è nato a Brooklyn nel 1929.
    Personaggio eclettico e di grande talento, ha svolto e svolge tuttora svariate attività nel mondo dell'arte. Scrittore, illustratore di libri per l'infanzia, ballerino, coreografo, grafico, commediografo, costumista, autore di canzoni, ha diretto scuole di teatro e di danza in Europa e negli Stati Uniti, dove ha anche insegnato presso le Università di California e di Harvard.
    I suoi libri per ragazzi, allegri, coloratissimi ed accattivanti, sono caratterizzati da una tecnica narrativa innovativa fatta di giochi di parole e di semplici esercizi di lettura; Charlip lavora con materiali molto diversi: matite, colori ad acqua, inchiostri, collage e fotografie.
    Per la sua attività di autore ed illustratore di libri per ragazzi, ma soprattutto come artista totale, ha conseguito premi e riconoscimenti negli Stati Uniti Francia, Russia ed Italia.
    Il suo libro Arm in Arm è stato premiato nel 1997 alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna.
    Attualmente vive e lavora a San Francisco.

  • Costantini Flavio

    Flavio Costantini nasce a Roma nel 1926. Dopo essere stato capitano di lungo corso, nel 1955 si trasferisce a Genova, dove comincia a lavorare nella grafica e nel design per l'industria tessile. L'opera di Costantini, almeno sino alla metà degli anni Settanta, si richiama a forti ispirazioni politiche (dapprima comuniste, poi anarchiche).
    Le sue opere hanno un impatto immediato, facendo contrastare un elemento fotografico - un ritratto - con uno sfondo architettonico descritto minuziosamente. Con la fine degli anni Settanta subentra la disillusione politica: i messaggi delle sue opere diventano criptici, attingendo al simbolismo delle opere di Kafka. Con gli anni Ottanta, nuova allegoria del mondo contemporaneo, diventa il naufragio del Titanic, che è il naufragio della società capitalistica e dei suoi valori, della presunzione di dominio sul proprio destino.
    La produzione di Costantini resta molto limitata. Tra le sue esposizioni vanno ricordate le partecipazioni alla Quadriennale di Roma nel 1972 e alla Biennale di Venezia del 1984. Ha illustrato molti classici della letteratura italiana, oltre al Cavallino di fuoco di Majakovskij, a Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij e a La linea d'ombra di Conrad.

  • Cox Paul

    Nasce a Parigi nel 1959 da una famiglia di musicisti di origine olandese, studia storia dell'arte e ben presto lavora nel campo della scultura e della pittura.
    Parallelamente al suo lavoro di artista disegna loghi, come ad esempio quello per la Seuil Jeunesse, pubblica una decina di libri per bambini, progetta numerose affiches ed è l'autore di grandi manifesti pubblicitari per la campagna culturale del Comune di Parigi nel 1997.
    Nello stesso anno realizza scene e costumi per L'histoire du soldat di Stravinsky a Nancy e alcuni giochi come ad esempio le serie di carte modulari A sentimental Journey e La Carte du tendre perpetuel.
    Nel 2004 per le edizioni Seuil ha pubblicato Coxcodex 1 primo numero di una serie di pubblicazioni periodiche che raccolgono l'insieme dei suoi lavori (pittura, grafica etc.).

  • Cucchi Enzo

    Enzo Cucchi nasce a Morro d'Alba, in provincia di Ancona, nel 1949. Si avvicina alla pittura da autodidatta, vincendo anche dei premi. Si disinteressa poi a questa attività, attirato piuttosto dalla poesia e frequenta personalità come Milo De Angelis, responsabile della rivista Tau.
    Nella cerchia dell'editore La Nuova Foglia di Macerata, presso cui pubblica la sua raccolta di scritti Il veleno è stato sollevato e trasportato (1976), incontra il critico Achille Bonito Oliva. Alla metà degli anni Settanta si reca frequentemente a Roma, dove riprende il suo interesse per l'attività artistica. Qui incontra il gallerista e critico Mario Diacono, con cui espone in Italia e negli Stati Uniti, e gli artisti Sandro Chia e Francesco Clemente, con i quali lavora a stretto contatto.
    Nel clima di fermento artistico vissuto a Roma, Cucchi presenta nel 1977 una installazione di disegni d'Arte, mentre nello stesso anno tiene a Milano la sua prima mostra personale. Fin dall'inizio il suo lavoro s'impone per l'originalità, rispetto alle tendenze predominanti alla fine degli anni Settanta. Adottando lo sperimentalismo tipico di quelle tendenze, Cucchi recupera però anche i mezzi espressivi più tradizionali del fare arte. Le sue sono installazioni dei più diversi materiali, dislocati liberamente nello spazio espositivo, ma utilizzati come supporto dell'immagine: dipinta, scolpita, disegnata.
    Espone presso molte gallerie italiane. All'inizio degli anni Ottanta comincia ad essere riconosciuto anche all'estero come un artista fra i più rappresentativi della nuova temperie culturale, che fa del ritorno alla figurazione il tratto distintivo del decennio. La sua attività espositiva si fa intensa. Ma gli interessi poliedrici di Cucchi spaziano oltre l'attività espositiva vera e propria. Diverse sono le sculture permanenti all'aperto, come quella senza titolo installata al Bruglinger Park di Basilea (1984) e presso il Lousiana Museum of Art di Humlebaek, Copenhagen (1985), o ancora la fontana nel giardino del Museo Pecci di Prato (1988) e la "Fontana d'Italia" all'ingresso della York University di Toronto (1993).
    Tuttora in corso è la collaborazione con l'architetto svizzero Mario Botta, impegnato nel progetto di una chiesa a Monte Tamaro in Canton Ticino, per la quale Cucchi ha realizzato le decorazioni interne e l'altare maggiore. Il suo stretto rapporto con poeti e scrittori come Paolo Volponi, Goffredo Parise, Giovanni Testori, Ruggero Guarini, Alberto Boatto, Paul Evangelisti, ha spinto Cucchi a disegnare per i loro libri, e i letterati a scrivere del lavoro dell'artista. Cucchi ha inoltre lavorato anche nell'ambito del teatro, disegnando scene e costumi per La Bottega Fantastica di Rossini e Respighi per Rossini OperaFestival 1982 a Pesaro, Pentesilea di Von Kleist (1986), Tosca di Puccini al Teatro dell'Opera di Roma (1990-1991), Le esequie della Luna di Pennisi a Gibellina (1991) ed Elogio della follia da Erasmo (1992).
    Per Cucchi la pittura, la scultura e il disegno (l'artista è senz'altro uno dei più interessanti disegnatori della sua generazione) diventano gli strumenti necessari per esternare la propria interiorità; le sue immagini appartengono ad un universo poetico spesso allusivo al mondo popolare e alla sua cultura oppure si danno come l'emissione diretta dell'inconscio. La sua è una forma d'arte radicata nella memoria esistenziale, ma che riesce ad essere coinvolgente in senso emotivo ben al di là dell'appartenenza ad una comunità distinta.
    Enzo Cucchi vive tra Ancona e Roma, dove si è trasferito dal 1984, e sia la città di elezione sia la terra d'origine ricorrono spesso fra i temi della sua opera.

  • Curtil Sophie

    Sophie Curtil è nata a Parigi nel 1949. Fin da piccola frequenta i laboratori d'arte per bambini di Arno Stern all'"Académie du Jeudi" quindi all'"Atelier des moins de quinze ans" ed al "Musée des Arts décoratifs"; prosegue poi negli studi artistici a Parigi e a Praga, dedicandosi in seguito per una decina d'anni all'incisione. Nel 1973 inizia ad occuparsi di infanzia con l'apertura, a Parigi, di un laboratorio di pittura per bambini. Nello stesso anno collabora con l'Atelier des enfants del Centro Pompidou e, dal 1977 al 1987, é animatrice al Musée national d'art moderne.
    Nel 1985 crea la collana di libri L'art en jeu, (Edizione Centre Georges Pompidou, Paris), che dirige insieme ad Elisabeth Amzallag-Augé. Attualmente lavora presso il Servizio d'Azioni Educative del Centro Pompidou, dedicandosi in particolar modo agli ipo e ai nonvedenti. Su richiesta del museo d'arte africana "Dapper", ha ideato nel 1991 la collana KITADI (Editions Dapper, Paris). E' autrice di una quindicina di titoli in queste due collane e co-autrice, insieme a Milos Cvach, di L'Art par 4 chemins.
    Nel 2000 il Centre National du Libre le assegna una borsa di studio per la progettazione di una serie di libri artistici tattili per bambini non vedenti. Il primo titolo, Ali ou Léo? (2002), é realizzato con la tecnica delle impronte, attività che si riallaccia ai suoi studi passati nel campo dell'incisione. Sophie Curtil tiene spesso laboratori d'arte per bambini e si occupa di formazione per insegnanti e bibliotecari.

  • Cvach Milos

    Nasce in Moravia (ex Cecoslovacchia) il 10 maggio 1945, dopo aver seguito studi di disegno, incisione, pittura e scultura all'Ecole des Métiers d'Art di Brno, prosegue la sua formazione all'Académie des Beaux-Arts di Praga. Arriva in Francia nel 1973, si stabilisce a Parigi, alla Cité Internazionale des Arts.
    Nel 1973 inizia ad insegnare all'università di Paris I, Panthéon-Sorbonne. Nel 1977 diventa animatore al Musée National d'Art Moderne e a partire dal 1980 è professore, prima all'Ecole d'Art de Quimper, successivamente all'Ecole des Beaux-Arts di Valenciennes, dove insegna tuttora.
    Nel 1987 vince una borsa di studio del Governo degli Stati Uniti e si trasferisce oltre Atlantico per diversi mesi, durante i quali è anche chiamato a collaborare con la Yaddo Colony Foundation, nello Stato di New York.
    Le sue sculture in legno laccato, i suoi disegni in carboncino, inchiostro e pastello, le sue incisioni a bulino, sono esposte regolarmente sia in Francia che all'estero. Ha realizzato alcune opere su commissione pubblica, diversi libri d'artista e alcuni libri sull'arte per i bambini, tra i quali L'art par 4 chemins in collaborazione con la compagna Sophie Curtil, edito nel 2003 da Milan Jeunesse.
    Vive a Parigi e a Valenciennes.

  • Da Silva Vieira

    Maria Elena Vieira da Silva nasce a Lisbona (Portogallo) nel 1908.
    Fin dall'età di 11 anni si dedica al disegno e dai 16 anni alla scultura.
    A vent'anni si trasferisce a Parigi per frequentare l'accademia La Grande Chaumiére, negli anni successivi frequenta l'Accademia di Léger e Stanley William Hayter's Atelier 17 e si sposa con il pittore ungherese Arpad Szenes.
    Nel 1932, per perfezionarsi, frequenta l'Atelier di Roger Bissiére all'Accademia Ranson, il quale la presenta alla gallerista Jeanne Bucher, che organizza nel 1933 la sua prima mostra personale e la sostiene durante tutto il suo percorso artistico, esponendo regolarmente i suoi lavori.
    Durante la seconda guerra mondiale si trasferisce in Portogallo, poi in Brasile ed é proprio il periodo brasiliano (1940-1947) che fa fiorire la sua arte. Negli anni successivi alla guerra i suoi dipinti, le sue incisioni, i suoi arazzi e le sue illustrazioni vengono esposte nei più grandi musei del mondo.
    Muore a Parigi nel 1992.

  • Dalisi Riccardo

    Riccardo Dalisi nasce a Potenza nel 1931. Laureato in architettura al Politecnico di Napoli, abbandona agli inizi degli anni settanta l'insegnamento in facoltà e organizza, con gli studenti, azioni militanti e di carattere pedagogico nei quartieri poveri di Napoli, sperimentando laboratori didattici di architettura con i bambini e organizzando performance utilizzando materiali di recupero. Questa esperienza sfocia nel periodo dei global tools (un sistema di laboratori per la propagazione dell'uso di materie e tecniche naturali e relativi comportamenti, che si poneva come obiettivo di stimolare il libero sviluppo della creatività individuale), che lo vede protagonista. Da quest'esperienza nasce il suo interesse per il design che lo porta a realizzare oggetti, per diversi marchi tra i quali, Baleri, Glass, O Luce, Zabro (Zanotta).
    Negli ultimi vent'anni anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l'architettura, il design, la scultura, la pittura, l'arte e l'artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona.
    Nel 1981 ha vinto il Compasso d'Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana (Alessi).
    La sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore è stata oggetto di mostre nazionali e internazionali.

  • De Biasi Mario

    Nato a Sois (Belluno) nel 1923, inizia a fotografare nel 1945 in Germania, dove viene deportato durante la seconda Guerra Mondiale.
    Rientrato in Italia, frequenta per alcuni mesi il Circolo Fotografico Milanese, dove organizza la sua prima esposizione nel dicembre del 1948.
    Nel 1953 viene assunto come fotografo nella redazione di Epoca, dove resterà per oltre trent'anni. Sotto la direzione di Enzo Biagi prima e di Nando Sampietro poi, realizza i suoi più famosi réportages, viaggiando incessantemente per ogni angolo del mondo.
    In oltre cinquant'anni di attività, è stato autore di oltre sessanta libri fotografici, ed insignito di numerosi premi internazionali, tra i quali l'Erich Salomon Preis, a Colonia nel 1964, il premio Saint Vincent per il giornalismo, nel 1982, e un premio alla carriera al Festival di Arles, nel 1994.
    Innumerevoli le mostre che, sia in Italia che all'estero, gli sono state dedicate; una speciale menzione meritano la personale organizzata a Colonia, nell'ambito della mostra Gli Universalisti, presso la Photokina del 1972, e la partecipazione alla mostra The Italian Metamorphosis, al Solomon Guggenheim Museum di New York, nel 1994 nella quale la sua foto Gli italiani si voltano è stata usata come poster della manifestazione.
    Tra i reportages più famosi quello sulla rivolta d'Ungheria del 1956, le immagini di New York negli anni Cinquanta e celebri ritratti come quelli di Marlene Dietrich, Brigitte Bardot e Sofia Loren, ma si è occupato anche di sport, natura, cinema e architettura.
    Ancora oggi svolge un'intensa attività sia come fotografo che come docente in numerosi workshops di fotografia, affiancando a quest'attività anche quella di disegnatore.
    Bruno Munari ha scritto di lui: "Ha fotografato rivoluzioni, uomini famosi, paesi sconosciuti. Ha fotografato vulcani in eruzione e distese bianche di neve al Polo, a 65 gradi sotto zero. La macchina fotografica fa parte ormai della sua anatomia come il naso e gli occhi".

  • De Chirico Giorgio

    Giorgio De Chirico nasce nel 1888 a Volos, capitale della Tessaglia (Grecia).
    Due anni dopo ad Atene nasce il fratello Andrea, che per la sua attività di scrittore e musicista adotterà lo pseudonimo di Alberto Savinio.
    In questi anni Giorgio, assecondato dal padre nella passione per l'arte, prende le prime lezioni di disegno dal pittore greco Mavrudis. Proprio ad Atene realizza il suo primo quadro dal titolo "Natura morta con limoni". Nel 1906, a seguito della morte del padre, la famiglia si trasferisce in Germania dove Giorgio frequenta l'Accademia di Belle Arti ed entra in contatto con la cultura artistica, letteraria e filosofica tedesca. Legge Schopenauer, Nietzsche e Weininger, approfondisce lo studio della pittura antica e studia l'arte di Arnold Bòcklin. Nel 1908 rientra in Italia e nel 1910 si trasferisce a Firenze dove subisce l'influenza di Giotto e della pittura primitiva toscana, indirizzandosi verso una pittura ricca di impianti prospettici e di costruzioni a forma di arcate. Nasce così uno dei suoi primi quadri metafisici: "Enigma di un pomeriggio d'Autunno". Nell'estate del 1911 si trasferisce a Parigi dove ha inizio la sua vera carriera artistica, a contatto con gli ambienti dell'avanguardia artistico-culturale francese ed in seguito con il poeta Guillaume Apollinaire. Nello stesso anno, grazie all'interessamento del fratello, viene presentato a Pierre Laprade, membro della giuria del Salon d'Automne, per il quale espone tre opere: "Enigma dell'Oracolo", "Enigma di un pomeriggio" e "Autoritratto". In occasione dell'esposizione, nel 1913, di altre tre sue opere al Salon des Indépendants a Parigi viene notato da Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire grazie ai quali stringe amicizia con Brancusi, Braque, Jacob, Soffici, Lòger e Derain. Nell'autunno di quello stesso anno Apollinaire organizza nell'atelier dell'artista una mostra di trenta opere e recensisce De Chirico su "L' intransigeant" utilizzando il termine "metafisico". Riviste e giornali pubblicano le sue opere ed elogiano le sue qualità creative. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale rientra in Italia e viene assegnato all'Ospedale di Ferrara dove svolge un lavoro sedentario in quanto considerato inabile al lavoro. Continua a mantenere stretti rapporti con l'ambiente parigino ed entra in contatto con il movimento Dada. Nel 1916 dipinge i suoi celebri "Ettore e Andromaca" e "Le Muse inquietanti" e frequenta l'ambiente artistico di Ferrara: conosce Filippo De Pisis ed inizia una corrispondenza con Carrè, che conoscerà durante un ricovero in ospedale militare. Carrè rimane affascinato dal mondo poetico e dai temi artistici di De Chirico, dipingendo una serie di opere di chiara matrice metafisica. Nasce la "pittura metafisica", teorizzata di li a poco sulla rivista "Valori Plastici". Nel 1918 ottiene il trasferimento a Roma. Qui collabora alla suddetta rivista ed espone nelle sale del giornale "Epoca" insieme a Prampolini, Carrè, Soffici. Nel 1919 presenta la sua prima mostra personale alla Galleria d'Arte di Anton Giulio Bragaglia e pubblica lo scritto "Noi metafisici". Da questo momento in poi inizia per De Chirico un periodo ricco di esposizioni in tutta Europa, in particolare in Francia, ed un discreto interesse per le sue opere nasce anche negli Stati Uniti. La sua pittura viene apprezzata da tutti i massimi artisti dadaisti e surrealisti ma anche dagli artisti tedeschi del "Realismo Magico", quelli del "Bauhaus" e della "Nuova Oggettività". Nel 1925 sposa la ballerina russa Raissa Gurievich Kroll. Nel 1928 tiene la sua prima personale a New York presso la Valentine Gallery, poco dopo espone a Londra. Pubblica il romanzo "Hebdémeros" nel 1929. In questi anni, oltre alla pittura, si dedica, infatti, alla scrittura ma anche alle scenografie per spettacoli teatrali e balletti. Continua ad esporre nelle più importanti gallerie d'arte sia in Europa che in America, ed incontra Isabella Far, che diventerà nel 1952 la sua seconda moglie. Pochi mesi dopo il suo novantesimo compleanno, il 20 novembre 1978, Giorgio De Chirico muore a Roma.

  • De Poli Fabio

    Fabio De Poli, uno dei principali esponenti della cosiddetta pop art europea, nasce a Genova nel 1947; cresce a Firenze, dove, nel 1964, frequenta l'Istituto d'Arte specializzandosi in grafica pubblicitaria sotto la guida di Lucio Venna. Dal 1968 partecipa alle principali manifestazioni artistiche, si interessa quindi di design industriale ed è per due anni art director della ditta Giovannetti, per la quale realizza due letti oggetto CAMEL BED e DOG e partecipa a numerose personali e collettive.
    Nel 1981 chiude un ciclo di lavoro durato dieci anni raggruppando le varie esperienze in una mostra dal titolo Gulliver continua.
    Nel 1982 realizza con la collaborazione di Stefano Fiorelli lo spazio espositivo La Parete presso l'interno 92 di Firenze. Si trasferisce quindi a Roma dove inizia un nuovo ciclo di lavori intitolato Roma. Nel 1989 realizza per Loriano Bertini un libro unico dedicato a Jean Cocteau e per il GEF (Gruppo Editoriale Fiorentino) la copertina del libro di Graziella Magherini La sindrome di Stendhal, inizia quindi il progetto per la realizzazione di due fontane da collocare nell'antico borgo toscano di San Donato in Poggio.
    Negli anni '90 collabora con Augusto Caminito e Scena Film di Roma all'uso sperimentale della pittura d'autore nel cinema contemporaneo, partecipa alla mostra Libro d'artista italiano al Museum of Modern art di New York in occasione delle celebrazioni Colombiane, progetta una serie di lavori dedicati a Leonardo da Vinci per la fondazione Hammer di Los Angeles e pubblica quindi, per le edizioni Stefanini & Stefanini di Firenze, due libri impossibili: Le mie esperienze con la bambola di gomma e Cappuccetto Rosso e Re Artù.
    Nel 1994 progetta per la Regione Abruzzo, Vulcano di pace, un monumento dedicato ai martiri delle Fosse Ardeatine e realizza quindi l'immagine per la campagna contro il fumo della Lega Italiana per la lotta contro i tumori e l'immagine "per non dimenticare Sarajevo" a cura di Rodolfo Lacquaniti.
    Nel 1999 Realizza la sua prima mostra virtuale su internet, sul sito www.bdart.com, THE MOST BEAUTIFUL ART EXHIBITION IN THE WORLD.
    Vive a Firenze.

  • De Saint Phalle Niki

    Niki de Saint Phalle è nata nel 1930 a Neuilly-sur-Seine, Francia, da padre francese e madre americana. La doppia nazionalità ha contribuito a farne una cittadina del mondo, poliglotta, legata ad amicizie internazionali e a luoghi lontani dove ha lavorato e vissuto, realizzando opere guidate dalla fantasiosa vivacità artistica che la distingue.
    Cresce a NewYork dove la famiglia si trasferisce alla fine degli anni Venti. A 18 anni comincia a dipingere, quindi si sposa con lo scrittore Harry Mathews e si trasferisce in Europa (Parigi, Nizza, Maiorca).
    A Barcellona scopre l'architettura di Gaudí la cui influenza marcherà profondamente le sue opere future ed il suo percorso artistico, caratterizzato da esplosioni cromatiche e dalle forme enormi e rotonde delle sue creature.
    All'inizio degli anni '60 risalgono le sue prime mostre di pittura e comincia una lunga ed attiva collaborazione con lo scultore Jean Tinguely. Fa parte del gruppo dei Nuovi Realisti e partecipa con Robert Rauschenberg, Jasperjohns e Tinguely al concerto Variations Il di John Cage che si terrà all'ambasciata degli Stati Uniti a Parigi. Assieme a Tinguely costruisce la Hon, una gigantesca Nana incinta e sdraiata sulla schiena, per il Moderna Museet di Stoccolma, quindi Il Paradiso Fantastico, un gruppo di nove sculture per l'Expo '67 a Montreal e collabora in seguito alla realizzazione di una scultura monumentale a Milly-Ia-Forêt che si intitolerà Il Ciclope.
    Nel parco Rabinovitch a Gerusalemme costruisce un mostro-scultura per bambini, Le Golem. A Knokke-le-Zout, in Belgio, costruisce una casa-giochi per bambini, il Drago. Scrive e realizza il suo primo film, Daddy, in collaborazione con Peter Whitehead ed a breve distanza il secondo, Camelia e il Drago o Un sogno più lungo della notte.
    Fra il 1979 e il 1996 si concentra principalmente sulla costruzione del Giardino dei Tarocchi a Garavicchio, nel sud della Toscana. Si tratta di un gruppo di ventidue sculture/architetture monumentali, alcune delle quali sono abitabili, che si ispirano agli arcani maggiori dei Tarocchi. Sono costruite in cemento armato e ricoperte da un mosaico di specchi, vetri e ceramiche colorate.
    Nel 1986 realizza, sempre insieme a Tinguely, la Fontana Stravinsky, accanto al Centre Georges Pompidou di Parigi; partecipa alla campagna contro l'AIDS scrivendo ed illustrando il libro AIDS : You can't catch it holding hands, che viene tradotto in cinque lingue.
    Verso la fine degli anni '90 si trasferisce in California dove passa buona parte dell'anno a lavorare. Realizza un gruppo di otto serigrafie intitolato Diario Californiano e lavora con l'architetto Botta sul progetto della costruzione di un'Arca di Noè monumentale per la città di Gerusalemme.
    Le retrospettive e le mostre a lei dedicate vengono ospitate in tutto il mondo.
    Niki de Saint Phalle é scomparsa a San Diego, in California, nel 2002.
    Schwitters Kurt Nasce ad Hannover nel 1887. Pittore ed artista eclettico, fu attivo in diverse correnti del suo tempo, tra cui il dadaismo, il costruttivismo, il surrealismo; viene ricordato in modo particolare per l'utilizzo di mezzi d'avanguardia come il suono, il collage e il dattiloscritto e come fondatore del Dada ad Hannover.
    Dopo aver seguito i corsi di disegno all'Accademia di Dresda e quindi a Berlino inizia una ricerca autonoma ispirata dall'Espressionismo e dal Cubismo. Tra il 1917-18 fa il disegnatore di macchine nelle ferriere di Wuffel e frequenta quindi i corsi di architettura ad Hannover. Nel 1919 compone il suo primo "Merzbild". I suoi "Merzbildern" ("Merzbild 25A - La costellazione", "Quadro Merz con cerchio verde") testimoniano lo stretto rapporto dell'esperienza dadaista con gli oggetti che l'artista raccoglie per la strada ed accatasta nel suo appartamento; le sue opere-oggetto sono costituite da diversi elementi tra i più disparati, casualmente tratti dalla quotidianità, assemblati su tavole su cui poi Schwitters interviene pittoricamente.
    Opera particolarmente significativa di quel periodo é il "Merzbau", un ambiente realizzato in gesso, legno e altri vari materiali all'interno del suo appartamento, andata distrutta nel corso della guerra e considerata un'anticipazione delle innumerevoli installazioni degli anni a venire.
    Nelle sue opere cerca il riscatto estetico di una quotidianità fatta di oggetti di scarto, detriti che entrano a far parte dell'opera d'arte al pari delle componenti tradizionali del quadro, dichiarando allo stesso tempo il rifiuto di quella pittura gradevole che la tradizione accademica ancora ricerca.
    Oltre che artista é anche scrittore e compone inoltre collage poetici e poemi fonetici; collabora alla rivista "Der Sturm" e fonda poi la rivista "Merz" (termine derivato da un frammento di "Kommerz" presente in un ritaglio di giornale da lui usato per un collage, intitolato appunto "Merzbild"), considerata il contributo tedesco al movimento dadaista.
    Nel 1937 abbandona la Germania per motivi politici per trasferirsi in Norvegia e quindi, nel 1940, in Inghilterra dove muore nel 1948.
    La città di Hannover gli ha intitolato una piazza dove sorge il Museo d´arte contemporanea che ospita un archivio a lui dedicato.

  • De Santis Alfredo

    Alfredo De Santis nasce a Roma nel 1941. Inizia a disegnare all'età di sei anni, frequenta quindi il liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti di Roma negli anni in cui insegnano Turcato, Consagra e Mafai. Lui stesso afferma che la sua formazione artistica però è avvenuta anche, e soprattutto, tra il gruppo di fantastici coetanei che in quel periodo avevano come luogo d'incontro la libreria "Ferro di Cavallo", gestita da Agnese de Donato e frequentata da Schifano, Novelli, Burri, Perilli, Sinisgalli, Pagliarani, Giuliani.
    Nel gennaio del 1962 conosce Folco Lucarini, che lo convince a partire per Milano e, proprio nel suo studio, la carta, le colle, le riviste, diventano i personaggi delle storie che va inventando. Questa esperienza lo porta ad amare i lavori di Michele Provinciali, Pino Tovaglia, Giancarlo Iliprandi e Folco Lucarini, stampati sui "Quaderni Imago" editi da Bassoli Fotoincisioni, scopre anche il segno come racconto.
    Lui stesso definisce gli anni milanesi una grande lezione di metodo e di libertà inventiva, che gli fecero scoprire la sua doppia natura di narratore a cavallo tra la grafica e la pittura.
    Nel 1964 torna a Roma e apre il suo primo studio professionale; i suoi lavori spaziano tra l'editoria, la politica e il cinema. Realizza alcuni libri per ragazzi per Bompiani e Emme Edizioni e una favola industriale sulla nube di Seveso per AMZ di Milano. Cura quindi il progetto grafico per la Nuova Italia Scientifica e la nuova veste grafica per il quotidiano "II Lavoro" di Genova. Per la campagna elettorale delle elezioni politiche del 1972, disegna una serie di manifesti per il PSIUP e dal 1973 al 1977, progetta la parte grafica del settore stampa e propaganda della federazione romana del PCI. Ha realizzato molte sigle grafiche per i cicli cinematografici della RAI e curato numerose rassegne cinematografiche come Le Giornate del Cinema Muto, La Mostra Internazionale del Telefilm, La Commedia all'italiana.
    A queste attività affianca il lavoro di pittore con un diario grafico-pittorico che lo porta negli anni a creare storie come: Alfazoo, Il Tappeto volante, L'occhio americano, La poltrona di Mary, I giorni della fionda.
    I suoi lavori sono stati pubblicati da: Novum, Art Directors Club Milano, Idea, Graphicus, Modern Publicity, Visual Design, Pubblicità in Italia, Deco Press, Graphis, Linea Grafica, Italian Illustrators, ABC Verlag Ziirich, Ottagono, Domus, Japan Pubblications Trading Co.

  • Delaunay Sonia

    Sonia Terk Delaunay nasce a Odessa nel 1885 da famiglia russa. Studia disegno a Karlsruhe e si appassiona all'Impressionismo che conosce attraverso le opere di Meier Graefe. Nel 1905 si trasferisce a Parigi e studia all'Académie de la Palette, dove incontra Ozenfant, Segonzac, Boussingault. Nel 1907 inizia a dipingere opere figurative dai colori intensi, in cui è evidente l'influenza di Van Gogh, Gauguin, e di Fauves. Nel 1908 espone alla Galerie Nòtre-Dame-des-Champs, ne sposa in seguito il proprietario, il critico d'arte tedesco Wilhelm Uhde e da lui viene introdotta nell'ambiente artistico parigino dove conosce tra gli altri Picasso, Braque, Vlaminck. Nel 1910 sposa in seconde nozze il pittore Robert Delaunay e con lui si stabilisce a Parigi. Nel 1912 dipinge le prime opere astratte, realizza i primi collage, rilegature di libri e velette per cappelli. Nel 1913 crea i primi abiti simultanei oltre alle illustrazioni di alcuni libri, studi per manifesti e costumi teatrali per il balletto. Allo scoppio della prima guerra mondiale i Delaunay si trasferiscono in Spagna.
    Tra il 1917-18 incontra Diaghilev che la lancia nel mondo della moda; nello stesso periodo disegna i costumi per il balletto Cleopàtre; inizia a frequentare Stravinskij, De Falla, Perret e Le Corbusier e si lega al dadaismo di Zurigo attraverso Tristan Tzara.
    Dopo la morte del marito Robert Delaunay avvenuta nel 1941, Sonia intensifica la sua attività d'artista nei diversi settori della moda e della pittura, realizzando quadri, illustrazioni, costumi, arazzi, pubblicando ed esponendo a livello internazionale. Nel 1975 riceve la Legion D'Onore e disegna un manifesto per l'UNESCO in occasione dell'Anno Internazionale della donna. Nel 1976 il Centre G. Pompidou organizza una mostra itinerante delle sue opere.
    L'originalità e la varietà delle sue creazioni affondano le radici in quel crogiolo di luoghi, culture e personaggi che segnano le varie tappe della sua esistenza
    La sua pittura s'ispira al movimento del corpo che danzando si fa cerchio, quadrato, rettangolo; lo trasfigura nella luce e nel colore; ne trascrive la dinamica coreografia. è il segreto, come rivelerà lei stessa, del suo rutilante repertorio di forme e cromie: "Ho studiato l'espressione della danza attraverso i contrasti e i movimenti dei colori, tramite la loro interazione. Imprimere quanto più moto ai colori mediante la loro azione reciproca. Penso che la sonorità e il movimento visivo dei colori siano un dominio vergine dal punto di vista plastico".
    Muore a Parigi il 5 dicembre del 1979.

  • Dix Otto

    Nasce nel 1892 a Untermhaus presso Gera da una famiglia proletaria. Dal 1909 al 1914 studia alla Scuola di Arti Figurative a Dresda. Volontario nella Prima Guerra Mondiale, combatte nella campagna delle Fiandre, in Francia, in Polonia e in Russia.
    Le atroci esperienze sul fronte lasceranno tracce indelebili nella sua vita e lo renderanno particolarmente sensibile alle ingiustizie e all'ipocrisia della società borghese del dopoguerra.
    Dal 1919 al '22 è assistente all'Accademia di Dresda e co-fondatore della "Nuova Secessione di Dresda, Gruppo 1919", nonché membro della "Novembergruppe"; a questo periodo appartengono le sue opere dadaiste. Tra il 1922 e il 1925 è a Düsseldorf dove frequenta il Circolo di Johanna Ey. Esegue quindi un ciclo di incisioni di decisa condanna agli orrori della guerra, descritta in tutta la sua brutalità e passa dal Dadaismo a un realismo proletario e ad un verismo di critica sociale. Partecipa alla mostra della Nuova Oggettività a Mannheim. Entra nel "Gruppo Rosso" e con gli altri artisti che ne fanno parte espone in una mostra itinerante in Unione Sovietica. Nel 1927 è professore all'Accademia di Dresda e membro dell'Accademia Prussiana. Nella Germania nazista le sue tele causano un tale turbamento al punto da essere spesso rimosse dai musei e dalle gallerie d'arte. Dix viene rimosso dalle cariche pubbliche e, nel 1934, la sua arte è dichiarata "degenerata": gli viene vietato di esporre e 260 sue opere sono sequestrate dalle collezioni pubbliche. Nel 1939, dopo un breve periodo di carcere, si trasferisce nel sud della Germania, rifiutandosi di lasciare il paese. Richiamato sotto le armi con la mobilitazione generale, malgrado l'età, nel 1945 viene fatto prigioniero dall'esercito francese. Nel 1946 si stabilisce sul lago di Costanza. Nel 1955 è nominato membro ufficiale dell'Akademie der Künste di Berlino Est. Nello stesso anno partecipa a Dokumenta I di Kassel.
    Muore a Singenhonentwiel nel 1969.

  • Don Backy (Aldo Caponi)

    Aldo Caponi, in arte Don Backy, nasce a Santa Croce sull'Arno (Pisa) nel 1939.
    Nel 1955 esplode la sua grande passione per il rock'n'roll che lo spinge ad intraprendere la carriera di cantante ed autore; si esibisce con diversi gruppi musicali fino a quando, nel 1961, entra a far parte del Clan di Adriano Celentano. Negli anni successivi firma una serie di successi e partecipa ad importanti manifestazioni canore.
    Nel 1968, uscito dal Clan, fonda una sua etichetta, la Amico, con la quale pubblica i suoi successi, continuando ad alternare l'attività di cantante a quella di attore per importanti registi italiani, intrapresa nei primi anni Sessanta.
    Nel corso degli anni Settanta realizza Sognando, una commedia musicale basata su fumetti e musica da lui ideati, cura le colonne sonore di diversi film, escono alcuni suoi libri ( Io che miro il mondo, 1967, Cielo O'Connor & Franz il guercio soci a Parigi, 1970, Radiografia ad un pupazzo di neve, 1973), ed intraprende anche l'attività di pittore, realizzando centinaia di quadri.
    Nel decennio successivo si dedica a concerti e recital in cui rispuntano le sue antiche passioni: il rock'n'roll e la canzone demenziale e ironica.
    Fino al 1994 produce, con la sua nuova edizione musicale e discografica Ciliegia Bianca, sette album originali e due compilation, scrive musiche per il teatro e partecipa con successo a trasmissioni televisive. Nella seconda metà degli anni Novanta esce, pubblicata dall'Isola che c'è, l'edizione letteraria da lui fondata nel 1996, la trilogia Memorie di un Juke box: Rock and Roll (1996), Storie di strada Beat (1997) e C'era una volta il Clan (1998).
    Nel 2002 esce Clanyricon, vita del Clan in strisce satiriche 1962/1968.
    Autore non tradizionale, spesso giudicato difficile, Don Backy è sempre stato animato dal bisogno continuo di affermare la propria autonomia artistica e da una personale visione della vita che lo ha portato, nei suoi testi a spaziare oltre i confini consueti e ad esplorare territori diversi come la canzone, la letteratura, il fumetto, il cinema, la pittura.

  • Echaurren Pablo

    Figlio dell'artista cileno Roberto Sebastian Matta, è nato a Roma nel 1951, città dove tuttora vive e lavora.
    Le sue opere fin dagli inizi furono apprezzate dal critico Arturo Schwartz che gli organizzò le prime personali a Milano e all'estero. L'universo giovanile dell'artista era composto allora da diverse e interessanti sollecitazioni: il mondo miniaturizzato di Oyvind Fahlstrom e di Gianfranco Baruchello; il segno dell'antico maestro giapponese Hokusai; le immagini dei libri di storia naturale, zoologia e botanica; il mondo del fumetto. In seguito l'artista cileno si aprì al confronto con il mondo delle Avanguardie, dal Futurismo al Dadaismo al Cubismo, rivisitate però con lo sguardo di un abitante del villaggio globale, nutrito di immagini telematiche e messaggi massmediatici. Frutto di questa sua molteplice esperienza, a contatto con diverse forme espressive, sono i suoi lavori come i fumetti d'avanguardia per Linus e Frigidaire; le illustrazioni per l'Espresso, Rinascita, Tango, Nuova Ecologia, copertine per libri e manifesti. Pablo Echaurren ama infatti considerarsi un costruttore di immagini, impegnandosi con la stessa intensità nella realizzazione sia di opere puramente pittoriche che di oggetti di uso comune: Swatch, copertine di libri come Porci con le ali, manifesti, da Arezzo Wave a Festambiente al Festival di Sanremo. Negli ultimi anni ha elaborato un genere particolare di biografia che consiste in un "pastiche" letterario e figurativo che sarebbe impreciso chiamare fumetto: piuttosto il termine più adatto è quello di pittura parlante, per l'intreccio inscindibile tra immagine e narrato e tra effetto scenografico e scrittura.
    In questo ambito ricordiamo la Vita disegnata di Dino Campana e la Vita di Pound. Pablo Echaurren ha scritto anche alcuni libri tra cui il recente Compagni (1998) per le edizioni Bollati Boringhieri. E' coautore e coregista del film Piccoli ergastoli presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (1997) e trasmessa in prima serata da RAI2.

  • Faccin Franca

    Nace a Vicenza nel 1948. Giovanissima si interessa alla pittura, dedicandovisi con entusiasmo. Nel 1963 frequenta il liceo artistico a Venezia sotto la guida del maestro Armando Pizzinato ed in seguito la scuola d'arte di Vicenza.
    Nel 1968 partecipa alla mostra d'arte figurativa "Rassegna antologica artisti vicentini del primo novecento", e si trasferisce ad Oderzo dove tuttora abita e lavora.
    Frequenti viaggi in Sicilia incidono sempre più in quelle che saranno le sua scelte cromatiche, in cui dominano i colori accesi come il giallo dei paesaggi e il rosso dei mangiatori d'anguria.
    Intorno agli anni Ottanta si impegna in campo sociale, svolgendo attività didattica presso alcune scuole del trevigiano e tenendo in particolare lezioni di "colore - musica" ai bambini delle elementari.
    Verso la fine degli anni Ottanta compare la "Bicicletta", che grazie alle diverse interpretazioni e sperimentazioni sempre nuove, diviene elemento presente e costante nella sua pittura. Il suo percorso si fa man mano sempre più scarno ed essenziale, distaccato ormai dal figurativo.
    Nel 1992 compone etichette per i vini per la pattuglia acrobatica "Frecce Tricolori". Dal 1995 al 1997 è membro di gestione culturale della Pinacoteca Alberto Martini di Oderzo.
    Nel 1999 pubblica La bicicletta e il mare un libro scritto e illustrato per le scuole elementari di Oderzo che viene incluso nella collezione Artist Books presso il National Museum of Women di Washington.
    Opere dell'artista sono esposte in varie collezioni pubbliche e private, ha inoltre al suo attivo numerose personali e collettive ed ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali ottenendo importanti premi e riconoscimenti.
    Recentemente il National Museum of Women in the Arts di Washington ha dimostrato interesse per il suo percorso artistico acquisendone la relativa documentazione, al fine di istituire un apposito archivio digitale, consultabile da esperti e studiosi.
    Documentazione del suo lavoro è raccolta nella biblioteca del Museo d'Arte Moderna di New York e al Museo "Guggenheim" di Bilbao (Spagna).

  • Falconer Ian

    Ian Falconer è nato a Ridgefield nel Cunnecticut nel 1959, ha studiato storia alla New York University e pittura alla Parsons School of Design e al Otis Art Institute di Chicago. Autore di successi editoriali, noto illustratore e scenografo, la sua carriera si articola tra il mondo editoriale, dell'opera, del balletto e delle belle arti.
    Nella seconda metà degli anni Ottanta si afferma a Los Angeles come disegnatore di scene, inizialmente sotto la direzione di David Hockney (Tristan and Isolde, prodotto dalla Los Angeles Opera) e costumi, (Turandot, messa in scena dal Chicago Lyric Opera) e quindi, autonomamente, con il Covent Garden, l'Atlantic Theater, il New York City Ballet e il Boston Ballet.
    E' autore di varie mostre e ha esposto presso il Louver Gallery of Venice di Los Angeles.
    Suoi sono i disegni delle scene di due musicals scritti e diretti da Philip Littel alla fine degli anni Novanta. Negli stessi anni ha realizzato diverse copertine per la rivista The New Yorker e le luci di scena per la Main Street Parade di Disneyland.
    Nel 2000 ha pubblicato per l'editore Simon and Schuster di New York il suo primo libro per bambini, Olivia, di cui ? autore e illustratore. Il libro ? stato tradotto in diverse lingue e negli Stati Uniti ha ottenuto il riconoscimento di alcuni importanti premi di libri per l'infanzia.

  • Fioroni Giosetta

    Giosetta Fioroni è nata a Roma nel 1932, città in cui vive e lavora tuttora. Fa il suo esordio alla Biennale di Venezia nel 1956, dove espone tre quadri. Nel 1958 si trasferisce a Parigi, dove resta sino al 1962. Qui lavora in una stanza che le presta Tristan Tzara ed espone a vari Salons des Realites Nouvelles.
    Nel 1964 torna alla Biennale. Negli anni '60 -'70 la Fioroni è impegnata nella realizzazione di una serie di quadri con figure, volti e paesaggi d'argento su fondo bianco; dagli anni Settanta inizia un nuovo ciclo di lavoro legato al mondo della fiaba e della magia che la porta a realizzare oggetti diversi (teatrini, scatole) utilizzando diversi materiali (carta, tela, ceramica).
    Numerosissime le sue personali, le sue partecipazioni a mostre collettive quali la Boite aux XX Siècle (ARC del Museo di Arte Moderna di Parigi), Arte Italiana 1960-1982 (Hayward Gallery di Londra 1982), Orientamenti dell'Arte Italiana 1947-1988 (Mosca-Leningrado 1988). Sue importanti antologiche si tengono a Mantova (1979), a Parma (1984) e nel 1990 all'Istituto Italiano per la grafica a Roma per quanto riguarda la sua opera su carta. Negli ultimi anni la sua produzione artistica si è rivolta al rapporto con la parola scritta, in particolare con il verso poetico.

  • Fonticoli Paola

    Paola Fonticoli è nata a Torino nel 1961. Ha esposto in diverse mostre sia in Italia che all'estero (Brasile, Giappone, Francia, ed altri).
    Dal 1990 collabora con l'agenzia di pubblicità Girolamo Melis e Associati per la realizzazione di numerosi progetti, scegliendo e coordinando la partecipazione di artisti italiani e stranieri.
    Dal 1998 collabora anche con le Edizioni Pulcinoelefante per la realizzazione di libri d'artista su poesie, aforismi e parole di Alberto Cavizagly e Roberto Dossi.
    Nel 1999 ha coordinato e realizzato tre opere per il progetto Ferrero 2000.
    Recentemente, in collaborazione con la MM&T, ha realizzato un intervento alla Palazzina Liberty di Milano in occasione della rassegna Senza Parole, sul tema della città.

  • Frai Felicita

    Felicita Frai nasce a Praga nel 1914. Giovanissima si trasferisce in Italia e soggiorna a Firenze, Roma e Ferrara. Nella città emiliana sotto la direzione di Achille Funi, suo maestro, affresca il Palazzo del Comune di Ferrara. Negli anni successivi sarà impegnata in lavori di affreschi e mosaici in molte città. Stabilitasi a Milano incontra De Chirico, altro suo maestro, che le è prodigo di suggerimenti.
    Influenzata dalla pittura inglese e veneziana del Settecento, nei suoi quadri la Frai ritrae bambini, adolescenti e donne, in un'atmosfera pagana. L'artista si interessa anche di litografia, illustrazione ed arredamento. Dal 1936 la Frai partecipa ad importanti mostre collettive nazionali, e nel 1942 allestisce la sua prima mostra personale a Milano, cui ne seguono numerose altre.

  • Francois André

    Nasce nel 1915 a Timisoara, all'epoca appartenete all'Ungheria, e diventa rumeno alla fine del secondo conflitto mondiale.
    Studia Belle Arti a Budapest fino al 1934 e quindi, nel 1935, si trasferisce a Parigi dove diviene allievo di Cassandre, maestro di grafica degli anni '30. Artista completo, pittore, scultore, illustratore, cartellonista, incisore, scenografo, disegnatore umoristico, sperimenta inoltre tutti i settori della grafica, acquisendo ben presto fama internazionale e realizzando copertine per le più importanti riviste del mondo come Punch e The New Yorker.
    In Francia illustra diverse opere della produzione di Jacques Prevert, d Raymond Queneau e dii Vincent Pachese e realizza copertine per le riviste Telerama e Nouvel Observateur. Insieme ad altri numerosi artisti francesi, crea un centinaio di illustrazioni originali per la rivista Vie Sociale et Traitement, che si occupa di disagio psichico, emarginazione ed integrazione sociale e che rappresenta negli anni '80 un vero caso editoriale occupandosi, attraverso testimonianze ed interventi diversificati, di diritti del malato.
    Nel 1979 viene insignito del Prix Honoré e nel 1980, in Francia, gli viene conferito, per il suo contributo alla ricerca e alla sperimentazione nel campo della grafica, il Premio nazionale d'arte grafica. Le sue opere sono state oggetto di numerose mostre ed esposizioni sia in Francia che all'estero.
    Muore l'11 aprile 2005.

  • Fulvimari Jeffrey

    Jeffrey Fulvimari nasce a Akron, Ohio. Frequenta l'Istituto d' Arte di Cleveland dove si laurea in Fine Arts e si specializza quindi presso la scuola d'arte Cooper Union di New York.
    Particolarmente impegnato nel mondo della pubblicità e della moda ed attivo in diversi settori dell'editoria Ha realizzato illustrazioni animate e video per Naked Chef of Food Network, MTV, Nick at Night e collaborato con testate e marchi prestigiosi come Elle, Marie Claire, Glamour,The New York Times, Seiko, Lepias, sunstar, Sony Music etc.
    Sia negli Stati Uniti che in Giappone ha curato la campagna marketing di diverse catene di negozi di moda ed accessori, centri commerciali e fast food; ha inoltre disegnato le confezioni per Lotus Love, una linea di cosmetici target dei teen-ager americani.
    Nel 2001, con il marchio "Jeffrey Fulvimari" ha lanciato sul mercato una linea di prodotti da lui disegnati che comprende portafogli di cuoio e portamonete, tazze e piatti di ceramica, piatti per torta, orologi da muro e da scrivania, fazzoletti, asciugamani, accessori per il bagno, cartoline, posters, calendari, etc.
    Numerose le sue mostre individuali allestite in questi ultimi anni sia negli Stati Uniti che in Giappone.
    Vive e lavora a New York.

  • Gill Bob

    Bob Gill designer, illustratore, copywriter, e insegnante nasce a New York nel 1931. Fin dalla più tenera età si dedica all'illustrazione e alla musica.
    Dopo aver studiato design e disegno presso il Philadelphia Museum School of Art e presso l'accademia di belle arti della Pennsylvania ritorna a New York dove inizia a lavorare come Freelance e dove ha occasione di mostrare il suo portfolio a Alex Brodovitch che gli consiglia di dedicarsi alla fotografia e a Paul Rand che lo esorta invece a proseguire l'attività di designer e di grafico.
    Il suo primo lavoro è una copertina per una rivista d'interni, nel 1954 i suoi disegni compaiono su testate come Esquire, The Nation, Seventeen, Fortune, Glamour, ecc.
    Nel 1955 progetta la carta intestata per la sitcom di CBS dal titolo "Private Secretary" con la quale vince la sua prima medaglia d'oro ADC.
    Nel 1956 realizza il suo primo libro per l'infanzia. Dal 1960, i suoi lavori sono presenti nelle esposizioni di design e in molte pubblicazioni internazionali; nello stesso anno si trasferisce a Londra dove fonda insieme ai due più brillanti giovani designer d'Inghilterra il Fletcher / Forbes / Gill, uno studio di progettazione ribattezzato poi Pentagram, conosciuto oggi in tutto il mondo.
    Nel 1967 progetta la copertina di Wonderwall, primo disco dei Beatles con la loro etichetta, Apple ed inizia ad insegnare presso il Royal College of Art.
    Negli anni successivi la sua attività spazia dalla progettazione, all'insegnamento, alla creazione di libri per bambini, alla produzione scrittura e regia di film industriali per diversi marchi internazionali.
    Tornato a New York realizza i disegni per un progetto multimediale sulla storia degli anni 60 con un'attenzione particolare ai Beatles, "Beatlemania" che riscuote grande successo.
    Dopo Beatlemania a Gill viene commissionata la storia del Rock 'n Roll per Broadway, "Rock n' Roll: The First 5,000 Years" inaugurato nel 1980.
    Nel 1981 viene pubblicato Forget all the rules you ever learned about graphic design. Including the ones in this book che negli anni diventa un libro cool nelle scuole di design sia negli Stati Uniti che in Europa.
    Attualmente Gill vive e lavora a New York.

  • Glaser Milton

    Milton Glaser nasce a New York nel 1929, dove studia dal 1944 al 1947 alla Scuola Superiore d'Arte e Musica e dal 1948 al 1951 alla Scuola d'Arte Cooper Union.
    Nel 1952 frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Per venti anni dirige quindi insieme a Seymour Chwast il Push Pin Studio. Nel 1968 fonda con Clay Felker il New York Magazine, di cui è presidente e design director fino al 1977, e nel 1983 insieme a Walter Bernard, la WEMG, uno studio specializzato in progettazione di design di riviste e giornali.
    Nel 1974 nasce il Milton Glaser Inc., che si occupa di progettazione grafica a tutti i livelli. Lo studio realizza più di trecento manifesti per l'editoria, il teatro, il cinema, le istituzioni pubbliche, oltre che per i prodotti e servizi commerciali come ad esempio il marchio 'I love New York' commissionato dallo Stato di New York. Lo studio grafico crea un grande murale per il New Federal Office Building di Indianapolis, progetta l'Osservatorio delle Torri Gemelle del World Trade Center di New York, di cui cura anche la grafica e la decorazione per i ristoranti, realizza 'Sesame Place', un parco-giochi per bambini in Pennsylvania e riprogetta la grafica del Grand Union Company, uno dei principali supermercati degli Stati Uniti.
    Le creazioni grafiche ed artistiche di Glaser sono esposte in tutto il mondo e le sue opere fanno parte delle più prestigiose collezioni permanenti di New York e di Washington.
    Particolarmente attivo anche in Italia, dove ha curato la grafica di numerosi marchi commerciali , nel 2000 insieme a Lorenzo Mattotti e a Moebius ha realizzato, per conto della Galleria d'Arte e Casa editrice Nuages di Milano, le illustrazioni di una nuova edizione della Divina Commedia, le cui tavole originali sono state oggetto di una mostra itinerante ospitata dalle principali gallerie d'arte del paese.

  • Gorza Gino

    Gino Gorza nasce a Bassano del Grappa nel 1923. Compie gli studi a Torino, all'Accademia Albertina. Qui conosce Felice Casorati, docente di Composizione Pittorica. L'incontro induce Gorza al "pensare sistematicamente alla pittura" (Gino Gorza, 1978).
    Durante gli anni trascorsi in Piemonte, a Oulx (1957-1972) l'artista dà vita a una serie di opere quali Impronte, Panoplie, Medaglie, Bivalvi e i primi Atti Visivi. Gorza può essere definito "pittore intellettuale", in cui l'a-priori mentale determina le effettive realizzazioni.
    Nel 1974 all'artista viene affidata la cattedra al Liceo Artistico di Torino. Successivamente Gorza diviene docente all'Accademia Albertina.
    Muore a Torino nel 2001.

  • Graumann Hervé

    Nasce nel 1963 a Ginevra dove vive e lavora, da molti anni è impegnato in una ricerca artistica che coinvolge ambiti molto diversi, dalla fotografia, all'installazione, alla computer-grafica.
    Impiegando la logica computazionale come approccio alla realtà dei fenomeni, l'artista indaga e rimette in discussione i meccanismi che regolano la comunicazione e la stessa percezione umana.
    Ingannati dall'apparenza, siamo ormai abituati ad attribuire al computer una intenzionalità diretta alla vita reale, mentre è la serie di operazioni programmate per soddisfare le nostre esigenze di utenti che generano questo equivoco. E' in quest'area di rottura e nelle sue conseguenze che Hervé Graumann situa le coordinate della sua ricerca, dando vita, con un tocco di ironia, ad un'acuta riflessione intorno al rapporto tra uomo e tecnologia.
    Il lavoro di Graumann è stato premiato con importanti riconoscimenti, tra cui, nel 2003, il prestigioso Prix Meret Oppenheim e il Prix Manor di Ginevra.
    Nel 2005 la Galleria 1000eventi di Milano ha ospitato la sua prima personale italiana.

  • Guareschi Giovanni

    Nato il primo maggio 1908 a Fontanelle di Roccabianca, in provincia di Parma, Giovannino Guareschi, frequenta il liceo classico Romagnosi di Parma.
    Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, inizia a lavorare come correttore di bozze alla "Gazzetta di Parma" e poi come cronista al "Corriere Emiliano.
    Nel 1936 si trasferisce a Milano chiamato da Angelo Rizzoli a far parte della redazione di "Bertoldo", giornale umoristico italiano di gran successo in quegli anni, dove comincia a pubblicare vignette satiriche collaborando con famosi illustratori e giornalisti come Alessandro Minardi, Vittorio Metz, Giovanni Mosca, Angelo Frattini, Saul Steinberg, Carlo Manzoni, Dino Falconi. Nel frattempo esordisce come scrittore con il primo libro, La scoperta di Milano del 1941. Nel settembre del '43, dopo sette anni di attività il "Bertoldo" cessa di essere pubblicato. Guareschi, avendo rifiutato obbedienza ai tedeschi, viene deportato nel lager di Wietzendorf.
    Dopo la Liberazione ritorna a Milano dove, riuniti i suoi vecchi collaboratori del "Bertoldo", nel 1945 fonda insieme a Giovanni Mosca una nuova rivista di satira politica, il "Candido", che diviene subito popolarissima.
    Per i suoi disegni, che realizza su carta utilizzando china, acquarellata e non, grafite, biacca e collage, Guareschi si ispira a fatti d'attualità legati alla politica italiana e internazionale.
    Alcune delle rubriche del "Candido" diventano così popolari da far parte del linguaggio comune, come le vignette con il proverbiale ritornello "Obbedienza cieca, pronta e assoluta: contrordine compagni!", che mettono in ridicolo la disciplina del Partito Comunista.
    Negli anni in cui lavora al "Candido" Guareschi inizia a scrivere i racconti di Don Camillo e del sindaco Peppone, che poi diventeranno un libro, Mondo Piccolo: Don Camillo, pubblicato nel 1948 e tradotto in più di trenta lingue, da cui verranno tratti i celebri film interpretati dagli attori Fernandel e Gino Cervi.
    "Candido", col suo stile volutamente satirico, fu per alcuni anni un punto di riferimento politico di grande importanza in Italia, facendo di Guareschi un autentico trascinatore. Guareschi ne rimane l'unico direttore fino al 10 novembre 1957, quando viene sostituito da Alessandro Minardi.
    Nel 1954 Guareschi viene condannato per diffamazione ad un anno di carcere per la pubblicazione sul "Candido" di alcune presunte lettere scritte dallo statista Alcide De Gasperi, che sollecitavano, presso gli alleati, azioni di bombardamento su Roma.
    Dopo questo episodio si ritira in campagna, nella terra natia, continuando la collaborazione solo con alcuni giornali come "La notte" e "Oggi".
    Guareschi muore a Cervia il 22 luglio 1968.

  • Guarnaccia Steven

    Steven Guarnaccia, grafico e designer, è nato nel 1953 a Montclair nel New Jersey.Le sue illustrazioni sono state pubblicate sul New York Times, Abitare e numerose altre riviste. Ha illustrato due collezioni di palindromi, "Madam I'm Adam" e "If I Had a HiFi", e libri per bambini come "Naming the animals" e "Busy Busy City Street" , ha disegnato inoltre una serie di murales per la Disney Cruise Lines, biglietti d'auguri per il Museo d'Arte Moderna di New York, orologi per la Swatch, tappeti, cravatte, gioielli e numerosissimi oggetti per marchi diversi.
    Il suo pop-up, Skeleton Closet, fu pubblicato nel 1996 da Hyperion, e Riccioli d'oro e i tre Orsi, pubblicato dalla casa editrice Corraini, ha vinto il Bologna Ragazzi Award 2000 per la sezione Arte Novità. Due delle sue pubblicazioni per ragazzi, Skeleton Closet e Busy Busy City Street, sono state selezionate da AIGA nell'elenco dei 50 migliori libri dell'anno. Con Bob Sloan è stato autore di A Stiff Drink e Close Shave. I suoi lavori sono stati oggetti di mostre a New York, Toronto, Milano. Ha ricevuto riconoscimenti dal New York Art Directors Club, dalla Society of Newspaper Designers, da AIGA e da altre organizzazioni professionali.
    Ha insegnato presso la facoltà del MFA Design Program of Visual Arts e, dopo aver ricoperto l'incarico di art director presso il New York Times, è attualmente responsabile del Dipartimento di Illustrazione presso la Parsons School of Design di New York.
    Steven Guarnaccia è l'artista che ha ideato il logo di Òpla.

  • Guixé Martì

    Martì Guixé nato a Barcellona nel 1964, ha studiato progettazione d'interni a Barcellona e disegno industriale al Politecnico di Milano.
    Si definisce "ex-designer" e vive tra Barcellona e Berlino dedicandosi all' invenzione di "brillanti e semplici idee di una curiosa serietà".
    Il suo lavoro è caratterizzato dalla ricerca di nuovi sistemi di produzione, e dall'introduzione del design nel settore alimentare, ambito nel quale ha ottenuto interessanti risultati riuscendo a fondere in modo sofisticato la tecnologia, la cultura gastronomica (anche locale) e gli stili di vita. Nei suoi progetti il cibo è strettamente connesso al mondo della comunicazione e dell'informazione, dalle Techno-Tapas e gli altri cibi pronti pensati per il berlinese Fzodne, il fast food per chi si ciba davanti al computer, al Pharma-Food, sistema di nutrimento per inalazione (che prende spunto dalla quotidiana assimilazione di particelle inquinanti), fino al Cibo sponsorizzato (e quindi gratuito) come le omelette firmate Calvin Klein o i fagioli marchiati IBM.
    Lavora per aziende come Authentics, Camper, Cha-Cha, Chupa-Chups, Desigual, Droog Design, Saporiti e Watx e molte altre.
    I suoi lavori sono stati esposti al MoMa di New York, al Musée d'Art Contemporaine di Losanna, al MACBA di Barcellona e al Centre Pompidou di Parigi e in numerosissime mostre internazionali sia personali che collettive.

  • Haring Keith

    Keith Haring nasce nel 1958 a Kutztown, Pennsylvania.
    Già da piccolo mette in evidenza le sue doti artistiche, creando dei personaggi e delle vere e proprie storie. Dopo aver frequentato le scuole superiori e per un periodo di tempo anche la Ivy School of Professional Art, gira in autostop per tutti gli Stati Uniti per vedere le opere degli altri artisti.
    Di ritorno a Pittsburg si iscrive all'università, tenendo le sue prime esposizioni. Successivamente entra alla School of Visual Art di New York, mettendo in evidenza la sua arte tramite i murales che rappresenteranno in seguito uno degli aspetti più significativi della sua Pop Art.
    Alla fine degli anni Settanta si muove tra disegno, video, performance e continue frequentazioni di luoghi, artisti e situazioni in progressivo fermento. Nel 1982 tiene la sua prima vera mostra che rappresenterà il trampolino di lancio della sua carriera, proiettandolo verso personali e collettive tra Europa e America che lo faranno conoscere in tutto il mondo come artista eclettico, dagli interessi visivi molteplici e capace di agire su spazi e superfici molto diverse, ma anche sensibile a problemi mondiali e, nello stesso tempo, pronto a cogliere gli eccessi che offre la vita. Nel 1988 l'artista si ammala di AIDS, successivamente fonda la Keith Haring Foundation per i bambini e per la lotta contro questa malattia.
    Muore nel 1990, lasciando un segno importante nell'arte contemporanea: le sue opere fatte di personaggi e di storie astratte lo hanno collocato tra gli artisti più rappresentativi della Pop Art.

  • Hellè Andrè

    Andrè Hellè nasce nel 1871. Grande ammiratore di Caran d'Ache, Hellè realizza i suoi primi disegni nel 1909. Nelle opere L'alphabet de la grande Guerre e Livre des heures heroiques et douloureuses, riferisce i tragici avvenimenti del primo conflitto mondiale rendendo il racconto dei fatti accessibile allo sguardo dei bambini.
    Nel 1916 scrive ed illustra Droles de betes. Il tema gli è particolarmente caro: nel 1911 presenta al Salon d' Automne un' Arca di Noè con tanti bellissimi animali. Il libro viene pubblicato dalla casa editrice Tolmer. Nel 1925 una nuova versione, più accessibile ai nuovi lettori, viene pubblicata dall'editore Garnier con il titolo L'Arche de Noè. Le illustrazioni e il testo ricco di humor lo rendono un classico dell'infanzia per parecchie generazioni di bambini. Il libro che segue, Le tour du monde en 80 pages, conferma le straordinarie doti narrative di Hellè.
    Sempre negli anni Venti, l'artista crea, in collaborazione con il disegnatore- scultore svizzero Charles-Emile Carlègue, un ricco assortimento di giocattoli per i grandi magazzini Printemps; le sue fattorie e i suoi soldatini figureranno per parecchi anni di seguito sui cataloghi delle strenne. Hellè espone i suoi lavori all'Exposition Internationale des Arts decoratifs del 1925 e all'Exposition Internationale des Arts et Techniques del 1937, di cui fu vicepresidente della giuria.
    Hellè ebbe anche occasione di lavorare per il teatro. In particolare scrisse il libretto e realizzò la scenografia e i costumi per la Boite à joujoux di Claude Debussy, presentando al Théatre Lyrique nel 1919 e per Le petit elfe Ferme l'oeil, balletto di Florent Schmitt, ispirato ad Andersen ed ancora , Fables de La Fontaine, Berger-Levrault 1949.
    Muore nel 1945.

  • Hoban Tana

    Tana Hoban è nata a Filadelfia nel 1917 da genitori di origine russa. Dopo gli studi di pittura alla Scuola di Belle Arti di Filadelfia, consegue una borsa di studio che le consente di proseguire i suoi studi in Inghilterra e nei Paesi Bassi. Di ritorno negli Stati uniti inizia a collaborare come grafica e come fotografa, dedicandosi fin da subito
    alla fotografia e specializzandosi in ritratti di bambini. Uno dei suoi ritratti è stato selezionato nel 1955 dal fotografo Edward Steichen per la mostra fotografica itinerante The family of man.
    Dal 1970 ad oggi ha pubblicato circa una cinquantina di libri fotografici, ma solo nel 1990 ha iniziato a pubblicare libri espressamente dedicati ai bambini per la casa editrice francese Kaléidoscope.
    Fotografa nel senso meno tradizionale del termine e sempre in cerca di nuove idee, Tana Hoban trae spunto per i suoi libri dalla realtà quotidiana vista attraverso l'occhio della sua inseparabile macchina fotografica.
    I suoi libri chiari, luminosi, semplici ma non semplicistici, invitano i bambini ad osservare la realtà e gli oggetti della quotidianità con occhi sempre diversi.
    Nel 1983 si trasferisce Parigi dove muore nel gennaio del 2006.

  • Huber-Kono Aoi

    Aoi Huber Kono è nata a Tokio, città nella quale si è laureata nel 1960 in grafica all'Università d'arte e musica. Ha frequentato i corsi di perfezionamento nella scuola d'arte e mestieri di Stoccolma.
    Nel 1962 si è stabilita a Milano per lavorare accanto a Max Huber. Negli anni Settanta si trasferisce definitivamente in Svizzera, nel Canton Ticino.
    Ha pubblicato recentemente Il tappeto (1994) e il libro monografico Io Aoi (Skira edizioni, Milano 1995). Fra le sue esposizioni, segnaliamo nel 1998 la mostra personale Io Aoi al Living Center di Tokyo, la mostra personale Prova di stampa a Mendrisio (Svizzera) e la mostra personale al Castello di Sasso Corbaro a Bellinzona (Svizzera). Nel 1999 ha partecipato al progetto Miniartextil a Como.

  • Huelin Michel

    Nasce nel 1962 a Saignelégier (Svizzera). Diplomato all'Esav di Ginevra nel 1988, le sue prime esposizioni personali risalgono al 1993; il suoi lavori vengono quindi esposti presso importanti gallerie quali: Susanna Kulli (Berna), Zürcher (Parigi), Gaxotte (Porrentruy), Blancpain Stepczynski (Ginevra) ed altre. Le sue esposizioni monografiche vengono inoltre ospitate presso il Museo d'arte moderna e contemporanea (MAMCO) di Ginevra, il Centro Culturale svizzero di Parigi e il Centro Culturale di Castres.
    Le sue pitture più recenti si ispirano ad immagini di oggetti familiari (un letto, una sedia, un cuscino etc.), resi immateriali attraverso la rielaborazione al computer.

  • Iliprandi Giancarlo

    Nasce a Milano. Abbandonati gli studi di Medicina e Chirurgia e terminati i corsi di pittura e scenografia a Brera, decide di dedicarsi alla progettazione grafica iniziando ad approfondire i temi della comunicazione visiva su testi di autori italiani e stranieri. Nel 1961 si iscrive all'ADI (Associazione per il Disegno Industriale), di cui molti anni dopo diventerà presidente. Nello stesso anno è chiamato ad insegnare alla Società Umanitaria, nel più prestigioso corso per assistenti grafici che si ricordi. Ne risulteranno due quaderni di linguaggio grafico, dedicati alla composizione tipografica ed al lettering, ai quali l'ICTA conferirà, nell'ambito di Typomundus 20 a New York, un certificato di merito "per l'eccezionale contributo allo sviluppo dell'arte grafica nel ventesimo secolo". Nel 1967 entra a far parte del cosiddetto "gruppo dei grafici milanesi" che costituiscono il team di ricerca sul design dei caratteri da stampa voluto dalla Fonderia Nebiolo, unica fonderia italiana di rilievo internazionale specializzata nella produzione di caratteri tipografici e rotative per la stampa. Il gruppo è responsabile del disegno del Forma selezionato per il Premio Compasso d'Oro ADI 1970 e successivamente del progetto Dattilo. Nel 1979 al carattere Modulo progettato secondo principi totalmente innovativi dal gruppo composto da Agosto, Grignani, Iliprandi, Munari, Negri, Neuburg, Oriani, Parlacino, Tovaglia, viene assegnato un Compasso d'Oro. Nel 1981 la Honeywell Informations Systems Italia lo nomina project leader di una unità di ricerca e sperimentazione per la realizzazione di font destinati a stampanti ad impatto seriale. Con la collaborazione di Carlo Gandolfi, Monica Pesenti, Daniela Pizzigoni, nascono 23 nuovi alfabeti dot matrix. L'opera è portata a termine in quattro anni e presentata con indiscusso successo al Print Quality Seminar di Boston nel 1985. L'approfondito studio del segno alfabetico e dell'uso del carattere tipografico nel design della comunicazione visiva, nonché il conseguente approfondimento didattico, hanno accompagnato una carriera professionale che lo ha visto, per circa mezzo secolo, prestare la sua opera ad alcune delle più importanti industrie italiane realizzando tra l'altro marchi e logotipi dal lettering particolarmente strutturato. Anche le moltissime opere di grafica editoriale e di art direction rivelano, il suo amore costante per il carattere tipografico. Dopo aver insegnato alla Società Umanitaria, alla Scuola Superiore di Pubblicità, all'Isia di Urbino, all'Istituto Europeo di Design, Iliprandi è attualmente professore incaricato di un laboratorio di comunicazione presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano che, nell'anno 2003, gli ha conferito una Laurea Honoris Causa in disegno industriale.

  • Isgrò Emilio

    Nasce a Milano. Abbandonati gli studi di Medicina e Chirurgia e terminati i corsi di pittura e scenografia a Brera, decide di dedicarsi alla progettazione grafica iniziando ad approfondire i temi della comunicazione visiva su testi di autori italiani e stranieri. Nel 1961 si iscrive all'ADI (Associazione per il Disegno Industriale), di cui molti anni dopo diventerà presidente. Nello stesso anno è chiamato ad insegnare alla Società Umanitaria, nel più prestigioso corso per assistenti grafici che si ricordi. Ne risulteranno due quaderni di linguaggio grafico, dedicati alla composizione tipografica ed al lettering, ai quali l'ICTA conferirà, nell'ambito di Typomundus 20 a New York, un certificato di merito "per l'eccezionale contributo allo sviluppo dell'arte grafica nel ventesimo secolo". Nel 1967 entra a far parte del cosiddetto "gruppo dei grafici milanesi" che costituiscono il team di ricerca sul design dei caratteri da stampa voluto dalla Fonderia Nebiolo, unica fonderia italiana di rilievo internazionale specializzata nella produzione di caratteri tipografici e rotative per la stampa. Il gruppo é responsabile del disegno del Forma selezionato per il Premio Compasso d'Oro ADI 1970 e successivamente del progetto Dattilo. Nel 1979 al carattere Modulo progettato secondo principi totalmente innovativi dal gruppo composto da Agosto, Grignani, Iliprandi, Munari, Negri, Neuburg, Oriani, Parlacino, Tovaglia, viene assegnato un Compasso d'Oro. Nel 1981 la Honeywell Informations Systems Italia lo nomina project leader di una unità di ricerca e sperimentazione per la realizzazione di font destinati a stampanti ad impatto seriale. Con la collaborazione di Carlo Gandolfi, Monica Pesenti, Daniela Pizzigoni, nascono 23 nuovi alfabeti dot matrix. L'opera è portata a termine in quattro anni e presentata con indiscusso successo al Print Quality Seminar di Boston nel 1985. L'approfondito studio del segno alfabetico e dell'uso del carattere tipografico nel design della comunicazione visiva, nonché il conseguente approfondimento didattico, hanno accompagnato una carriera professionale che lo ha visto, per circa mezzo secolo, prestare la sua opera ad alcune delle più importanti industrie italiane realizzando tra l'altro marchi e logotipi dal lettering particolarmente strutturato. Anche le moltissime opere di grafica editoriale e di art direction rivelano, il suo amore costante per il carattere tipografico. Dopo aver insegnato alla Società Umanitaria, alla Scuola Superiore di Pubblicità, all'Isia di Urbino, all'Istituto Europeo di Design, Iliprandi è attualmente professore incaricato di un laboratorio di comunicazione presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano che, nell'anno 2003, gli ha conferito una Laurea Honoris Causa in disegno industriale.

  • Jori Marcello

    Nasce a Merano nel 1951. La sua attività principale rimane quella di artista visivo, che lo ha portato ad esporre in personali e collettive, di rilevanza internazionale, sia in Italia che all'estero.
    Fin dall'inizio della sua attività ha perseguito un progetto di arte totale che oggi lo porta a rivestire una posizione di grande attualità nella definizione dell'eclettismo contemporaneo.
    Ha partecipato a due Biennali di Venezia, nel 1982 e nel 1993, alla Biennale di Parigi, alla Quadriennale di Roma del 1986 e del 1996.
    Sempre negli anni Ottanta, ha iniziato la produzione di storie a fumetti che lo hanno portato a essere uno dei fondatori del nuovo fumetto italiano. Ha pubblicato in Italia per Linus e Frigidaire e in Francia per Albin Michel Jeunesse su l'Echo des Savanes. Ha collaborato anche con la riviste Vogue e Vanity. Dal 1992 al 1998 ha disegnato in esclusiva per la casa editrice giapponese Kodansha. Nel 1996 ha pubblicato il primo libro come scrittore, II Giornalino di Gigi Tempesta. Lo stesso anno ha realizzato il libro La Città Meravigliosa degli artisti straordinari (insieme a Stefano Benni e Alessandro Mendini), seguito da una mostra personale al Palazzo comunale di Siena.
    Ancora nel 1996 ha ideato per Vasco Rossi la scenografia di Rock sotto l'assedio, il concerto tenutosi allo stadio San Siro di Milano. Nel 2000 è uscito il suo secondo romanzo intitolato Nonna Picassa. Infine, in aprile, è apparso Gigi Tempesta il conquistatore, nel quale Gigi Tempesta viene presentato per la prima volta come difensore dei bambini europei.
    Attualmente vive e lavora a Bologna.

  • Kalman Maira

    Artista, illustratrice e designer, Maira Kalman nasce a Tel Aviv nel 1949, a quattro anni si trasferisce con la famiglia a New York.
    Insieme al marito, Tibor Kalman designer deceduto nel 1999, ha fondato la M&Co etichetta con la quale ha progettato oggetti per il Museo di Arte Moderna (MOMA), disegnato tessuti per Isaac Mizrahi, accessori per Kate Spade e scenografie per Mark Morris Dance Group. Ha realizzato numerose copertine per il The New Yorker, i suoi articoli e le sue illustrazioni sono apparse sul New York Times, Newsweek e su Interview ed in molte altre pubblicazioni; ha vinto numerosi premi. Maira Kalman è nota anche per aver illustrato l'edizione del 2005 della popolare guida agli stili di scrittura "The Elements of Style" di William Strunk e E.B. White.
    Insegna presso la scuola di arti visive di New York e cura mensilmente per il New York Times un blog illustrato "The Principles of Uncertainty" .
    Per i bambini ha creato il personaggio Max Stravinsky, un cane poeta, realizzando più di dodici libri.

  • Karray Raouf

    Nasce nel 1951 a Sfax in Tunisia. In Tunisia frequenta l´istituto superiore d´Arte d'Architettura e Urbanistica. Nel 1972 intraprende un viaggio intorno al mondo per studiare le forme d´arte dei popoli primitivi e verso la fine degli anni ottanta è in Italia dove lavora come disegnatore grafico presso un quotidiano romano.
    Membro dell´organizzazione del Festival Internazionale di Sfax, collabora con il giornale Culture, pubblicato dal Ministero d´Arte tunisino ed ha inoltre disegnato le copertine di numerose riviste sia in Tunisia che in Italia. Insegnante d´arte grafica all´Ecole d´Habib Bourguiba, a Sfax , Karray si fabbrica da solo carta e colori secondo una secolare tradizione che trasmette ai suoi studenti.
    Considerato uno dei più grandi pittori tunisini di questo secolo, Karray ha esposto i suoi lavori in mostre personali e collettive in tutta Europa. Tutto il suo lavoro, incluso quello calligrafico si connette all´arte berbera, della cui civiltà, antica eppure ancora molto viva, Karray è un grande studioso.

  • Kelly Ellsworth

    Nasce nel 1923, a Newburgh, New York. Studia presso il Fine Arts Museum di Boston e nel 1948 si trasferisce in Francia, dove frequenta la scuola di Belle Arti di Parigi, scoprendo l'arte romanica, la scultura e l'arte bizantina ed avvicinandosi contemporaneamente al surrealismo e al neoplasticismo. I suoi lavori pittorici di questo primo periodo sono caratterizzati dalla riproposizione di forme astratte ispirate al mondo reale. Nella sua esperienza francese stringe rapporti con molti artisti quali Constantin Brancusi, Alexander Calder, Alberto Magnelli, Francis Picabia e Georges Vantongerloo; la sua prima personale è del 1951 presso la galleria Arnaud di Parigi.
    Nel periodo francese insegna presso l'American School di Parigi, esperienza che gli ispirerà il libro per bambini Line Form Color.
    Nel 1954 torna negli Stati Uniti dove la sua pittura si sviluppa e si espande, esplorando nuovi spazi e forme. La sua prima personale americana è del 1956 presso la Betty Parsons Gallery di New York.
    Dal 1958 inizia a lavorare sulle sculture "freestanding".
    Negli anni Settanta produce una lunga serie di sculture totemiche in acciaio e alluminio, lavorando tra gli Stati Uniti, la Francia, e la Spagna.
    Tra le numerose commissioni pubbliche vanno ricordate il murale per l'UNESCO a Parigi nel 1969, l'installazione presso l'United States Holocaust Memorial Museum di Washington e la scultura per la città di Barcellona.
    Nel corso degli anni numerosissime sono le retrospettive a lui dedicate dai più importanti musei e gallerie di arte moderna sia americane che internazionali.

  • Kino Toriko

    Nata a Tokyo, laureata in Letteratura Inglese ed Americana all'Università Aoyama Gakuin, Kino Toriko è il nome di una persona ma è anche la denominazione che viene usata quando il suo gruppo di lavoro é impegnato nella realizzazione di "picture-visual books".
    Illustratrice, graphic desinger e poetessa, ha studiato design alla famosa scuola di Kodansha. Come illustratrice ha lavorato nel campo dell'editoria e della pubblicità, disegnando orologi, magliette, lampade ecc.; spesso realizza pitture murali, disegni stampati su tessuti e design per confezioni. Il suo grande interesse per la scienza e i suoi rapporti con la letteratura sono stati spesso oggetto delle sue mostre personali, a partire da quella di Tokyo del 1990 intitolata "Nonsenso Innocenza Scienza" .
    Nel 2000 pubblica il libro From Where? We Came, and To Where? We Go e nel 2002 If the Earth is a Glove of 100 cm... . Ha curato i progetti e la grafica per la mostra del museo scientifico di Kagoshima, che verrà in augurata nell'aprile del 2003.
    Il suo grande interesse per la letteratura del nonsenso, l'ha portata a realizzare una serie di libri di "poesie bilingui con illustrazioni" ed, in particolare, il libro What a colourful life!, costruito con pochi testi e pensato principalmente come libro-gioco, selezionato per la Fiera del Libro di Bologna del 2003.

  • Kohler Vincent

    Nasce a Nyon (Svizzera) nel 1977.
    Vive e lavora a Losanna; nel 2001 si diploma in Arte Visive alla Scuola Cantonale d'Arte di Losanna. Il suo percorso artistico spazia dalla pittura a olio alle installazioni, alla scultura.
    Ha partecipato a numerosissime mostre personali e collettive.

  • Komagata Katsumi

    Katsumi Komagata è nato in Giappone nel 1953. Dopo aver lavorato per il Nippon Design Center, dove è stato assistente di Kazamasi Nagai, si è trasferito negli Stati Uniti dove ha lavorato per gli atelier della PGM a Los Angeles e della CBS a New York. A quel periodo risale la sua passione per i libri per l'infanzia, suscitata dall'incontro con Bruno Munari e Leo Lionni.
    Nel 1981 ha ricevuto al medaglia d'argento del Club dei direttori artistici di New York. Nel 1986 torna a Tokyo dove apre una propria agenzia. Nel 1990 pubblica i primi libri per bambini. La sua produzione viene esposta nei principali musei giapponesi, in Francia e a Strasburgo.
    Nel 1996 ha creato l'immagine grafica dell'esposizione Design Japonais 1950-1995 al Centre Georges Pompidou di Parigi.

  • Lai Maria

    Nasce nel 1919 ad Ulassai (Nuoro) dove vive fino all'età di 21 anni quando, per iscriversi al Liceo Artistico si trasferisce a Roma; dopo il diploma frequenta il Corso di Scultura all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Torna spesso in Sardegna dove lascia indissolubili i segni dei suoi numerosi passaggi. Il fortissimo legame con la sua terra è sempre presente nel suo percorso artistico e nelle sue creazioni.
    Negli anni Sessanta si verifica un importante mutamento nella sua ricerca artistica; da queste produzioni inizia forsennato l'utilizzo di tele legate come funi, stoffe, libri e quant'altro stimoli la sua fantasia; la sperimentazione si estende a nuove materie e nuovi linguaggi: telai, libri e tele cucite, pani e terrecotte, fino alla partecipazione alla Biennale di Venezia del '78.
    Con gli anni Ottanta la ricerca sui segni assume una più accentuata connotazione ambientale. Importantissima, per la sua produzione, ma soprattutto per il suo paese, il suo fondamentale intervento Legarsi alla montagna nel 1981, come pure la rappresentazione di un telaio nel lavatoio comunale in collaborazione con le donne di Ulassai. In questo stesso periodo iniziano le collaborazioni con il teatro in veste di scenografa.
    Negli ultimi anni ha partecipato a numerose mostre nazionali ed internazionali e ha proseguito le sue operazioni sul territorio.

  • Lavater Warja

    Nasce a Winterthur, Svizzera, nel 1913.
    Vive i primi nove anni tra Mosca ed Atene. Nel 1922, la madre (l'autrice Mary Lavater-Sloman) ed il padre Emil Lavater decidono di ritornare con la famiglia a Wintherthur;
    conclusa la scuola superiore dal 1931 al 1935 studia arte grafica all'Accademia di Belle Arti di Zurigo, proseguendo quindi gli studi fra Stoccolma, Basilea, e Parigi.
    Nel 1937 apre il suo primo studio di grafica a Zurigo con il futuro marito Gottfried Honegger.
    Durante quest'esperienza lavorativa si avvicina al simbolismo che l'accompagnerà per tutto il corso della sua vita artistica. Una delle sue prime creazioni è il logo con le tre chiavi realizzato per la Schweizerischen Bankverein (Società di banca svizzera), ed il logo per l'Esibizione Svizzera Nazionale del 1939.
    Dal1944 al 1958 realizza copertine e illustrazioni per il giornale per ragazzi Jeunesse e successivamente ne diventa l'editore responsabile.
    Nel 1958 si trasferisce a New York, dove comincia ad illustrare riviste scientifiche per l'editore Visuals. Nel primo periodo newyorkese incontra il caleidoscopico mondo delle pubblicità americane ed inizia a disegnare pittogrammi, creando, nei suoi lavori, una nuova forma di linguaggio. Nel 1962 termina il suo primo libro, William Tell (Guglielmo Tell) pubblicato dal Museo di arte moderna di New York.
    Dal 1963, l'editore francese Adrien Maeght pubblica una serie di libri chiamati "Imageries" (Immaginazioni). I libri raccontano le favole classiche dedicate ai bambini utilizzando un nuovo linguaggio fatto di forme semplici e colorate: dai Fratelli Grimm a Charles Perrault e Hans Christian Andersen. Questi libri d'arte, che rileggono i classici della narrativa e delle favole preferendo l'uso della grafica simbolica alle figure realistiche, rendono l'artista famosa in tutto il mondo.
    Nel 1995 realizza alcuni video musicali molto colorati, che alternano grafie e forme diverse.
    Muore a Zurigo nel 2007.

  • Le Gentil Garcon

    Artista francese contemporaneo nasce a Lione nel 1974.
    La sua attività ha inizio nel 1998; in questi anni ha tenuto numerose mostre personali e collettive in Svizzera e in Francia.

  • Lebedev Vladimir

    Nasce nel 1891 a San Pietroburgo. Compie i suoi studi presso la Scuola Superiore d'Arte e quindi presso l'Accademia d'Arte di San Pietroburgo, per proseguire poi presso la Scuola di Pittura, Disegno e Scultura di M.D. Bernstein e Leonid Shervud, facendo inoltre pratica presso lo studio di Frants Rubo. Già nel 1909 inizia ad esporre i propri lavori, mentre dal 1918 al 1921 insegna presso lo Svomas di Mosca e al Vchutemas. Collabora con diverse riviste dell'epoca quali "Satirikon", "Argus", "Soldati dell'Armata Rossa", per l'Agenzia Tass ed è creatore di numerosissimi manifesti per l'agenzia telegrafica "Okna Rosta" per la quale lavorano i più significativi talenti dell'avanguardia russa dell'epoca, quali Cheremnykh, Mayakovsky, Kozlinsky e molti altri. Nel 1923 diventa redattore capo del giornale "Novyi Robinzon" e quindi della Casa Editrice OGIZ. Particolarmente attivo nel settore della letteratura per l'infanzia, nel periodo dal 1924 al 1933 illustra numerosi libri dello scrittore Marshak e scrive lui stesso alcuni libri per bambini. Nel 1925 è presente all'Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi.
    Pittore, scultore, grafico, ritrattista e illustratore, ha caratterizzato, con i suoi oltre 500 poster, l'intera epoca del manifesto politico degli anni venti. In un periodo di grande fervore artistico a livello internazionale Lebedev combina la tecnica del cubismo con gli elementi dell'arte folcloristica del suo paese con risultati altamente originali.
    I suoi lavori sono esposti nei più importanti musei russi.
    Muore a Leningrado nel 1967.

  • Lee Suzy

    Giovane artista nata nel 1974 in Corea.
    A Seoul frequenta il College of fine art e nel 1996 si laurea presso l'Università Nazionale Coreana.
    Vive e lavora tra Seoul e Londra, dove ha frequentato il Camberwell College of Art.

  • Lennon John

    Nato a Liverpool nel 1940, John Lennon fu anima e cervello dei Beatles, gruppo rock musicale che fondò nel 1960 insieme a Paul McCartney e George Harrison ed in cui confluì in seguito Ringo Starr. Fin dall'inizio il gruppo acquistò una fisionomia autonoma ed assolutamente originale che li portò rapidamente ad affermarsi come fenomeno internazionale di dilagante notorietà.
    Terminata nel 1970 l'esperienza musicale con i Beatles, Lennon, attraverso un sodalizio artistico-sentimentale con la moglie Yoko Ono, si costruì un'identità nuova che si concretizzò nella realizzazione e produzione di alcuni dischi e nella sempre più frequente collaborazione con altri musicisti, oltre che in atteggiamenti di esplicito impegno pacifista. Nel 1980, pochi giorni dopo la pubblicazione del suo ultimo disco, Double Fantasy, avvenuta dopo un prolungato periodo di silenzio e di allontanamento dalla scena musicale, viene ucciso da un giovane squilibrato davanti alla sua abitazione di New York.

  • Lesueur Natacha

    Natacha Lesueur nasce a Cannes nel 1971.
    Fotografa, dal 1993 usa il proprio corpo e quello dei modelli come un "piano" di lavoro, un supporto più o meno regolare per creazioni culinarie o per "depositare" impressioni.
    Nelle sue performance utilizza gli alimenti come mezzo decorativo, le maschere come ornamento o camuffamento e i visi come luoghi della singolarità identitaria.
    Le prime esposizioni dei suoi lavori risalgono al 1996; nel 2000 ha vinto il Premio Ricard e nel 2002-2003 Premio-soggiorno presso Villa Medici - Accademia di Francia a Roma.
    Artista internazionale vive e lavora a Parigi.

  • Lévêque Claude

    Claude Lévêque, nasce in Francia nel 1953
    Celebrato come uno dei principali artisti del suo paese, dopo la generazione di artisti come Daniel Buren e Christian Boltanski, dal 1980 ha prodotto opere d'arte utilizzando fotografie e luce. Di recente ha creato invece strutture giganti destinate a stimolare i cinque sensi attraverso l'uso del suono, luce, e la nebbia. Gli "spettatori" delle sue opere possono in tal modo vivere l'esperienza con loro tutto il loro corpo e non solo con i loro occhi.
    Claude Leveque è un artista di fama internazionale, invitato in gallerie e musei di tutto il mondo per esporre le sue opere, viaggia molto e nonostante non sia più un bambino, spesso porta con lui peluche. Per diversi anni un orso blu, un anatra e il riccio.

  • Lionni Leo

    Leo Lionni nasce ad Amsterdam nel 1910. Nel 1925 segue il padre, direttore di una società di oli minerali, a Genova. Si accosta giovanissimo al futurismo: già nel 1921 Marinetti lo invita a entrare nel movimento. Espone le proprie opere in alcune mostre futuriste in Italia. Si trasferisce per un anno in Olanda, prima di stabilirsi a Milano nel 1934. Viene a contatto con gli artisti ed intellettuali che si riuniscono al Caffè Savini; dal 1937 inizia la professione di grafico collaborando con importanti aziende italiane.
    A causa delle leggi razziali, nel 1939 si trasferisce a Philadelphia. Nel 1941 è responsabile della pubblicità della Ford e della General Electric per l'agenzia pubblicitaria N.W. Ayer, e ben presto diviene uno dei grafici più apprezzati a livello internazionale. Nel 1949 diventa direttore artistico della rivista Fortune, nel 1955 è presidente dell'American Institute of Graphic, tiene varie mostre di grafica e design. Nel 1959, con Little Blue and Little Yellow, inizia la sua produzione di libri per l'infanzia.
    Nel 1961 rientra in Italia a San Bernardo di Lavagna e produce le sue prime grafiche; dalla fine degli anni Sessanta sperimenta la tecnica del cartone animato e all'inizio degli anni '70 inizia la produzione di bronzi. Nel 1976 pubblica per Adelphi "La botanica parallela", nel 1978-9 espone il Progetto per un giardino immaginario in Italia, Germania e Stati Uniti. Numerosissimi sono i riconoscimenti internazionali, i suoi interventi e cicli di lezioni in università, accademie artistiche, istituti di design di tutto il mondo. Nel 1997 pubblica negli Stati Uniti una sua autobiografia.
    Muore l'11 ottobre 1999.

  • Lissitzky El

    Nasce a Polsinok (nella provincia russa di Smolensk) nel 1890.
    Tra il 1909 e il 1914 studia ingegneria presso la Technische Hochschule di Darmstadt. Lo scoppio della prima guerra mondiale accelera il suo rientro in Russia, dove insieme a Marc Chagall lavora all'illustrazione di libri per l'infanzia. Nel 1916 consegue il diploma di ingegneria e architettura presso l'università di Riga. Con la rivoluzione del 1917 partecipa ai fermenti rinnovatori dell'arte sovietica, collaborando alla decorazione delle strade moscovite promossa dall'IZO (la sezione figurativa del commissariato dell'istruzione)
    Nel 1919 viene invitato da Marc Chagall assieme a Kazimir Malevicha a far parte della Scuola Popolare di Arte di Vitebsk, dove diventa docente di architettura e grafica. Nello stesso anno esegue il suo primo Proun (acronimo russo per "progetto per l'affermazione del nuovo", secondo una definizione data dallo stesso artista, una sorta di stazione di interscambio tra pittura e architettura) e costituisce il primo nucleo del gruppo Unovis. Nel 1920 diventa membro del Inkhuk (Istituto per la cultura artistica) di Mosca e disegna il suo libro Pro dva kvadrata. L'anno seguente insegna presso il Vkhutemas insieme a Vladimir Tatlin e diventa membro del gruppo Costruttivista che nel 1922 espone alla "Erste russische Kunstausstellung" presso la galleria van Diemen a Berlino. Durante questo periodo collabora insieme a Ilya Ehrenburg al giornale Veshch/Gegenstand/Object e conosce artisti come L.Moholy-Nagy, T.Van Doesburg, L.Mies van der Rohe, H. Richter, e H. Arp, con i quali forma il gruppo "G" .
    Nel 1923 crea un ambiente Proun per la grande esposizione d'arte di Berlino ed esegue le suites litografiche che illustrano l'opera di Alerei Kruchenykh e Michail Matiushin. Nel 1924 lavora con Kurt Schwitters alla redazione del periodico Merz chiamato Nasci e, insieme ad Arp, al libro Die Kunstismen. L'anno seguente torna a Mosca dove insegnerà al Vkhutemas-Vkhutein fino al 1930.
    A metà degli anni Venti, smette di dipingere per concentrarsi sul design tipografico e sulle esposizioni. Nel 1926 progetta una sala per l'Internationale Kunstausstellung di Dresda e nel 1927 un'altra per il Niedersächsisches Landesmuseum di Hannover. Nel 1939 disegna il famoso pavillon sovietico per la Fiera mondiale di New York.
    Spirito eclettico e innovatore, è stato architetto, pittore e grafico, manifestando la sua forza espressiva negli ambiti più diversi, rivelandosi di volta in volta come inventore, pensatore, fotografo, tipografo. Da tutti i suoi lavori emerge l'entusiasmo per le scienze esatte, per l'ingegneria in particolare, per la tecnica contemporanea più in generale.
    Il valore dei suoi quadri consisteva, secondo lui, nell'essere descrizioni di visioni tecniche: colori spettralmente chiari, svuotamento della materia, identità di funzione, materia e forma. Tutti i suoi lavori sono favole di un'epoca tecnica a venire, visionarie anticipazioni di forme del futuro, apoteosi di tecnica ingegneristica e possiedono l'irripetibile magia dei tentativi rivoluzionari.
    Lissitzky é morto a Mosca nel 1941.

  • Long Loren

    Loren Long è cresciuto a Lexington, dove ha studiato arti grafiche all'Universitá del Kentucky prima di laurearsi all'Accademia Americana d'arte di Chicago.
    Dopo aver lavorato come illustratore presso la Gibson Greeting Card Company di Cincinnati, nel 1992 ha intrapreso l’attività d'illustratore Freelance per la quale ha ricevuto numerosi premi, incluse due medaglie d'oro conferitegli a New York dalla Società degli Illustratori .
    La sua litografia il Tornado, fa parte della mostra permanente all'Art Museum di Cincinnati, e la sua raffigurazione di un pompiere in azione è esposta nell'atrio dell'edificio sede delle Nazioni Unite.
    In questi anni ha collaborato con diverse riviste quali Time Magazine, Reader's Digest, Forbes, The Wall Street Journal, Atlantic Monthly, Communication Arts, Sports Illustrated etc. ed ha illustrato numerose copertine di libri per conto delle case editrici Simon & Schuster, Harper Collins, Houghton Mifflin, Penguin Putnam e per il National Geographic Society.
    Negli ultimi anni si è dedicato in modo particolare all’illustrazione di libri per l'infanzia.
    Vive a Cincinnati, Ohio.

  • Longanesi Leo

    Leo Longanesi, giornalista, editore, disegnatore e umorista, nasce a Bagnacavallo il 30 agosto 1905. Dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita a Bologna, inizia la sua carriera come giornalista, poi come editore e come organizzatore culturale. Fonda e dirige numerose testate: È permesso, Il Toro, L'italiano e Omnibus, Il Libraio (1946-1949) e Il Borghese (1950-1957). La sua più importante impresa editoriale rimarrà sempre L'italiano, fondato nel 1926, che, nato in un momento di intenso dibattito su arte e regime fascista, si caratterizza per una presa di posizione nettamente contraria all'esistenza di un'arte di regime.
    Notevole, anche se disordinata e frammentaria la sua produzione di disegnatore e illustratore culminata con la sua partecipazione alla XIX Biennale di Venezia nel 1934 e la sua personale presso la Galleria Barbaroux di Milano nel '41.
    Dopo la fine della guerra fonda la casa editrice che tuttora porta il suo nome.
    Muore a Milano nel 1957.

  • Longoni Alberto

    Alberto Longoni, nato a Milano nel 1921 alterna l'attività di pittore a quella di disegnatore, autore e illustratore di libri per l'infanzia, sperimentando numerose tecniche quali: pastello, acquerello, incisione, disegno a penna ed utilizzando materiali differenti come sabbia, carta, stoffa, cartone da imballaggio.
    Muore nel 1991.

  • Luzzati Emanuele

    Nasce a Genova nel 1921. Studia e si diploma a Losanna all'Ecole des Beaux Arts, dove si era rifugiato in seguito alle leggi razziali e dove ha il suo esordio nel 1944, con uno spettacolo realizzato insieme ad Aldo Trionfo e Guido Lopez
    Pittore, decoratore, illustratore, ceramista, la sua attività è legata a registi, artisti, architetti e scrittori di fama internazionale; le sue opere sono esposte in mostre permanenti e itineranti in tutto il mondo. Luzzati è interprete di una cultura figurativa abile e colta, capace di usare con maestria ogni sorta di materiale: dalla terracotta allo smalto, dall'intreccio di lane per arazzi all'incisione su supporti diversi, ai collage di carte e tessuti composti per costruire bozzetti di scene, di costumi, di allestimenti navali.
    Nel corso della sua attività ha realizzato più di quattrocento scenografie per prosa, lirica e danza nei principali teatri italiani e stranieri.
    Nel 1960 esce il primo libro da lui scritto e illustrato I paladini di Francia, pubblicato da Mursia, la cui edizione americana gli varrà, nel 1969, la segnalazione sul New York Times tra i migliori dieci libri per l'infanzia.
    Nel 1962 realizza le scenografie per La bisbetica domata messa in scena al Teatro Romano di Verona e l'anno successivo quelle per Il bugiardo di Goldoni con la regia di Gianfranco De Bosio. Sempre nello stesso anno inizia una serie di collaborazioni con diversi festival di teatro stranieri con la messa in scena di allestimenti lirici (Verdi, Rossini e soprattutto Mozart).
    Nel 1964 realizza il film d'animazione La gazza ladra che gli vale la prima nomination all'Oscar.
    Dal 1968 inizia a pubblicare per diverse case editrici una serie di libri per ragazzi; tra i primi titoli, La tarantella di Pulcinella, Marco Polo, Bimbo recita.
    Nel 1973 con il cortometraggio Pulcinella ottiene la sua seconda nomination all'Oscar, l'anno successivo illustra due volumi tratti da Fiabe Italiane di Italo Calvino e l'anno seguente è tra i fondatori a Genova del Teatro della Tosse.
    Nel 1976 lavora con Gianni Rodari alla creazione dello spettacolo La storia di tutte le storie. L'anno successivo, scrive Facciamo teatro insieme a Tonino Conte, testo che viene adottato in molte accademie di scenografia. Nel 1978 realizza Il flauto magico, tratto dall'opera di Mozart, tra i favoriti di quell'anno per l'assegnazione dell'Oscar come miglior film d'animazione.
    Nel 1981 illustra Le Filastrocche lunghe e corte di Gianni Rodari, dando inizio alla sua collaborazione con lo scrittore. Nel 1987 gli viene assegnato il premio Renato Simoni, una vita per il teatro.
    Nel 1988 realizza la tavole per Fiabe scelte dei fratelli Grimm per le Edizioni Olivetti.
    Dal 1990, con il Candido di Voltaire comincia un'intensa collaborazione con le Edizioni Nuages. Al Candido faranno seguito Pinocchio, Alice nel paese delle meraviglie e due volumi di novelle del Decameron.
    Nel 2000 al Porto Antico di Genova è stato inaugurato uno spazio a lui dedicato, nella vecchia costruzione di Porta Siberia, ristrutturata a cura dello studio di Renzo Piano.
    Muore il 26 gennaio 2007, il giorno prima della consegna del Grifo d'oro, il massimo riconoscimento del Comune di Genova, che la sua città natale aveva deciso di conferirgli proprio in occasione della Giornata della Memoria.

  • Lynch David

    Nasce nel Montana nel 1946, trascorre la sua infanzia a disegnare e dipingere. Nel 1965 inizia l'Accademia di Belle Arti presso la Pennsylvania Academy of Fine Arts di Filadelfia. Qui scopre una passione per le immagini in movimento.
    Sei mesi dopo questa esperienza, termina il suo primo cortometraggio sperimentale, nasce così la vocazione di uno dei registi più talentuosi al mondo, e il più giovane a oggi a aver ricevuto un Leone d'Oro alla carriera - consacrazione che ha ottenuto nel 2006 in occasione della proiezione del suo ultimo film INLAND EMPIRE alla Mostra del Cinema di Venezia. Le sue opere sono riconoscibili per la loro forte componente surrealista, le loro sequenze angosciose e oniriche, le immagini crude e strane, e il sonoro estremamente suggestivo.
    Per tutta la sua carriera di regista, David Lynch non ha mai smesso di dipingere, disegnare, fotografare, e creare delle animazioni, estendendo il campo delle sue indagini artistiche alla composizione musicale e alla creazione sonora.
    I dipinti, le fotografie e i disegni di Lynch evocano le sue esperienze d'infanzia, i fantasmi dell'adolescenza, le sue preoccupazioni di adulto. Il tema ricorrente della casa, con le sue risonanza inquietanti, appare in quadri scuri dalle superfici organiche e dai messaggi misteriosi. Il sense of humor irriverente di Lynch è presente sia nei suoi dipinti più seri. Le sue fotografie in bianco e nero di paesaggi industriali esplorano la geometria delle forme architettoniche e catturano l'atmosfera fuori dal tempo di luoghi abbandonati dall'uomo.
    Nel mese di ottobre 2007 la Triennale di Milano ha presentato "David Lynch. The Air is on Fire", una mostra che raccoglie dipinti, fotografie, disegni, film sperimentali e creazioni sonore, ideata e realizzata su iniziativa dalla Fondation Cartier pour l'art contemporain, in uno spazio concepito dall'artista stesso e dedicata ai molteplici aspetti della sua arte.

  • Maiotti Ettore

    Ettore Maiotti, milanese, tiene insieme alla moglie corsi di tecniche artistiche nel suo studio a Milano; in Svizzera ha fondato il Gruppo Acquarellisti Ticinese. Collabora, come creativo editoriale e illustratore con editori italiani e stranieri.
    Pittore, illustratore e grafico è autore di numerosi libri sulle tecniche artistiche.

  • Mari Enzo

    Enzo Mari è nato a Novara nel 1939, artista e designer si è diplomato in decorazione pittorica all'Istituto Statale d'Arte. Insegnante di educazione artistica e sportivo (portiere della Nazionale di hockey a rotelle) è stato fra i fondatori del Cenacolo Artistico Giovanile e fa parte del "Gruppo &" insieme a Mario Bessarione ed Adriano Stok. Negli anni Cinquanta si è dedicato ad un'intensa attività artistica quale esponente di spicco dell'arte programmata e cinetica. Ha svolto corsi di insegnamento, tra i quali quelli presso il Centro Studi di Comunicazione Visiva di Carrara, presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e all'ISIA di Firenze.
    É membro del Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma, nel cui archivio sono raccolti circa 9000 dei suoi disegni originali. Parallelamente all'attività artistica si dedica a quella grafica, al disegno di prodotti, allestimenti e mostre. Collabora con diverse industrie italiane (tra le più note Alessi, Artemide, Castelli, Danese, Gabbianelli, Interflex, Lema, Zanotta, Robots), è autore di pezzi che hanno fatto la storia del design, non solo italiano, ed ha vinto per tre volte il Compasso d'Oro. É stato consulente per l'Arredo Urbano del Comune di Milano e, dal 1976 al 1979, è stato presidente dell'Associazione per il Disegno Industriale.

  • Mari Iela

    Iela Mari vive e lavora a Milano. Ha studiato all'Accademia di Brera. Si occupa di problemi della comunicazione visiva ed in modo particolare di quella diretta ai bambini, in questo senso ha compiuto e compie ricerche sull'attività ludica e conoscitiva propria dell'infanzia. Dal '55 al '65 ha collaborato con Enzo Mari.
    Verso il 1960 Iela Mari inizia una serie di ricerche dedicate ai bambini. I suoi sforzi sono tesi a trovare un "linguaggio per immagini" adatto all'età prescolare e si esemplificano nei suoi libri, originariamente creati a quattro mani con il figlio.

  • Mariotti Mario

    Nasce nel 1936 a Firenze; artista, artigiano, libero pensatore difficilmente classificabile all'interno di un unico ambito artistico.
    Dal 1964 al 1967 collabora alla grafica della rivista Classe operaia. Nel 1972 cura il progetto grafico per il catalogo della mostra Henry Moore al Forte Belvedere e nello stesso anno collabora con le edizioni Exempla. Nel 1977 dà vita al catalogo di Monografie, stampato nel 1979 e da lui ideato come un grande manifesto pieghevole di arte ed artisti in cui riporta dieci sue intense meditazioni sull'arte e il suo sistema.
    Dal 1967 al 1984 crea per la collana Il castoro, celebre serie letteraria edita da La Nuova Italia, duecentoquattro copertine, utilizzando i più svariati stimoli che sconfinano dall'ambito puramente grafico, poiché sono in realtà "lavori d'artista tradotti nella forma del multiplo editoriale". Alle copertine di questa collana si aggiungeranno poi quelle della collana Il castoro cinema dove si crea un gioco speculare tra copertina e dorso.
    Dal 1980 inizia a pubblicare, per La Nuova Italia, una serie di libri per l'infanzia che conosceranno il più vasto successo internazionale, e verranno editati, oltre che nei principali paesi europei, anche in Israele, Giappone, Australia e negli Stati Uniti. Il gioco, la trasformazione, la continua invenzione fantastica, l'uso anticonvenzionale del corpo, che diventa soggetto e oggetto della sua performance artistica, ne sono forma e sostanza. Fra i libri più riusciti, Animani, premiato nel 1981 con il Premio grafico Fiera di Bologna per l'infanzia e Umani, vincitore nel 1982 del Premio critici in erba .
    I temi del viaggio, della specularità di culture parallele, di segni, icone e alfabeti, particolarmente cari a Mariotti, sono tutti presenti in uno dei suoi libri più poetici Dall'altra parte del libro, edito dalla La Nuova Italia nel 1982, percorso parallelo per immagini di due mondi che si riconoscono omologhi nel loro quotidiano.
    Si devono al suo estro artistico molte idee per la valorizzazione del quartiere di Oltrarno, come ad esempio, nel 1980, la trasformazione della facciata della chiesa di Santo Spirito in uno schermo dove vengono proiettate le soluzioni che molti artisti avevano previsto per il completamento della facciata, mai ultimata. Sua è anche l'invenzione del palmo della mano dipinta con l'intento di rappresentare Firenze e il suo fiume.
    Nel 1994, per conto della Biblioteca Nazionale, da il suo contributo a Alphabetica, manoscritto in cui ogni artista coinvolto realizza una lettera dell'alfabeto, e, nell'ambito di una mostra dedicata a Marinetti, disegna una finta copertina di una Guida futurista. Nel 1996, realizza Ex Biblo, catalogo della manifestazione regionale dedicata alle biblioteche ed archivi storici toscani e nel 1997 crea l'immagine per il manifesto di Punto giovani commissionatogli dal Comune di Firenze. Di tale manifesto non terminerà la parte grafica, muore il 29 marzo 1997.

  • Mattotti Lorenzo

    Nato nel 1954 a Brescia, Lorenzo Mattotti incomincia a pubblicare disegni su Re Nudo e una storia a fumetti su La Bancarella, mentre ancora frequenta la facoltà di architettura. Nel 1976 dimostra già ampiamente le proprie capacità e il proprio personalissimo stile disegnando un episodio della vita di Casanova incluso in un volume a più mani edito dalla Mondograf.
    L'anno successivo realizza, su testi di Fabrizio Ostani, Alice Brum Brum, e nel 1978, su testi di Antonio Tettamanti, una riduzione a fumetti di Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain e alcune storie sul settimanale Secondamano. Nei primi anni Ottanta fonda con altri disegnatori il gruppo Valvoline ed alterna ai fumetti un'intensa attività di illustratore per la rivista di moda Vanity, oltre alla realizzazione di immagini per manifesti e numerose capagne pubblicitarie.
    Nel 1984 realizza Fuochi che, accolto come un evento nel mondo del fumetto, vincerà importanti premi internazionali. Per l'infanzia ha illustrato vari libri tra cui Eugenio che ha vinto nel '93 il Grand Prix di Bratislava, uno dei massimi riconoscimenti nell'editoria per ragazzi, Le Fiabe dei Balcani per EL e l'Inferno della Divina Commedia per Nuages. Nel 2001 il suo Pinocchio vince il primo premio al Festival Annecy in Francia della sezione "pilota".
    Oggi i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo; Mattotti realizza manifesti, copertine, campagne pubblicitarie e pubblica su quotidiani e riviste come Das Magazin, Süddeutsche Zeitung, Nouvel Observateur, Corriere della Sera; è collaboratore fisso di Le Monde e The New Yorker, per cui ha realizzato diverse copertine. Numerose le sue esposizioni personali tra le quali l'antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma e al Frans Hals Museum di Haalem.
    Attualmente lavora e risiede a Parigi.

  • Mayaux Philippe

    Nasce a Roubaix nel 1961.
    Scultore e pittore, vive e lavora a Parigi. Fortemente interessato al tema dell'autoconsumo, il suo lavoro si basa sul concetto di cosmogonia come visione del mondo "Perché il mondo esista sono necessarie le nostre mani per costruirlo e i nostri occhi per osservarlo; nel medesimo tempo in cui lo si osserva, il mondo si ricrea".
    La sua prima mostra importante Le desert & la fourmi risale al 2003 a Parigi. La sua pittura mescola con umorismo elementi contrari, con molti riferimenti alla scienza e alla storia della pittura.

  • McGuire Richard

    Richard McGuire è nato nel New Jersey e vive a New York.
    I suoi disegni grafici e le sue storie umoristiche sono molto apprezzate soprattutto dal pubblico infantile. Le sue illustrazioni sono state pubblicate dal New Yorker e altre prestigiose riviste. Da ragazzo si divertiva a costruire pupazzetti con le mollette per il bucato, robot con bottiglie di sapone liquido e a disegnare per strada con i gessi.
    Ha studiato musica e arte e, a New York, ha fondato il gruppo Liqid Liquid, disegnandosi da sé poster e copertine.
    Ha disegnato anche giocattoli, carte da gioco, puzzle di legno, ed ha inventato un giocattolo ad energia solare. Lavora per diversi studi di animazione e produzioni cinematografiche. Il giorno in cui gli capitò di vedere un'arancia sui binari della metropolitana, ebbe lo spunto per il suo primo libro per bambini The orange book.

  • Messager Annette

    Artista francese nasce a Berck-sur-Mer nel 1943.
    Studia all'Ecole des Arts Decoratifs e i suoi primi lavori risalgono agli inizi degli anni Settanta.
    La sua opera rivendica l'assoluta libertà di inserirsi nel presente, rinnovarsi continuamente, essere giocosa e seria, radicata come in un immaginario e un inconscio sofisticati e popolari, inventando un universo attrattivo e repellente, drammatico ed ironico, evidente ed ambiguo.
    Fondamento costante della sua opera è il concetto di dualità. Nelle sue installazioni fa uso della fotografia, del disegno, del lavoro a maglia, del ricamo, del cucito, e di oggetti che lei ha raccolto. Interessata alla tassidermia che compara alla fotografia, combina immagini fotografiche di animali morti insieme a volti di bambini.
    Artista internazionalmente riconosciuta è stata la prima donna a rappresentare la Francia alla Biennale di Venezia nel 2005, in cui è stata insignita del Leone D'Oro per la sua opera Casino, liberamente ispirata alla storia di Pinocchio. Il Centro Georges-Pompidou le ha dedicato una grande retrospettiva nel 2006.

  • Miró Joan

    Joan Miró Ferra nasce a Barcellona il 20 aprile 1893.
    All'età di quattordici anni frequenta una scuola commerciale, ma contemporaneamente si iscrive a La Lonja, l'accademia di belle arti di Barcellona. Tre anni dopo, mentre lavora come contabile a Barcellona, viene colpito da un esaurimento nervoso e abbandona il commercio riprendendo gli studi d'arte e frequenta dal 1912 al 1915 l'Escola d'Art di Francesc Galí. Miró è incoraggiato dal mercante d'arte José Dalmau che gli allestisce nel 1918 la prima personale nella sua galleria a Barcellona.
    Nel 1917 incontra Francis Picabia.
    Nel 1919 Miró si reca per la prima volta a Parigi dove incontra Pablo Picasso. Dal 1920 divide il suo tempo tra Parigi e Montroig. A Parigi frequenta i poeti Pierre Reverdy, Tristan Tzara e Max Jacob e partecipa alle attività dada. Nel 1921 Dalmau organizza la prima personale di Miró a Parigi alla Galerie La Licorne. L'artista è presente al Salon d'Automne del 1923. Nel 1924 aderisce al gruppo surrealista. Un importante avvenimento surrealista è la sua personale alla Galerie Pierre nel 1925 dove, nello stesso anno, Miró partecipa anche alla prima mostra dei surrealisti. Nel 1928 visita i Paesi Bassi e inizia una serie di dipinti ispirati ai maestri olandesi. Lo stesso anno realizza i primi papiers collés e collage.
    Nel 1929 fa le sue prime esperienze nel campo della litografia; le sue prime stampe risalgono al 1933. All'inizio degli anni '30 l'artista esegue composizioni sculturali surrealiste con inserzioni di pietre dipinte e oggetti vari. Nel 1936 lascia la Spagna a causa della guerra civile; vi ritornerà nel 1941. Nel 1941 il Museum Of Modern Art di New York allestisce un'importante retrospettiva del suo lavoro. Nello stesso anno l'artista inizia a lavorare la ceramica con Josep Lloréns y Artigas e ad occuparsi di stampe: dal 1954 al 1958 si dedica quasi esclusivamente a queste due attività.
    Nel 1958 riceve il Guggenheim International Award per le decorazioni murali del palazzo dell'UNESCO a Parigi; l'anno successivo riprende a dipingere, iniziando una serie di tele nel formato delle pitture murali. Negli anni '60 si dedica intensamente alla scultura. Nel 1974 il Grand Palais a Parigi allestisce un'importante retrospettiva di Miró; nel 1978 il Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou, espone oltre cinquecento opere in occasione di una vasta retrospettiva dei suoi disegni.
    Muore il 25 dicembre 1983 a Palma di Maiorca.

  • Morante Elsa

    Elsa Morante nasce a Roma il 18 agosto1912.
    Vive la primissima infanzia nel quartiere popolare del Testaccio e forse è proprio questo ambiente che le insegna ad amare tutto ciò che è popolare, autenticamente genuino e libero dalle maniere artefatte della società borghese.
    Elsa Morante non frequenta la scuola elementare, ma impara a leggere ed a scrivere da sola.
    La sua vocazione di scrittrice si manifesta molto presto con la pubblicazione su giornaletti per bambini di poesie e fiabe corredate da sue illustrazioni.
    Conseguita la maturità nel 1932, si iscrive quindi alla Facoltà di Lettere, ma la mancanza di mezzi economici la costringe ad abbandonare gli studi e per mantenersi inizia a redigere tesi di laurea, da lezioni private di italiano e latino e collabora, pubblicando racconti, poesie e interviste, con diverse riviste e giornali, fra cui Il Corriere dei Piccoli, giornale che ha fatto da balia al fumetto italiano, i settimanali Oggi e L'Europeo.
    Nel 1941 sposa Alberto Moravia e pubblica per Garzanti la sua prima raccolta di racconti dal titolo Il gioco segreto, che riceve lusinghieri apprezzamenti da parte dei maggiori critici dell’epoca.
    Nel 1942 pubblica per Einaudi Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina, una fiaba per bambini da lei stessa illustrata e che inizia a scrivere all´età di tredici anni che verrà poi ripubblicata in versione riveduta ed ampliata con il titolo Le straordinarie avventure di Caterina nel 1959.
    Nel 1948, esce il romanzo Menzogna e sortilegio, con cui vince il Premio Viareggio, e nel 1957 pubblica il suo secondo romanzo, L'Isola di Arturo, con cui vincerà il Premio Strega.
    In quegli anni Elsa Morante continua a scrivere per diversi settimanali ed avvia una breve collaborazione con la RAI; frequenta e stringe una forte amicizia con Umberto Saba, Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini. Nel 1958 raccoglie in un libro, dal titolo Alibi, la produzione di sedici liriche; fa quindi seguito una serie di lunghi viaggi che la porteranno a visitare Francia, Inghilterra, Unione Sovietica, Cina, Stati Uniti, Messico e l'India
    Nel 1963 pubblica la raccolta di racconti Lo scialle Andaluso, e nel 1968 compone i poemi e le canzoni che andranno a formare Il mondo salvato dai ragazzini una raccolta di liriche diretta "all'unico pubblico che ormai sia forse capace di ascoltare la voce dei poeti".
    Fra il 1971 e il 1973 lavora al suo terzo romanzo, La Storia, un´iliade dei giorni nostri, che viene pubblicato l'anno successivo. L´opera suscita diverse polemiche, ma ottiene anche un grandissimo successo di pubblico.
    Nel 1976 inizia la stesura del suo ultimo romanzo, Aracoeli, pubblicato solamente nel 1982.
    Della sua produzione editoriale fanno parte anche una serie di saggi di critica letteraria.
    Elsa Morante muore a Roma, il 25 novembre 1985.

  • Morgan Tony

    Nasce nel 1938 a Pickwell (Inghilterra).
    Scultore, performer e pittore discendente del movimento Fluxus ( movimento artistico fondato da Georges Maciunas nel 1963. Il termine Fluxus viene coniato per rappresentare un progetto mirato alla fusione di tutte le arti, rispettando le specificità di ognuna).
    Vive a lavora a Ginevra.

  • Munari Bruno

    Nasce a Milano nel1907, ma prestissimo si trasferisce con la famiglia a Badia Polesine, un paesino presso l'Adige, nella campagna veneta. Il paesaggio e i giorni passati qui saranno per l'artista un serbatoio di esperienze.
    Nel 1926 a 18 anni, Munari arriva a Milano e inizia a lavorare nello studio dello zio ingegnere. In questo stesso anno l'artista conosce i futuristi milanesi, Balla e Prampolini, che lo influenzeranno molto, soprattutto per quanto riguarda l'idea di "ricostruzione futurista dell'universo".
    Negli anni Trenta si dedica alla pittura, influenzato soprattutto dai futuristi, nonostante accolga e risenta delle altre correnti artistiche del periodo. Sebbene si possano cogliere dei rimandi, é difficile trovare profonde affinità tra l'artista e i vari movimenti con cui entra in contratto, poiché Munari riduce tutto entro il proprio sistema di fare arte.
    Uno dei temi centrali della sua opera é la macchina, argomento caro ai futuristi, ma che egli svilupperà lungo l'arco di tutta la sua attività artistica. Celebri sono le sue Macchine inutili, costruzioni dl tutto astratte che si compongono e si ricompongono continuamente, sospese o appoggiate a terra.
    Durante questo periodo Munari lavora anche come grafico e pubblicitario, e nel 1930 apre uno studio di grafica in collaborazione con Riccardo Ricas. Negli anni successivi intensa é la sua collaborazione con le case editrici Einaudi, Bompiani e Editori Riuniti.
    Nel 1932 a Milano apre la Galleria del Milione, che Munari frequenta e che gli da la possibilità di conoscere e apprezzare l'opera di Mondrian, in cui scopre la totale valenza strutturale di tutti gli elementi. Dal 1939 al 1945 lavora come grafico presso la Mondadori ed inizia a pubblicare i primi libri per bambini.
    Nel 1947 a Milano i suoi lavori entrano a far parte di una grande rassegna d'arte concreta a fianco alle opere di Klee, Kandisky, Arp, Licini, Veronesi ed altri. L'anno successivo, assieme a Soldati, Dorfles e Monnet, fonda il Movimento d'Arte Concreta, MAC, che raccoglie i migliori concretisti italiani. Conclusa dopo circa dieci anni l'esperienza del MAC, si dedica con più assiduità all'industrial design e contemporaneamente a un approccio matematico dell'arte. Frutto di questo suo interesse é la serie di Negativi positivi.
    A partire dagli anni Cinquanta la committenza pubblica e privata si accorge di lui e gli affida realizzazioni di grandi dimensioni. Tra queste Munari predilige realizzare fontane: a Venezia per la Biennale nel 1954, a Milano per la Fiera nel 1961, a Tokyo nel 1961.
    In questi anni la sua attività di scrittore si fa più imponente. Attraverso i suoi scritti comunica il suo concetto di arte di tutti: l'artista deve intervenire nella società creando cose che abbiano valore estetico. In questo periodo dipinge con minor continuità e sostituisce questa sua attività con l'industrial design, l'arte programmata e la speranza di un nuovo incontro con il pubblico attraverso gli oggetti d'arte moltiplicata.
    Nel 1962 l'azienda Olivetti sponsorizza la prima mostra di arte programmata. Munari spera che nascano le condizioni per il lancio di una nuova figura d'artista che sappia colmare il distacco tra ricerca visiva ed il pubblico. É di questo periodo la realizzazione dei multipli, oggetti progettati col metodo del design di ricerca. Il multiplo é un prodotto industriale, a basso prezzo, che deve contribuire ad allargare la conoscenza estetica ad un pubblico più vasto.
    Dagli anni Sessanta si occupa soprattutto dei bambini, della conservazione e dello sviluppo della loro creatività, progettando per loro libri e giocattoli. Nel 1953 vince il Compasso d'Oro per la realizzazione di un pupazzo in gommapiuma armata non rigida. Nei suoi progetti Munari tiene conto di tutti i sensi del bambino. I giocattoli e giochi da lui realizzati sono spesso "non finiti", perché devono essere completati e modificati da chi li usa per una partecipazione attiva.
    Un ulteriore passo avanti nella ludopedagogia, la pedagogia attraverso il gioco, é compiuto da Munari con l'organizzazione di laboratori per bambini (il primo laboratorio é realizzato nel 1976 presso il museo di Brera a Milano). Questi laboratori per bambini sono oggi operativi in diverse parti del mondo.
    Munari muore a Milano nel 1998.

  • Murakami Takashi

    Takashi Murakami nasce nel 1963 a Tokio e studia presso la Tokyo National University of Fine Arts and Music. Considerato uno dei più riflessivi-graffianti artisti giapponesi degli anni 1990, il suo lavoro spazia dalla pittura, al cartone animato quasi minimalista, alle sculture giganti di palloncini gonfiabili, alla progettazione di orologi, magliette, e altri prodotti.
    All'attività artistica affianca quella di curatore, imprenditore, e studente. Nel 2000, Murakami cura una mostra di arte giapponese intitolata "Superflat", che ha preso in esame la produzione di massa e i suoi effetti sull'estetica contemporanea. Murakami è inoltre riconosciuto a livello internazionale per la sua collaborazione con il designer Marc Jacobs per la creazione di borse e altri prodotti, per la casa di moda Louis Vuitton.
    I suoi lavori sono stati esposti in prestigiosi musei di tutto il mondo, tra cui il Tokyo Metropolitan Museum of Art, il Museum of Fine Arts di Boston, e di recente la mostra retrospettiva presso il Bard College Museum of Art.
    La sua arte gioca sulle opposizioni Oriente e Occidente, passato e presente, "arte alta" e "arte bassa", pur rimanendo sempre divertente e accessibile. Con la sua formazione classica trasforma il mondo dei popolari cartoni animati giapponesi contemporanei e la pittura storica giapponese; il suo personaggio ricorrente, Mr. DOB, appare su magliette, poster, portachiavi, ecc. in tutto il mondo ed ha anche preso vita sotto forma di una scultura 3-D.

  • Nara Yoshitomo

    Yoshitomo Nara nasce in Giappone nel 1959.
    Le sue creazioni, dipinti, sculture, fotografie, disegni, giocattoli e cartoline, sono unite da un filo conduttore comune in cui lo stile dell'artista riprende le stampe dell'arte tradizionale giapponese (da cui prende l'aspetto minimale della rappresentazione), i manga ed i cartoni animati, per aggiungervi elementi molto personali ed innovativi. I soggetti prediletti da Nara sono piccole ragazze (o bambine "grandi") dall'aria pensierosa e imbronciata, spesso intente a fumare. La fisionomia tipica dei volti di queste ragazzine rende subito riconoscibile la mano di Yoshitomo Nara, che utilizza tratti tipici del disegno a matita e colori pastello, delineando volti unici dalla fronte larga e dagli occhi a fagiolo. Il punto forte delle sue rappresentazioni sono appunto le espressioni dei volti dei soggetti, che intendono trasmettere rabbia e alienazione, nonché incertezza e confusione verso il futuro. Sono bambine solitarie che esprimono il proprio disagio verso una società in declino, per questo l'artista inserisce non di rado parole provocatorie e forti nelle sue illustrazioni (fighting, fuck).
    Quella di Nara, divenuta col tempo un artista di fama internazionale, è una posizione provocatoria che vuole penetrare nella coscienza collettiva, quasi per trasmettere un messaggio "d'urgenza", riducendo spesso a uno sfondo monocromatico il contesto nel quale colloca i soggetti per concentrare l'attenzione sulle emozioni.

  • Newell Peter

    Peter Sheaf Hersey Newell nasce il 5 marzo 1862, durante la guerra civile americana, a McDonough, Illinois. Nel 1883 si trasferisce a New York dove si iscrive all'Art Students League, nell'autunno dello stesso anno i suoi lavori vengono pubblicati sul New York Graphic e sul Harper's Bazaar.
    Nel 1884 fa ritorno nell'Illinois (Springfield) dove apre un suo studio. Nel febbraio 1885 sposa Leona Dow Ashcraft, conosciuta nel corso della sua collaborazione con lo studio fotografico Clenendon e Nichols ed insieme viaggeranno molto, non solo negli Stati Uniti, ma anche all'estero.
    Fotografo e pittore, i suoi lavori sono caratterizzati dall'uso dei pastelli come mezzo espressivo. La sua attenzione è prevalentemente rivolta al mondo dell´infanzia ed agli animali.
    I suoi testi sono intrisi d´umorismo, giochi di parole, rime comiche e stravaganti che spesso mettono in evidenza il gioco e la marachella, come nei suoi testi The Rocket Book, The Hole Book, The Slant Book, caratteristiche che ritroviamo anche nei testi da lui solo illustrati come Mark Twain's, Alice nel Paese delle Meraviglie, Alice attraverso lo specchio e quello che vi trovò.
    I suoi lavori sono stati pubblicati su numerosissimi periodici, libri e riviste.
    Peter Newell muore di ALS (amyotrophic lateral sclerosis) a New York il 15 gennaio 1942.

  • Nisa (Nicola Salerno)

    Nicola Salerno, in arte Nisa, nasce a Napoli nel 1910.
    Paroliere di musica leggera, il suo primo brano di successo è del 1947 : Eulalia Torricelli.
    Nel 1955, in occasione di un concorso radiofonico, ha inizio la sua fortunata collaborazione con il cantante Renato Carosone, per il quale scriverà i testi di canzoni memorabili quali Tu vuo' fa l'americano, 'O suspiro, Torero, Caravan Petrol, Pigliate 'na pastiglia, 'O Sarracino e moltissime altre che riscuoteranno enorme successo in tutto il mondo.
    Nisa lavora anche con altri autori. Tra i suoi testi più famosi ricordiamo Guaglione, canzone vincitrice del Festival di Napoli del 1956, e Non ho l'età, con cui Gigliola Cinquetti vinse il Festival di Sanremo nel 1964.
    Oltre che paroliere, Nicola Salerno fu anche disegnatore. Tra i suoi lavori, si segnalano le copertine di alcune edizioni musicali napoletane prodotte a cavallo tra gli anni Venti e gli anni Trenta.
    Nicola Salerno è morto a Napoli nel 1969.

  • Nordström Jockum

    É nato nel 1963 a Stoccolma, città in cui vive e lavora e dove, nel 1985, si é diplomato presso il College di Arte e Design.
    Inizia la sua carriera come illustratore, spaziando poi in campi diversi e realizzando spesso anche disegni ed illustrazioni di carattere erotico. Lavora prevalentemente con matite ed acquerelli, utilizzando sovente anche la tecnica del collage. I suoi disegni ritraggono navi, persone e piccoli diorami di città e creano immagini di mondi assolutamente bizzarri in cui l'architettura moderna si mescola con persone, piante ed animali raffigurati con uno stile deliberatamente rudimentale che richiama l'arte popolare svedese.
    In Svezia viene definito "Signor Arte" e nel 2005 é stato nominato Artista dell'anno dal prestigioso Armony Show di New York.
    I suoi lavori sono ospitati nella collezione permanente del MOMA di New York, al Moderna Museet and Magazin 3 di Stoccolma ed al Greensboro Museum del North Carolina oltre che in numerose gallerie e collezioni private, sia in Europa che in America.

  • Oberrauch Elisabeth

    Nasce a Merano nel 1950. Dal 1971 al 1972 frequenta il Masterklass di pittura del professor Franz Rogler Höheren presso il "Technischen Bundeslehranstalt" di Graz ed i corsi dell'Accademia internazionale estiva di Salisburgo e della scuola internazionale di grafica di Venezia.
    Nelle sue opere l'artista riesce a fondere interpretazione ed astrazione immergendo l'osservatore in un mondo di colori che danno forma e vita al racconto.
    I personaggi di questi mondi ricordano talvolta le forme primordiali della Terra facendo intravedere i diversi materiali utilizzati nel suo percorso artistico.
    Dal 1973 lavora nel campo dell'immagine, del libro e nella lavorazione delle carte attraverso la creazione di libri oggetto.
    Come illustratrice reinterpreta attraverso le immagini i testi di autori come Mayer-Skumanz e Renate Welsh.
    Tiene corsi d'aggiornamento sul tema "Dipingere con i bambini" e numerosi workshop per artisti.
    Le sue opere sono state oggetto di diverse mostre personali e collettive in Sud Tirolo ed in Austria. A tutt'oggi ha realizzato 12 libri.

  • Pacovská Kveta

    Kveta Pacovská è nata a Praga nel 1928, dove si è diplomata all'Accademia di Arti applicate nel 1952, sotto la guida di Emil Filla. Nel 1960 ha iniziato a progettare libri illustrati intesi come oggetti d'arte tattili e tridimensionali (i suoi testi sono stati tradotti in tedesco, inglese, giapponese, francese, italiano, portoghese, danese, finlandese, olandese e cinese). La sua creatività ha trovato, inoltre, espressione nell'arte grafica libera, nella pittura e nell'arte concettuale.
    La Pacovská prende le mosse da un mondo articolato e recettivo, in cui convergono i temi più innovativi dell'arte europea del nostro secolo: da Kandinskij a Mondrian, dal futurismo di Balla e Delpero a Man Ray, ai cubisti. In lei la forma simbolica si libera da ogni orpello, fino alla chiarezza dell'oggettività, al rigore del rapporto numerico. L'artista guarda al Bauhaus e all'astrattismo, alla purezza cromatica assoluta. Forte inoltre è il suo legame emotivo con Fontana.
    I numerosi disegni e le sculture in carta della Pacovská sono stati esposti nei più importanti musei e gallerie di tutto il mondo (l'artista ha al suo attivo più di quaranta mostre personali).
    Oltre a ciò le sono stati attribuiti premi e riconoscimenti internazionali prestigiosi, fra cui la Golden Apple della Biennale di Bratislava nel 1983, il Grand Prix del Premio Catalogna di Barcellona, il Premio tedesco di letteratura giovanile nel 1991 ed il Premio Hans Christian Andersen nel 1992; nel 1993 a Francoforte ha altresì ottenuto la Foglia d'oro, destinata al più bel libro d'arte dell'anno, per il suo libro omaggio al pittore Kurt Schwitters e il Graphic Prize e Critici in erba di Bologna; nel 1997 vince il premio Johann Gutenberg, Lipsia per il miglior artista di libri illustrati e il Grand Prix del 6. Premio Möbius Internazionale dei Multimedia/cd rom per Jeu de Minuit, Parigi. Nel 1998 ottiene il riconoscimento speciale del Premio Bologna Ragazzi per il libro Alphabet.
    Ha insegnato all'Accademia di Belle Arti di Berlino. Dal 1995 al 1997 ha realizzato il progetto di un giardino al Chihiro Art Museum di Nagano, in Giappone.
    Le sue opere sono state recensite in tutto il mondo (Giappone, Stati Uniti, Germania).
    Nonostante ora sia universalmente conosciuta per il suo impegno nelle arti plastiche, serba tuttora un affetto particolare per il libro d'infanzia. "Un libro illustrato - afferma la Pacovská - è la prima galleria d'arte che il bambino visita."

  • Paoli Gino

    Nato nel 1934 a Monfalcone, ma trasferitosi a Genova da bambino, dopo aver fatto il facchino, il grafico pubblicitario e il pittore, debutta come cantante da balera, per poi formare un band musicale con gli amici Luigi Tenco e Bruno Lauzi.
    Nel 1960 compone "La gatta", un pezzo rigorosamente autobiografico che si trasforma immediatamente in un successo discografico da 100 mila copie la settimana.
    Gino Paoli è considerato uno dei fondatori della canzone d'autore genovese, forma di espressione musicale rivoluzionaria che mira ad esprimere sentimenti e fatti di vita reale con un linguaggio non convenzionale; la canzone, cessa di essere puro intrattenimento e abbandona l'oleografia per diventare forma d'arte a tutti gli effetti.
    Nel corso della sua lunga carriera ha scritto centinaia di canzoni, portate al successo da lui stesso e da altri grandi interpreti, alcune anche per il cinema, molte delle quali sono divenute dei classici e sono state tradotte in diverse lingue. Ha inoltre scoperto e lanciato artisti importanti come Lucio Dalla e Fabrizio De André.
    Autentico protagonista della scena musicale italiana, sempre capace di rinnovarsi, pur mantenendo le forme ed i contenuti che da sempre lo contraddistinguono, nel 2003 ha ripreso in mano i pennelli e la sua prima canzone per ricavarne un libro dedicato ai bambini di tutte le età.
    Nel 2004, a Sanremo gli è stato conferito il "Premio alla Carriera".

  • Parain Nathalie

    La designer Nathalie Tchelpanova Parain, nasce a Kiev nel 1897. Inizia la sua formazione a Mosca, nel laboratorio di Konchalovsky, e diviene ben presto simpatizzante delle avanguardie del costruttivismo sovietico. Nel 1926 sposa lo scrittore e saggista Parain Brice, capo della segreteria di Gaston Gallimard e addetto culturale presso l'Ambasciata di Francia.
    Nel 1928 lascia l'Unione Sovietica e si trasferisce con il marito a Parigi.
    Nel 1930 viene pubblicato Mon chat con testi di André Beucler, il suo primo libro per l'infanzia; lavora quindi come illustratrice per la collana di Pere Castor della casa editrice Flammarion insieme ad artisti prestigiosi come Paul Faucher e Marcel Aymé che come lei consideravano un libro per bambini "veri oggetti culturali".
    Negli stessi anni introduce presso diversi editori francesi molti artisti emigrati dall'ex-Unione.
    Nel 1944 riceve il Premio dell'Accademia di Belle Arti.
    Muore nel 1958.
    In questi ultimi anni molti dei suoi libri sono stati ripubblicati, dall'Éditions Memo, e nel 2005 la casa editrice Donzelli ha pubblicato Le storie del gatto sornione di Marcel Aymé con le illustrazioni originali di Nathalie Parain.

  • Pazienza Andrea

    Andrea Pazienza nasce a San Benedetto del Tronto il 23 maggio 1956. Passa l'infanzia a San Severo, un paese nella piana pugliese. A 13 anni si trasferisce a Pescara dove frequenta il Liceo Artistico e partecipa al Laboratorio comune d'arte Convergenze. Terminati gli studi liceali si iscrive al DAMS, a Bologna.
    Nella primavera del 1977 la rivista "Alter Alter" pubblica la sua prima storia a fumetti: "Le straordinarie avventure di Penthotal". Nell'inverno 1977 partecipa al progetto della rivista underground "Cannibale". E' tra i fondatori delle riviste "Il Male" e "Frigidaire", e collabora alle più importanti testate giornalistiche del panorama italiano, da Satyricon de "La Repubblica", a Tango de "L'Unità", al quindicinale indipendente "Zut", mentre continua a scrivere e disegnare storie per riviste quali "Corto Maltese" e "Comic Art".
    Disegna inoltre manifesti di cinema e di teatro, scenografie, costumi e abiti per stilisti, cartoni animati, copertine di dischi, pubblicità. Nel 1984 Pazienza si trasferisce a Montepulciano. Qui realizza alcune delle sue opere più importanti, come Pompeo, Zanardi e La prima delle tre. Collabora a varie iniziative editoriali fra cui L'Agenda Verde della Lega per l'Ambiente. Andrea Pazienza muore a Montepulciano nel giugno 1988.

  • Pelletier David

    Scultore e graphic designer, nasce a Toronto (Canada) nel 1950. Nel 1973 si diploma presso il Department of Sculpture, della scuola d'arte di Ontario e successivamente insegna al College d'arte e design di Ontario.
    Dal 1993 espone in mostre personali e collettive; vive e lavora a New York City.
    The Graphic Alphabet, il suo primo libro per bambini, nasce da un interesse personale per la forma grafica delle lettere e dal rapporto tra immagine e significato.

  • Pellizzola Marco

    Nato a Cento ( Fe) nel 1953, Marco Pellizzola compie studi artistici a Bologna, diplomandosi all'Accademia di Belle Arti nel 1984. Dal 1974 al 1982, lavora nello studio bolognese del celebre pittore e cartellonista pubblicitario Sepo (Severo Pozzati), con il quale ha approfondito la propria formazione culturale e tecnica e nello stesso periodo inizia un'intensa attività artistica, che lo porta ad esporre in numerose mostre personali e collettive in Europa e nella quali è tuttora impegnato.
    Dal 1987 inizia la sua attività come docente, presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, l'Accademia Albertina di Torino e l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
    Il suo lavoro si è caratterizzato per un'intensa attività di ricerca, dapprima in ambito prevalentemente segnico e pittorico, poi sviluppando una particolare attenzione per il disegno, inteso sia come elemento installativo che come forma espressiva autonoma.
    Affascinato dall'approccio con il reale, l'artista parte dalla registrazione del visibile e delle persistenze visive della memoria, per approdare ad immagini di forte carattere evocativo e simbolico, lavorando su diversi cicli tematici: dalle scene di guerra alle periferie urbane, dalle archeologie industriali alle ferrovie, fino alla lunga serie di disegni ed installazioni ispirati all'idea delle vedute di viaggio e del rapporto con la natura, intesi come esperienza estetica ed interiore.
    A quest'ultima poetica si legano le insolite installazioni con le "tende"- strutture mobili ispirate alle tende da campo militari, che di volta in volta vengono spostate nelle diverse sedi espositive, per creare una sorta di spazio autonomo e circoscritto all'interno del quale ospitare e mostrare i disegni. L'interesse per l'esperienza visiva lo spinge a cercare sempre nuovi soggetti ed ambiti di attenzione, sia attraverso frequenti viaggi in Italia ed all'estero, sia nell'esplorare la dimensione del quotidiano con lo sguardo attento del viaggiatore.
    Collabora con poeti e scrittori in edizioni d'arte, e cura mostre e iniziative artistiche e culturali presso spazi pubblici e privati. Negli ultimi anni si interessa anche di progettazione di elementi di arredo urbano e realizzazione di parchi d'artista.
    Tra il 2000 e il 2006 nella città di Cento, realizza il Giardino del Gigante, un'area di oltre 18.000 metri di estensione, nato dalla fantasia di una bambina, che rappresenta un esempio concreto di come sia possibile riqualificare un'anonima area urbana decentrata trasformandola in un luogo fantastico dove l'arte e l'ambiente si integrano perfettamente.

  • Pepeu Megi

    Nasce a Trieste nel 1940. Nel 1959 si diploma all'Istituto Statale d'Arte di Trieste, dove è allieva di importanti artisti quali Dino Predonzani, Riccardo Bastianutto, Enzo Cogno, Girolamo Caramori e Ladislao de Gaus. Frequenta quindi corsi di incisione e serigrafia a Venezia, Como e Trieste, dove segue anche il corso di nudo del prof. Nino Perizi.
    Dal 1960 inizia a produrre quadri, incisioni, disegni, ex-libris, depliant, manifesti, locandine, illustrazioni per l'infanzia, copertine di libri, pannelli decorativi e oggetti artistici per l'arredamento.
    È tra le fondatrici del Cenacolo Artistico Giovanile; ha iniziato la sua attività espositiva in ambito cittadino per affermarsi successivamente anche a livello nazionale ed europeo con il conseguimento di numerosi premi e riconoscimenti.
    Negli anni dell'intensa attività cantieristica di Trieste e Monfalcone ha partecipato con successo ai concorsi per la realizzazione di grandi opere decorative per le più importanti navi da crociera, riuscendo nel contempo a farsi apprezzare nel campo dell'illustrazione per l'infanzia, lavorando con le più prestigiose case editrici nazionali, tra cui Mursia, Longanesi, Rizzoli ed Einaudi e collaborando con maestri quali Giovanni Arpino e Bruno Munari.
    Il lavoro di Megi Pepeu ci ripropone in chiave artistica, spesso utilizzando delle immagini-simbolo, i grandi drammi e le stucchevoli anomalie della società contemporanea: la guerra, il pacifismo, la militanza politica, le "morti bianche", la violenza sui bambini, sulle donne, sui più deboli, la difficile integrazione dello straniero.
    Nel gennaio 2006 ha allestito una mostra personale al "Refettorio Caucigh" di Udine.

  • Piatti Celestino

    Celestino Piatti nasce nel 1922 a Wagner, Zurigo. Graphic designer, pittore e editor inizia gli studi artistici al College d'arte ed artigianato di Zurigo, completandoli con un tirocinio come graphic designer.
    Dal 1948 lavora in proprio come grafico, ottenendo i suoi primi successi internazionali grazie ai suoi poster artistici; a tutt'oggi ne ha realizzati più di 500, molti dei quali sono stati premiati.
    Deve gran parte della sua notorietà alla sua collaborazione con la casa editrice tedesca Deutschen Taschenbuch Verlag (dvt), per la quale cura oltre la grafica delle copertine anche l'aspetto tipografico e pubblicitario realizzando un vero e proprio corporate Identity dell'azienda. Oltre a copertine di libri, e illustrazioni diverse ha realizzato litografie, xilografie ed incisioni.
    Motivo ricorrente nelle sue opere è la civetta, animale simbolo di fortuna e sfortuna, ma anche di saggezza.

  • Piccardo Marcello

    Marcello Piccardo nasce a Genova nel 1914. Negli anni Trenta si trasferisce a Como nella cascina "Tocia" a Monte Olimpino che, nel periodo dei bombardamenti, diventa il luogo sicuro che custodisce i quadri dei pittori astratti di Milano ed in seguito, a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, un laboratorio sperimentale di cinematografia in cui confluiscono intellettuali ed artisti quali Lucio Fontana, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Mario Soldati.
    Nel 1945 comincia ad occuparsi di cinema d'animazione per passare poi, nel 1950 con la RAI, alla televisione. Nel 1956 viene espulso dalla RAI insieme ad altri intellettuali come Umberto Eco e Gianni Vattimo con l'accusa di comunismo. Nel 1963 realizza, insieme all'amico Bruno Munari, film e documentari di ricerca per aziende quali la Fiat, l'Olivetti, la Tissot, l'Omega, La Rinascente e per il Centro internazionale di Arte e Costumi, la Allmark Gallery di New York, esplorando con il cinema di ricerca i confini della comunicazione grafica e audiovisiva. Produce contemporaneamente anche alcuni cortometraggi, premiati in importanti rassegne anche internazionali.
    La proposta di Piccardo negli anni Sessanta è quella di mettere i bambini dietro la macchina da presa, spingerli a scrivere la sceneggiatura e i dialoghi, usare la strumentazione tecnica. Nasce così un libro, "Il cinema fatto dai bambini", ed insieme ad esso la Cineteca di Monte Olimpino con tanti piccoli film realizzati dai bambini de "La Nostra Famiglia" o da altre scuole, iniziativa apprezzata da pedagogisti ed educatori, ma anche dai critici della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
    Sia nell'ambito televisivo, che nell'animazione, che nella grafica, Piccardo è stato un instancabile innovatore, capace di esprimersi in maniera polivalente, un creativo nel senso più ampio del termine.
    Piccardo muore a Como nel 1999.

  • Pompili Graziano

    Graziano Pompili è nato a Fiume nel 1943.
    Nel 1946 la sua famiglia si trasferisce a Faenza, dove Graziano frequenta l'Istituto d'arte cittadino imparando a lavorare la terracotta e la ceramica. In seguito si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bologna per studiare scultura e incisione. A partire dal 1970 soggiorna per lunghi periodi a Carrara dove si dedica alla lavorazione del marmo e, nelle fonderie di Pietrasanta, alla fusione in bronzo.
    Gli anni '60 e '70 sono per il giovane Pompili anni di ricerca e di studio, in cui l'amore per la scultura astratta contemporanea di Brancusi, Arp e Moore, riflette quella concezione classico-moderna della scultura che le opere in marmo antropomorfe e naturalistiche di quegli anni, testimoniano. Alla fine degli anni '70 torna a rappresentare soggetti figurativi, prediligendo l'uso della terracotta; riscopre la sua passione per l'archeologia e per le forme della scultura classica che diverranno protagoniste assolute delle sue opere fino al 1987.
    I suoi "frammenti" e "reperti", ricuciti con vistose suture, riportano alla luce forme universali, memorie sepolte.
    Lentamente la loro forma levigata, preziosa, archeologica cede il passo ad una materia più grezza, più viva.
    Nascono i monoliti, i totem, le torri, forme naturali uscite dalla terra. Pompili riflette sul paesaggio, sull'uomo, sulle strutture fisiche essenziali in cui si articola la vita, con "un fare semplice", riduttivo che riconduce all'idea, all'archetipo di abitazione, di figura, di montagna. I "paesaggi" scolpiti negli anni '90 rappresentano spesso la casa come un'architettura nitida, primitiva con due spioventi e quattro muri.
    Le case di Pompili, rese come forme naturali sbocciate dalla terra sono il segno della presenza dell'uomo che si pone in armonia con la natura. Nell'opera esposta, la pianura intorno alla casa ospita realmente l'elemento naturale, l'erba, che con il suo ondeggiare e crescere dilata l'immagine nel tempo e nello spazio della coscienza.
    Attualmente vive e lavora a Montecchio Emilia, nel suo studio, e a Carrara presso lo studio S.G.F. di Torano.

  • Purificato Domenico

    Domenico Purificato, nasce a Fondi il 14 marzo 1915.
    Dopo gli studi classici si dedica alla pittura, esponendo per la prima volta nel 1936 alla Galleria "La cometa" di Roma di proprietà della contessa Pecci-Blumt. La sua ricerca iniziale, è fortemente influenzata dalla Scuola di via Cavour e dalle opere di Mafai, Scipione, Pirandello. Durante il periodo bellico sviluppa un grande interesse per la cinematografia, dirigendo dal 1940 al 1943 la rivista "Cinema"; questa interazione fra pittura e cinema lo porterà a realizzare numerose scenografie cinematografiche, ma anche teatrali e televisive. Contemporaneamente partecipa a varie mostre conseguendo nel 1941 il primo premio per i Giovani Artisti.
    Dopo la seconda guerra mondiale le sue tele affrontano il dramma della guerra e della nuova situazione sociale, l'artista si avvicina così al Neo-realismo elaborando in modo personale i soggetti tratti direttamente dalla realtà quotidiana. Impegnato in diversi campi, alla pittura ha affiancato la grafica, partecipando alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale, di Roma. Teorico dell'arte, ha pubblicato numerosi saggi, ha scritto ed illustrato libri di narrativa per l'infanzia (da ricordare Orofino, premiato alla selezione Un libro per l'estate),ed ha diretto il mensile polemico "Figura". Fino al 1980 è stato docente e direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Brera. Le sue opere sono state esposte in ambito internazionale in mostre personali, collettive, biennali, quadriennali e rassegne d'arte.
    Tutta la sua produzione artistica, fortemente legata alla sua terra d´origine e fedele ad un realismo attento e misurato, è caratterizzata da una schietta umanità, ispirata spesso a soggetti desunti dalla realtà quotidiana, gente del popolo, scene di campagna e paesaggi.
    Muore a Roma nel 1984.

  • Radunsky Vladimir

    Vladimir Radunsky è nato in Russia, sui Monti Urali, nel 1954 e nel 1982 è emigrato negli Stati Uniti.
    A Mosca ha studiato architettura e graphic design. Si è appassionato presto all'illustrazione per ragazzi: ama disegnare maiali ed altri animali, ma anche persone, specialmente quelle grasse, con la barba e con i baffi.
    Lavora con la moglie, Eugenia, editor per bambini, e vive a New York. Ha illustrato una decina di libri per bambini, l'ultimo dei quali, Discovery di Joseph Brodsky, racconta di un bambino che scopre l'America.

  • Rand Paul

    Nasce nel 1914; considerato uno dei più geniali e intuitivi pionieri del graphic design americano, ha creato un suo caratteristico stile di progettazione, osservando e sintetizzando le forme che appartenevano alle avanguardie artistiche europee, quali il Cubismo e il Costruttivismo.
    Art-director di Esquire e Apparel Arts, insegnante e prolifico autore di testi sul design, è stato consulente per grandi aziende americane, come Westinghouse, IBM e UPS.
    Il suo lavoro rappresenta tuttora un valido riferimento, una lezione d'estetica per il corporate identity, per l'editoria e la pubblicità, grazie alla sua capacità di sintesi e ad una ricerca spasmodica del gioco ironico delle forme, volte a realizzare un prodotto sempre attuale e non influenzato da mode passeggere.
    Nel 1937 comincia a lavorare presso Esquire e fino al 1941 è promotore di media e cover design. Dopo questa prima esperienza si occupa di disegno pubblicitario fino al 1954 e quindi di corporate identification, realizzando marchi di fabbrica per numerose aziende. Contemporaneamente si dedica all'insegnamento, prima presso il Pratt Institute e successivamente come professore di Graphic Design presso l'Università di Yale.
    Insieme alla moglie Ann ha progettato e realizzato alcuni libri per l'infanzia.
    Muore nel 1996.

  • Rosselli Colette

    Colette Cacciapuoti Rosselli nasce a Losanna nel 1911.
    All'attività di scrittrice e illustratrice ha sempre affiancato quella di pittrice, partecipando a numerose mostre. È stata una delle poche illustratrici italiane ad occuparsi di libri per l'infanzia, tra i quali ricordiamo "Prime rime", "Il primo libro di Susanna", "Il secondo libro di Susanna", "Il Cavaliere Dodipetto" e vari altri volumi pubblicati in Italia e tradotti anche all'estero.
    In qualità di illustratrice ha collaborato con "Vogue" e con molti altri quotidiani e riviste. Oltre ad aver firmato libri, tra cui il fortunato "Saper vivere", ha tenuto a lungo una popolare rubrica sulla rivista "Grazia" con lo pseudonimo di "Donna Letizia", dove rispondeva alle domande riguardanti questioni di galateo e buone maniere.
    Nel 1974 ha sposato in seconde nozze Indro Montanelli . Il cognome Rosselli infatti le rimase dalle prime nozze con Raffaello Rosselli, cugino dei perseguitati Carlo e Nello.
    É scomparsa a Roma nel 1996.

  • Rotelli Marco Nereo

    Marco Nereo Rotelli è nato a Venezia nel 1955. Si è laureato in architettura nel 1982, ha frequentato i corsi di Emilio Vedova presso l'Accademia di Venezia.
    Da anni persegue una ricerca sulla luce e sulla possibilità di una "materializzazione" della parola poetica. Rotelli ha ritenuto fondamentale creare una interrelazione tra l'arte e le diverse discipline del sapere: da qui il coinvolgimento nella sua ricerca di filosofi, musicisti, fotografi, registi, ma principalmente, il suo più stretto rapporto è con la poesia, che con il tempo è divenuta un riferimento costante per installazioni sempre più spettacolari.
    Nel 1997 nell´ambito dell´iniziativa Merano Poesia, organizzato dalla Biblioteca Civica di Merano, Assessorato alla Cultura, Rotelli ha ideato e realizzato il progetto La via della Poesia : una serie di panchine sistemate lungo un percorso poetico che si snoda lungo una passeggiata panoramica, sulle quali l´artista ha inciso a fuoco alcuni versi di poeti moderni e contemporanei, tra i quali Mario Luzi , Piero Bigongiari, Maria Luisa Spaziani, Andrea Zanzotto, Rainer Maria Rilke, Christian Morgenstern, Gottfried Benn e tanti altri.
    Le sue opere sono collocate in importanti musei e fanno parte di collezioni private, tra cui: Museo di Cà Pesaro di Venezia, Kunsthalle di Norimberga, Kunsthaus di Murburg, Museo Cuevas di Città del Messico, PAC di Milano, World Cup Park di Seoul, Fortezza di Novi Sad, TRG museum di Zagabria, Marie du Pantheon di Parigi, Gallerie pour l'art contemporain di Lodeve, Museo delle Albere di Trento.
    Nel 2000 il progetto "Lux" di Rotelli ha inaugurato l'autunno culturale parigino con una spettacolare installazione al Petit Palais. Nel 2001 ha creato e curato la sezione Arte e Poesia alla Biennale di Venezia, con il progetto speciale "Bunker poetico". Nel 2002 su invito di Isabelle Gaudefroy ha realizzato l'installazione " Jardin Poetique" alla Fondation Cartier di Parigi ed ha creato e curato il Progetto speciale italiano nel Word Park Stadium di Seoul.

  • Scialoja Toti

    Scialoja nasce nel 1914 a Roma. Giovanissimo inizia la sua attività artistica e letteraria. Nel 1939 espone alla Quadriennale di Roma e tiene personali a Genova e a Torino; tra il '43 e il '45 realizza scene e costumi per l'Opera degli Straccioni di Pandolfi, opera censurata dalle autorità fasciste.
    Nel 1949 viene invitato alla mostra XX Century Italian Art al Museum of Modern Art di New York ed entra a far parte dell'associazione Art Club. Nel 1950 partecipa alla Biennale di Venezia, dal 1953 insegna all'Accademia delle Belle Arti di Roma, di cui è poi divenuto direttore.
    Dalla metà degli anni Cinquanta Scialoja inizia una fase di espressionismo astratto, attento all'arte gestuale americana; le sue Impronte risalgono alla fine degli anni '50. Continua la sua produzione artistica, aprendosi negli ultimi anni della sua attività alla scultura. Intensa la sua attività letteraria, che lo porta a pubblicare numerose raccolte di poesie e nonsense per bambini e adulti.
    Muore a Roma nel 1998.

  • Shahn Ben

    Pittore e scrittore statunitense di origine lituana nasce a Kovno nel 1898. Emigrato con la famiglia negli Stati Uniti nel 1906, dal 1913 al 1917 lavora come apprendista litografo presso Hessenberg's Shop di Manhattan, frequentando il liceo serale a Brooklyn. Nel 1916 si iscrive alla Art Students League, e prosegue quindi la carriera artistica alla National Academy of Design. Conclusi gli studi visita l'Europa e il nord Africa, traendo dalla lezione del cubismo e dell'espressionismo elementi importanti per la sua formazione artistica. Rientrato dal viaggio organizza nel 1929 la sua prima mostra personale.
    All'inizio degli anni Trenta la serie di opere ispirate a Sacco e Vanzetti (Sacco e Vanzetti incatenati, New York, Museum of Modern Art) testimoniano il raggiungimento di uno stile definito.
    Nel 1934 si unisce al Public Works of Art Project e collabora alla realizzazione di diversi murales sull'antisemitismo e sulle cattive condizioni del lavoro.
    Lavora anche come fotografo e nel 1935 viene invitato da Roy Stryker a prendere parte al progetto di sponsorizzazione del Farm Security Administration per pubblicizzare le condizioni delle popolazioni rurali più povere dell'America, con fotografi come Arthur Rothstein, Carl Mydans, Russell Lee, Walker Evans e Dorothy Lange.
    Durante la Seconda Guerra Mondiale produce manifesti per l'Office of War Information e per il Congress of Industrial Organizations (CIO). Il suo interesse per l'arte, la politica e i problemi sociali dà vita alla serie di Lucky Dragon (1960-62), la storia di una nave da pesca giapponese, che naviga in una zona in cui viene effettuato un test atomico.
    Le opere grafiche di Shan appaiono su diverse riviste come Art Front, Fortune Magazine e Harper's Bazaar.
    Muore a New York nel 1969.

  • Slobodkina Esphyr

    Esphyr Slobodkina nasce nella città siberiana di Chelyabinsk nel 1908.
    Durante la rivoluzione russa del 1917 si trasferisce con la famiglia a Harbin, Manciuria (Cina), dove studia arte e architettura. Nel 1929, con un visto per studenti, si trasferisce negli Stati Uniti dove si iscrive all'Accademia Nazionale di Design di New York e dove conosce il suo futuro marito, Ilya Bolotowsky, con il quale, nel 1937, fonda il movimento American Abstract Artists (AAA).
    Durante gli anni '30 sviluppa un suo singolare metodo di lavoro ad olio, uno stile piatto ed astratto che incorpora linee sospese o forme di interblocco. Tra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40 sperimenta tecniche e materiali diversi. Molte delle sue opere sono collage e costruzioni che assemblano vernice, legno, plastica, metallo con oggetti della vita quotidiana, come ad esempio parti di macchine da scrivere o di computer, opere divertenti e di grandi dimensioni.
    Alla fine degli anni '30, alla ricerca di un'occupazione come illustratrice, incontra l'autrice di libri per bambini Margaret Wise Brown per la quale illustrerà molte storie, senza però mai abbandonare le sue opere astratte. Alla fine degli anni '30 inizia a scrivere ed illustrare le sue opere per bambini, tra i suoi libri Caps for Sale, considerato oggi un classico per i bambini, ha venduto più di due milioni di copie ed è stato tradotto in più di una dozzina di lingue.
    Negli ultimi anni del XX secolo, Slobodkina prosegue nella sua produzione artistica, alternando i dipinti astratti alle sculture, gli arazzi, le costruzioni multimediali, le bambole ed i gioielli, spesso realizzati con vecchie macchine da scrivere e parti di computer.
    Nell'aprile del 2000, all'età di 91 anni, dà vita alla Fondazione Slobodkina, dedicata alla conservazione, preservazione, ed alla mostra delle opere d'arte e concepita per avvicinare il pubblico al suo lavoro. Prima della sua morte, nel 2002, ridisegna la sua casa a Long Island, New York, come un mini-museo realizzando anche una sala di lettura per i bambini, un luogo dove gli ospiti possono vedere più di 500 opere d'arte.
    Nella prima parte del secolo scorso Slobodkina è stata una celebre artista d'avanguardia femminista. I suoi dipinti, sculture e opere letterarie sono raccolti nei più importanti musei americani.

  • Spiegelman Art

    Nasce a Stoccolma nel 1948.
    Figlio di ebrei polacchi emigrati negli Stati Uniti dopo l'internamento nel campo di sterminio di Auschwitz, cresce e studia a Rego Park, NY, frequentando la scuola d'arte e disegno e trascorre due anni e mezzo presso l'Harper College e la SUNY di Binghamton. La madre muore suicida nel 1968 e in quello stesso anno il giovane Spiegelman passa un mese in un istituto psichiatrico a Binghamton. Nel 1963 comincia a pubblicare in proprio, con una tiratura di cinquanta esemplari, una rivista satirica "Blasé" .
    Nel 1967 scrive il primo saggio sull'estetica dei fumetti : Master Race: the Graphic Story as an Art Form .Nel 1973 viene pubblicato su "Funny Animals 1", un fumetto di tre pagine dal titolo Maus, la cui storia racconta le vicende vissute dai propri genitori coinvolti nella tragedia dello sterminio degli ebrei operata dal nazismo. Fabrizio lo Bianco scrive: "per raccontare questa storia egli fa una scelta che ha la stessa forza e, evidentemente, lo stesso significato dell'uso deliberato del bianco e nero da parte di Steven Spielberg nel film Schindler's list. Anche Spiegelman sceglie il bianco e nero, con un segno volutamente minimalista ma quanto mai efficace nel mostrare ciò che è essenziale alla narrazione per immagini e assolutamente impermeabile a qualsiasi tentazione autocommiserativa.
    Per far sì che il messaggio sia ancora più diretto, utilizza un'antica figura retorica, da favola esopiana: i nazisti sono gatti, gli ebrei sono topi". A San Francisco, dove si trasferisce tra il 1971 e il 1975, fonda, insieme a Bill Griffith la rivista di fumetti "Arcade". Di ritorno a New York collabora come illustratore con il "New York Times", il "Village Voice" e "Playboy". Nel 1982, sulla rivista "Raw", fondata nel 1980 dallo stesso Spiegelman insieme alla moglie Françoise Mouly, compare il primo capitolo di Maus. "Raw", che costituisce un punto d'incontro per artisti di fama internazionale come Gary Panter, Charles Burns, Joost Swarte o Jacques Tardi, esce in otto numeri tra il 1980 e il 1986, poi, in formato ridotto, tra il 1989 e il 1991.
    Nel 1986 la Pantheon Books pubblica il primo volume di Maus, tradotto in venti lingue, e nel 1991 il secondo. Nel 1992 l'opera ottiene , ed è la prima volta che accade per un fumetto, il premio Pulitzer. Negli anni Novanta Spiegelman comincia a collaborare con "The New Yorker" illustrandone, specie a partire dal 1993, diverse copertine. Nel 1995 illustra The Wild Party da un libro di Joseph Mancure March scritto nel 1928 e, nello stesso anno, riceve dalla SUNY Binghamton il dottorato in lettere ad honorem. Nel 2001 ha realizzato come librettista e sceneggiatore una "Comics Opera" dal titolo Crime Does Not Pay.
    Attualmente vive e lavora a Manhattan.

  • Steichen Edward

    Nato in Lussemburgo nel 1879 ed emigrato bambino negli Stati Uniti, divide i suoi interessi artistici tra la fotografia e la pittura, contaminando spesso l'una con l'altra. Dopo una lunga collaborazione con Alfred Stiegler, insieme al quale pubblica la rivista Camera Work, comanda la Sezione fotografica dell'aeronautica americana durante la prima guerra mondiale e dopo la guerra si dedica esclusivamente alla fotografia.
    Nel corso della seconda guerra mondiale è a capo del servizio fotografico della Marina e raccoglie intorno a sé un gruppo di fotografi, molti dei quali divennero famosi. Come direttore della sezione fotografica del Museo di Arte Moderna di New York ha raccolto e selezionato nel corso di tre anni più di 2 milioni di fotografie da tutto il mondo per la mostra The family of man.
    Edward Steichen, morto nel 1973, è considerato uno dei padri della fotografia.

  • Tadini Emilio

    Emilio Tadini nasce a Milano nel 1927. Già dall'immediato dopoguerra partecipa attivamente al dibattito culturale italiano: il suo esordio risale al 1947, quando inizia a pubblicare sul Politecnico di Vittorini diversi articoli di teoria e critica dell'arte.
    Agli interventi critici, alcuni dei quali raccolti in "Possibilità di relazione" (1960) e "Alternative attuali" (1962), Tadini affianca la scrittura narrativa, che ritroviamo nei romanzi L'armi l'amore (1963), L'opera (1982) e La lunga notte (1988). Tadini è tuttavia noto soprattutto come pittore. Nel 1961 tiene la sua prima personale alla Galleria del Cavallino di Venezia.
    Seguono poi, alla fine degli anni Sessanta, i grandi cicli Vita di Voltaire, L'uomo dell'organizzazione e Color & Co. Tiene numerose mostre personali in Italia e all'estero (Parigi, Stoccolma, Bruxelles, Londra; Stati Uniti); al 1978 risale la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia. Continua la sua produzione di cicli, tra i quali si segnalano "Profughi" e "Città italiane".
    Emilio Tadini é scomparso nel settembre del 2002.

  • Tappari Massimiliano

    Nato nel 1967 a Chivasso (To), è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Da anni conduce workshop che propongono un utilizzo creativo delle immagini presso scuole, biblioteche, musei, festival, in diverse città italiane. Nel 2002 pubblica Lettere dal bosco (Macchione) singolare collezione naturale di rami e radici che evocano le forme dell'alfabeto. Nel 2003 alla Triennale di Milano propone Viaggio senza biglietto, visita guidata agli spazi del Palazzo dell'Arte, e pubblica Parole Chiave (Despina) storia di un paio di chiavi fotocopiate, che a seconda di come sono ingrandite e impaginate nel libro divengono differenti personaggi e paesaggi. Nel 2006 pubblica Coffee Break (Despina), libro che racconta una vicenda basata sulla lettura dei dettagli di una caffettiera. Dal 2007 i suoi foto-racconti sono pubblicati sulla rivista "Box" (Edizioni Fiera Milano). Nel 2008 la mostra Spunto di vista, dedicata al suo lavoro, è ospitata nella Casina di Raffaello a Roma. In occasione della mostra viene pubblicato il catalogo Oooh! - Inventario di fotografia (Corraini), immagini di oggetti e paesaggi familiari che attraverso didascalie ironiche e poetiche rivelano aspetti nascosti della realtà quotidiana.

  • Themerson Franciszka

    Figlia dell'artista Jakub Weinles, nasce a Varsavia nel 1907.
    Pittrice, illustratrice, regista e scenografa, si forma all'Accademia di Belle Arti di Varsavia, dove si diploma nel 1931.
    Nell'arco del suo percorso artistico si é dedicata principalmente alla pittura, pur sperimentando diversi campi delle arti visive, come l'illustrazione e il graphic design.
    Insieme al marito, lo scrittore Stefan Themerson, ha realizzato film sperimentali, illustrato libri per bambini e, nel 1948, ha fondato la casa editrice Gaberbocchus Press, di cui è stata il direttore artistico. In 31 anni la casa editrice ha pubblicato oltre sessanta titoli, comprese le opere di Alfred Jarry, Kurt Schwitters, Bertrand Russell e della stessa coppia Themerson
    Alfred Jarry's Ubu Roi è diventato uno dei più celebri giochi per bambini ed è stato pubblicato in molte edizioni.
    I suoi lavori e i suoi disegni compaiono in molte riviste di tutto il mondo oltre che in diverse gallerie d'arte.
    É scomparsa a Londra nel 1988.

  • Toccafondo Gianluigi

    Nato a San Marino nel 1965, ha frequentato l'Istituto d'Arte di Urbino. Attualmente vive e lavora a Milano ed é considerato uno degli autori italiani di cinema d'animazione più importanti ed apprezzati internazionalmente. L'espressionismo cupo della Berlino degli anni '30, i gangster della migliore tradizione hollywoodiana e il graffitismo metropolitano si incontrano felicemente nei suoi video e negli altri lavori.
    Autore di numerosi spot televisivi (i più noti sono quelli per la Levi's, la United Arrows e la Sambuca Molinari), di sigle televisive (Tunnel, Avanzi, Carosello), di disegni diventati e anche copertine di libri, come quelli della Fandango, della Feltrinelli, della Mondadori, della Frassinelli e del Saggiatore, la dimensione in cui lui stesso ama di più riconoscersi è quella dell'autore di cortometraggi animati come La pista del maiale (1992), presentato alla Biennale di Venezia, Le Criminel (1993), Pinocchio (1998).
    Nel 2000 ha realizzato il cortometraggio Essere morti e essere vivi è la stessa cosa dedicato a Pier Paolo Pasolini nel venticinquesimo anniversario della morte del poeta.
    Molti dei suoi film come Le Criminel o il suo primo lavoro La coda (1989) sono da considerarsi tra i più interessanti prodotti d'animazione della storia del cinema. Collabora con le riviste Linea d'Ombra, Lo straniero, Abitare, Tèlema e Internazionale. Recentemente ha curato le illustrazioni di Io sono el Diego, l'autobiografia di Diego Armando Maradona edita da Fandango.

  • Tofano Sergio

    Laureato in lettere con una tesi d'argomento teatrale, "Del brillante nell'Arte", frequenta la Scuola di recitazione dell'Accademia di Santa Cecilia in Roma dove si diploma nel 1909.
    Il 1917 è l'anno di nascita del Signor Bonaventura, sua geniale creatura - definita da Emanuele Luzzati come l'"ultima maschera della Commedia dell'Arte"- le cui avventure, per oltre quarant'anni, hanno occupato la prima pagina del Corriere dei Piccoli.
    A partire dal 1927 Bonaventura fa la sua comparsa in teatro impersonato dallo stesso Tofano in Qui comincia la sventura del Signor Bonaventura, la prima delle sei commedie musicali che Tofano dedica al suo personaggio e che lo vede impegnato non solo come autore e attore ma anche come regista, scenografo e costumista. Le musiche sono state composte da autori quali Ermete Liberati, Carlo Franco, Nino Rota, Fiorenzo Carpi e Roman Vlad.
    Nel 1941 Tofano regista porta sugli schermi il suo prediletto nel film, Cenerentola e Bonaventura. Negli anni Venti lavora come pubblicitario, tra gli altri per Campari e Pirelli, e collabora con una sua pagina di disegni satirici per la rivista americana Vanity Fair.
    Con il nome di Sto ha firmato le sue opere di disegnatore e caricaturista, arti in cui si può definire autodidatta. Non altrettanto si può dire per quanto riguarda la sua carriera di attore nella quale ha avuto maestri come Ermete Novelli e Virgilio Talli, nella cui compagnia recitò per dieci anni, sino al 1923. L'anno seguente entra nella compagnia di Dario Niccodemi e nel 1927 dà vita, insieme ad Almirante e a Rissone, alla Compagnia Comica Italiana.
    Pur avendo illustrato moltissimi libri suoi e di altri autori è stato uomo di pensiero, di parola di testo e non solo di immagini. Silvio d'Amico ha scritto di lui che "Tofano attore e Tofano disegnatore sono tutt'uno e le cose più carine che il primo ci dà, ce le dà quando diventa con quella grazia elegante di stilizzato sapore grottesco, uno dei suoi pupazzi". Tra il 1951 e il 1969 ha insegnato recitazione all'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma.
    Muore a Roma nel 1973.

  • Tovaglia Pino

    Nasce nel 1923 a Milano. Autodidatta, all’età di quattordici anni inizia a lavorare come designer di tessuti ed ad interessarsi di grafica e di fotografia. Frequenta quindi la Scuola Superiore d'Arte del Castello Sforzesco di Milano e negli stessi anni lavora come impaginatore del quotidiano La Notte. Dopo il diploma sviluppa cortometraggi pubblicitari sperimentali per la Pagot Film.
    Importante é stata anche la sua attivitá didattica svolta fin dal 1954: ha insegnato Progettazione grafica e visualizzazione presso la Scuola Superiore d'Arte del Castello Sforzesco di Milano, ai corsi artistici della Scuola Umanitaria e Immagine coordinata alla Scuola Politecnico di Design.
    Negli anni '60 è tra i fondatori dello studio CNTP assieme a Confalonieri, Negri e Provinciali.
    Dal 1967 al 1970 é art-director della Pirelli occupandosi inoltre dell'immagine di aziende e gruppi editoriali quali Alfa Romeo, Regione Lombardia, Fini, e realizza campagne pubblicitarie per varie aziende come Alitalia, Splugen, Lanerossi, Bassetti, Montecatini etc.
    La sua opera grafica è sempre stata legata ad una ricerca sul segno e sulla fotografia come il progetto del marchio per la Regione Lombardia, realizzato insieme a Noorda, a Sabonet e a Munari che nel 1979 viene insignito del Compasso d'Oro.
    Fondatore e presidente dell'Art Director's Club di Milano ha ottenuto vari premi e riconoscimenti sia nel campo del graphic design che nella pubblicità.
    Il suo lavoro rimane come traccia emblematica di un periodo dove arte e design hanno proceduto in parallelo con scambi e "contaminazioni" reciproche.
    La sua versatilità lo ha portato a lavorare in diversi settori: product designer per Alessi e Ghianda, illustratore, progettista di spazi con i fratelli Castiglioni, ricercatore con Munari, Grignani, e altri, fotografo con Ballo, Mulas, Becker, poeta concreto, type designer alla Fonderia Nebiolo.
    Muore nel 1977.

  • Treccani Ernesto

    Nasce a Milano il 26 Agosto del 1920. Espone le sue opere per la prima volta nel 1940 alla Bottega di Corrente insieme a Biroli, Guttuso, Migneco, Sassu, entrando così a far parte del gruppo e divenendo direttore della rivista Corrente. Nel 1943, sempre alla Bottega di Corrente e della Spiga, espone insieme a Cassinari e Morlotti. Durante la guerra di Liberazione, è impegnato nell'azione antifascista e, pur continuando a dipingere e a disegnare, non partecipa ad alcuna mostra. Successivamente è redattore insieme a De Grada, De Micheli, Vittorini ed altri della rivista Il '45; poi animatore con Aymone, Chigine, Francese Testori ed altri del gruppo di Pittura. Partecipa attivamente al movimento realista italiano come redattore della rivista Realismo, diretta da De Grada, e si dimostra uno degli artisti più rappresentativi del gruppo.
    Nel 1950 espone opere in bianco e nero alla Biennale di Venezia, per tornarvi nel '52 e ancora nel '56 con mostre personali di disegno e pittura; nello stesso anno prende parte alla mostra di realisti alla Leicester Gallery di Londra e tiene una personale alla Heller Gallery di New York. Durante le prime occupazioni della terra del Mezzogiorno, Treccani si reca in Calabria, dove trae ispirazione da una serie di importanti opere: Sulla terra (1951-52), Ritorno a Fragalà (1953), La terra di Melissa (1958-59). La città e il paesaggio urbano e industriale costituiscono l'altro tema fondamentale della pittura di Treccani in questi anni; basti ricordare opere come Milano (1952), Arlecchinata a Porta Volta (1953-54), Sulla vespa (1958), Le notti bianche (1958), Nella città (1959). Nel 1955 Treccani fa parte di una delegazione culturale in Cina e ne riporta un centinaio di disegni e acquerelli.
    I primi anni '60 vedono l'artista impegnato nella esecuzione di grandi opere, come le cinque tele ispirate a La luna e i falò di Pavese (1962-63) e il ciclo Da Melissa a Valenza. Del 1965 sono una serie di acquerelli dedicati ad un viaggio a Cuba dello stesso anno. Il 1967 è l'anno della grande mostra itinerante organizzata dal Ministero della Cultura sovietico, nelle città di Volgograd, Mosca e Leningrado. Nel 1978 l'artista dà vita alla Fondazione Corrente portando avanti un programma che prevede da un lato una seria ricerca documentaria relativa alla storia della nascita del movimento "Corrente" fino agli anni del Realismo, e dall'altro la promozione di seminari, incontri, dibattiti e mostre sui temi più attuali della cultura contemporanea. Nel 1981 gli viene dedicata una grande mostra antologica che viene organizzata nella Villa Fiorita a Burgherio. Nell'ultimo decennio Treccani ha concentrato la propria attenzione su temi legati alla vita campestre, dalla campagna emiliana a quella delle regioni meridionali dove ha lavorato, a Potenza, Matera e Policarpo.

  • Tullet Hervé

    Hervé Tullet è nato nel 1960; dopo gli studi di arte plastica e decorativa, esercita con successo per più di dieci anni la professione di direttore artistico, occupandosi di comunicazione e pubblicità. Nel 1990 pubblica le sue prime illustrazioni su alcuni importanti periodici francesi come Madame Figaro, Biba, Cosmopolitan, Enfants magazine, New Yorker, Marie Claire Allemagne e realizza importanti affiches per le campagne pubblicitarie di Radio France, Leclerc e la Galerie Lafayette.
    Nel 1994 pubblica il suo primo libro per l'infanzia. E' padre di due bambini piccoli dai quali trae, così come dall'epoca in cui vive, ispirazione per il suo lavoro. Grande appassionato e "consumatore" di letteratura per ragazzi, nella costruzione dei suoi libri illustrati collega elementi particolari, quali una grafica innovativa, al fine di realizzare libri "moderni", e l'uso dei doppi sensi linguistici uniti ad una dimensione "affettiva" dell'immagine.

  • Verna Jean-Luc

    Nasce nel 1966 a Nizza dove vive e lavora.
    Attraverso le sue opere l'artista conduce l'osservatore in un universo in costante opposizione ai modelli convenzionali in cui utilizza anche sè stesso ed il proprio corpo come oggetto di sperimentazione.
    Ispirandosi nel contempo a Ingres, a Marguerite Duras e a Siouxsie and the Banshees, Verna coniuga elegantemente la cultura tradizionale con quella undergound, la cultura popolare con quella elitaria. I suoi disegni, accentuati da cipria e altri prodotti cosmetici, danno vita a creature ibride, icone e vanità che svelano pulsioni, paure e sogni.

  • Veronesi Luigi

    Luigi Veronesi nasce a Milano nel 1908. All'età di sedici anni inizia a frequentare l'Istituto tecnico e, per desiderio dei genitori, si iscrive al corso per disegnatore tessile; intanto segue lezioni di pittura dal professore Carmelo Violante, modesto pittore.
    Negli anni Venti stringe amicizia col gruppo di intellettuali che fa capo alla rivista Poligono; si occupa di studi tecnici sulla pittura e produce i primi disegni ed opere grafiche: le sue prime opere sono figurative e risentono dell'influsso del gruppo Novecento, in particolare delle opere di Mario Sironi. Si avvicina alla fotografia e scopre la tecnica del fotogramma. Il suo lavoro di disegnatore di tessuti lo porta spesso a Parigi dove ha modo di conoscere l'avanguardia europea ed artisti quali Fernand Léger, Robert e Sonia Delaunay, Georges Vantongerloo; nella capitale francese aderisce al gruppo di Abstraction-Création.
    Nel 1930, alla XVII Biennale di Venezia conosce gli sviluppi dell'arte tedesca, le opere di Kandinsky, Klee, Schlemmer, di altri artisti del Bauhaus e di Modigliani, espressioni artistiche più vicine al suo concetto di pittura di quanto non lo fossero quelle italiane del gruppo Novecento. Abbandona quindi l'arte figurativa per l'arte concreta ed approfondisce gli studi sulla matematica e la geometria alla base della sua concezione artistica.
    Nel 1932 Veronesi presenta la sua prima mostra personale alla Libreria del Milione a Milano, entrando a far parte del gruppo di artisti associati alla Galleria del Milione, che gli permette di essere a contatto con l'avanguardia europea. L'anno successivo si unisce al gruppo che gravita intorno alla rivista Campo Grafico: nascono le prime scene teatrali e bozzetti di costume. In questi lavori geometrico-astratti si intravede l'influsso di Enrico Prampolini, la cui amicizia con Veronesi è rinsaldata dall'amore che entrambi nutrono per il teatro. Veronesi si dedica inoltre all'arte grafica, creando copertine per riviste ed illustrando libri; analizza il linguaggio cinetico del cinema, che lo porta a creare film astratti. Per tutta la sua vita Veronesi svolgerà l'attività di artista con uguale entusiasmo in vari settori (oltre a quelli già accennati, nel 1990, all'età di ottantadue anni, si dedicherà alla ceramica).
    Sul versante della pittura, la sua arte diventa sempre più astratta ed acquista un carattere rigorosamente geometrico. Nel 1948 aderisce al MAC, movimento arte concreta, i cui principi si fondano sull'idea che l'arte deve esprimersi in forme libere e autonome. Partecipa alle collettive del MAC e diventa presidente del movimento per gli anni 1956-57. Il desiderio che l'arte divenga parte integrante della vita, porta Veronesi a svolgere anche l'attività di insegnante. Nel 1965 è invitato a tenere lezioni di grafica nell'ambito di un corso di disegno industriale a Venezia, incarico che terrà fino al 1971.
    Dal 1972 al 1977 è professore di scienze del colore all'Accademia di Brera di Milano. Nel 1980 è nominato professore di composizione e teoria del colore alla nuova Accademia di Milano, dove insegnerà fino al 1987. Negli anni Settanta continua la ricerca sul rapporto colore-suono, cui si era già dedicato negli anni Trenta, e trasporta in pittura pezzi musicali. Dagli anni Ottanta si organizzano a livello nazionale ed internazionale, mostre personali a lui dedicate.
    Luigi Veronesi muore a Milano nel 1998.

  • Volkmann Johannes

    Nasce a Monaco nel 1986, frequenta l'istituto di scultura del legno di Oberammergau, concludendo gli studi presso "Il teatro di figura" Kolle di Bochum, diplomandosi quindi presso l'Accademia d'arte di Norinberga con indirizzo "Arte e Spazi aperti".
    Iniziatore del progetto Sozialen-Skulpturen è cofondatore dell'ufficio per l'Arte integrativa (www.integrative-kunst.de), fondatore del Teatro della carta (www.dasPapiertheater.de) con il quale è stato in Tournee in Israele, Libano, Algeria, Egitto, Ucraina, Indonesia e Cina; è inoltre fondatore della casa editrice Erlesene Bücher.
    Ha conseguito diversi premi tra i quali il Premio Cultura della città di Norinberga e il Premio per il Teatro al Festival di Teheran.

  • Warhol Andy

    Andy Warhol nasce a Pittsburgh, Pennsylvania, nel 1928.
    Dopo gli studi al Carnegie Institute of Technology della sua città, si trasferisce a New York, dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste come "Vogue", "Harper's Bazar", "Glamour". Fa anche il vetrinista, disegna scenografie e comincia a realizzare le sue prime pubblicità. Nel 1952 tiene la prima personale alla Hugo Gallery di New York. Intorno al 1960 comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie, nei suoi lavori compaiono Dick Tracy, Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola.
    Nel 1962 inizia a utilizzare la tecnica di stampa della serigrafia, rivolgendo l'attenzione alla riproduzione di immagini comuni, ma tratta anche temi carichi di tensione, come i Car Crash (incidenti automobilistici) e Electric Chair (sedia elettrica). Negli anni successivi decide di abbracciare un progetto più vasto, proponendosi come imprenditore dell'avanguardia creativa di massa. Inizia ad interessarsi di cinema e produce due lungometraggi, Sleep e Empire (1964). Sempre nel 1964 espone alla Galerie Sonnabend di Parigi e da Leo Castelli a New York e realizza, per il Padiglione Americano alla Fiera mondiale di New York, i Thirteen Most Wanted Men. L'anno successivo espone all'Institute of Contemporary Art di Philadelphia.
    Fallito il tentativo di fondare un suo gruppo musicale si lega al gruppo rock dei Velvet Underground, di cui finanzia il primo disco. Pubblica quindi il romanzo A: a novel e produce il primo film in collaborazione con Paul Morissey. Si tratta di Flash, cui seguiranno Trash, nel 1970, e Heat, nel 1972. Nel 1969 fonda la rivista "Interview", che da strumento di riflessione sul cinema amplia le sue tematiche a moda, arte, cultura e vita mondana. A partire da questa data, fino al 1972, esegue ritratti, su commissione e non. Scrive anche un libro, La filosofia di Andy Warhol (Dalla A alla B e ritorno), pubblicato nel 1975. Nella seconda metà degli anni Settanta espone in diverse città europee: Stoccarda, Düsseldorf, Monaco, Berlino, Vienna, Zurigo. Nel 1979 il Whitney Museum di New York organizza una mostra di ritratti di Warhol, intitolata "Andy Warhol: Portraits of the 70s".
    Negli ultimi anni si occupa anche della rivisitazione di opere dei grandi maestri del Rinascimento: Paolo Uccello, Piero della Francesca e soprattutto Leonardo, da cui ricava il ciclo The Last Supper (L'ultima cena), realizzando anche alcune opere a più mani con Francesco Clemente e Jean-Michel Basquiat. Andy Warhol è considerato uno dei principali esponenti della Pop Art americana. Oltre al suo interesse per le nuove "icone" del XXº secolo, per il linguaggio di massa, che usa senza alcun intento elogiativo o dissacratorio, va ricordata la sua idea di una produzione collettiva, e quasi industrializzata, dell'opera d'arte. Esemplare in questo senso è la vita della Factory, l'officina di lavoro collettivo da lui fondata e all'interno della quale nascono e si sviluppano soluzioni d'avanguardia in diversi campi, come l'arte, il cinema e la musica.
    Andy Warhol muore a New York nel 1987 nel corso di un intervento chirurgico.

  • Watanabe Yoshie

    Nasce a Yamaguchi nel 1961 dove si laurea presso l'Università locale nel 1983.
    Ha realizzato diverse pubblicità tra cui quelle di Mos Burger e Lacoste.
    È tra le principali designer di D-Bros, produttore di interactive media, per il quale crea cartoline e calendari che sono molto popolari grazie al suo design unico.
    Da alcuni anni sta seguendo il progetto di sviluppo del la catena di negozi di caffè "Caslon" ed il marchio della linea di intimo Wacoal "cool Nana une".
    Per la sua attività ha conseguito numerosi premi tra i quali: il Premio JADGA New Designer (19959 e il Tokyo ADC Award (1997 e 1999).

  • Wegman William

    Nato nel 1943 a Holyoke (Usa), William Wegman dopo una formazione artistica tradizionale di pittura e scultura si è in seguito dedicato all'arte concettuale e alla performance. Il suo stile si distacca però nettamente dagli artisti attivi fra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta per una componente narrativa spiccatissima e per un senso dell'humor e della gag irresistibili. Il protagonista dei primi lavori in video, così come delle foto o polaroid ad essi contestuali, è sempre Man Ray, il suo amato cane. Nei suoi libri fotografici per bambini, con l'aiuto dei cani di razza Weimaraner, veri protagonisti delle storie, l'autore insegna l'alfabeto, i numeri, le professioni e racconta storie tratte dal mondo infantile come Cenerentola e Cappuccetto Rosso. La sua attività artistica è orientata prevalentemente alla fotografia e ai video, nei quali dietro la facciata del burlesque trova spazio una poetica complessa: il gioco sulla sincronizzazione suono/immagine, la parodia elegante delle istituzioni artistiche contemporanee, la distanza ironica su tutta una tradizione del lavoro in atelier.

  • Wormell Christopher

    Christopher Wormell, artista britannico, negli anni 70 abbandona gli studi per dedicarsi ad un intensa attività di pittura paesaggista, che si finanzia svolgendo una serie di lavori saltuari (fattorino, postino, netturbino, operatore sociale per portatori di handicap, etc.).
    Nel 1982 pur senza possedere una formazione specifica, inizia a dedicarsi all' incisione del legno elaborando negli anni una tecnica del tutto particolare, che rappresenta il mezzo espressivo a lui più congeniale e attraverso il quale realizza la maggior parte delle sue illustrazioni. La sua prima commissione è stata la realizzazione una sovraccoperta di un libro per la Faber. Particolarmente attivo nel settore della pubblicità, ha illustrato pero anche molti libri legati al mondo animale, alle piante, alla campagna, come ad esempio The Story of a Norfolk Farm, 1986, A Blackbird Singing, 1989 Trout from the Hills, 1991.
    Le sue incisioni, che accompagnano English Country Traditions, dimostrano un'estrema accuratezza nelle descrizione dei dettagli architettonici, basati sulle fotografie dell´epoca vittoriana, ma risentono anche indubbiamente della conoscenza e dell´esperienza maturata da Wormell nello studio del mondo rurale britannico.
    Al suo esordio come illustratore di libri per l´infanzia, vince nel 1990 con An Alphabet of Animals il Premio di Grafica alla Fiera del libro per bambini di Bologna, e nel 1993 sempre a Bologna viene premiato con la menzione d´onore per l´edizione illustrata di Mowgli´s Brothers.
    Nel 2002 realizza ventiquattro stampe, che vengono esposte presso l´Artworks Gallery per il libro A New Alphabet of Animals pubblicato dalla casa editrice Running Press.
    Wormell che dall´esordio del 1992 ha proseguito nell´attività d´illustratore di libri per l´infanzia, è oggi considerato uno dei più raffinati incisori a livello internazionale.

  • Ziraldo Alves Pinto

    Ziraldo Alves Pinto nasce il 24 ottobre del 1932 a Caratinga (Brasile) ed inizia la sua carriera negli anni '50, lavorando per giornali e riviste come il Jornal do Brasil, O Cruzeiro, Folha de Minas, ecc.
    Nel periodo della dittatura militare, fra il 1964 e il 1984, fonda insieme ad altri umoristi brasiliani, il giornale satirico O Pasquim, di cui è anche direttore. Sempre negli anni '60 pubblica ed ottiene grande successo con il fumetto A turma do Perere.
    Nel 1969 Ziraldo pubblica il suo primo libro per l'infanzia Flicts che viene tradotto in tutto il mondo.
    A partire dal 1979 si dedica in modo particolare ai libri per bambini, pubblicando, nel 1980, O Menino Maluquinho, che in Brasile costituisce uno dei maggiori fenomeni editoriali di tutti i tempi. Il libro è stato adattato con molto successo per il teatro, la televisione, i video-game, ed il cinema.
    Pittore, giornalista, scrittore, cartellonista e caricaturista Ziraldo può essere definito un autore satirico dal segno incisivo e dallo sguardo impietoso sul mondo odierno; i suoi libri, tradotti in inglese, spagnolo, tedesco, francese, italiano e basco, rappresentano il talento e l' umore brasiliano nel mondo.

  • Zwart Piet

    Piet Zwart, fotografo, designer industriale, tipografo e grafico, nasce a Zaandijk (Paesi Bassi) nel 1885.
    Esordisce lavorando presso lo studio di architettura di Hendrik Petrus Berlage e successivamente si dedica alla progettazione grafica, entrando in contatto col gruppo della De Stijl. A partire dal 1923 inizia a collaborare con la NKF di Delft, azienda olandese produttrice di cavi elettrici. Per questa ditta realizza nel corso degli anni 21 progetti di comunicazione globale tra i più importanti del Novecento basandosi inizialmente sull'esclusivo impiego di elementi tipografici, e introducendo successivamente immagini fotografiche.
    Zwart ha scritto per importanti riviste di grafica, ha insegnato presso l'Accademia di Rotterdam e alla Bauhaus di Dessau e nel 1964 ha partecipato all'esposizione internazionale della Documenta 3.
    Muore a Wassenaar nel 1977.

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